LE CONSEGUENZE DELL’ENTRATA IN VIGORE DEL REGOLAMENTO: INCASSATI 38 MILIONI IN UN SOLO ANNO
Decuplicate le sanzioni pecuniarie privacy incassate; aumento del 50% di segnalazioni e reclami; aumento del 20% delle sanzioni e dei provvedimenti correttivi; omogeneità dei settori sotto torchio (marketing, P.a., sanità tra tutti). È quanto emerge dal raffronto dei dati statistici dell’ultimo anno completo dell’era del Codice della privacy (il 2017), prima della discesa in campo del regolamento Ue sulla protezione dei dati n. 2016/679 (Gdpr), con gli ultimi dati diffusi dalla relazione per il 2020 del Garante della privacy.

Fuori classifica, ma assolutamente da citare, è il numero stratosferico delle notizie di violazione della sicurezza, note come data breach, il cui dato del 2020 non è confrontabile con i periodi antecedenti al Gdpr a causa di una completa revisione normativa dell’istituto. Degno di nota, ma anch’esso non rilevabile in termini di comparazione, è l’azzeramento delle decisioni del garante su richieste di verifiche preliminari.

I numeri, letti rapportando prima e dopo il Gdpr (non si è preso in considerazione il 2018, poiché anno a cavallo tra vecchio e nuovo regime), confermano quello che riconosce lo stesso Garante nella relazione del 2020: fulcro del Gdpr è costituito dalle sanzioni amministrative pecuniarie, «che rappresentano un elemento centrale con il quale le autorità di controllo possono articolare le misure correttive a fronte delle violazioni poste in essere da parte del titolare o del responsabile del trattamento». Il Garante, sul punto, aggiunge che l’applicazione delle sanzioni amministrative pecuniarie «rappresenta un elemento cruciale del nuovo regime introdotto dal Gdpr». Naturalmente, a scanso di equivoci, si chiarisce che l’attività del Garante è frutto della legislazione e, quindi, la svolta che mette in posizione prioritaria le sanzioni va attribuita al Gdpr stesso, che va letto a partire dall’articolo 83, cioè proprio dell’articolo che prevede le sanzioni amministrative. Questo articolo applica le sanzioni amministrative a tutti gli articoli del Gdpr stesso diversi da quelli che regolano composizione e funzionamento delle autorità pubbliche nazionali ed europee e quindi ci sono sanzioni per tutti gli articoli in cui si descrivono compiti, doveri, obblighi e responsabilità di imprese, pubbliche amministrazioni, associazioni e professionisti. Se ogni azione che si deve fare o che non si deve fare è punita con la sanzione amministrativa, è oggettivamente inevitabile, la crucialità del sistema sanzionatorio.

Sanzioni. Nell’ultimo anno pieno dell’era del codice della privacy l’incasso di sanzioni amministrative si è attestato alla cifra di 3 milioni e 800 mila euro, balzata, per il 2020, a 38 milioni di euro. In un solo anno (il 2020) si è incassato ben di più di quanto incassato dal 2012 al 2019 (pari a 34 milioni).
CONTENUTO A PAGAMENTO
Il contenuto integrale di questo articolo è visualizzabile solo dagli abbonati aMENSILE Non sei abbonato?
Scopri i piani di abbonamento
Sei già abbonato? Effettua il login nel modulo sottostante

Hai dimenticato la Password?
Registrati

Fonte:
logoitalia oggi7