RISK MANAGEMENT DELLA FAMIGLIA 

Autore:  Alberto Cauzzi e Maria Elisa Scipioni
ASSINEWS 332 – luglio-agosto 2021

Collegandoci all’articolo introduttivo dell’analisi dei rischi sul patrimonio immobiliare, andiamo ad esaminarne con maggiore dettaglio i punti salienti, per giungere a un’esposizione accurata, estesa e personalizzata del bisogno assicurativo concernente la casa.

La misura dei danni
Nell’analisi del bisogno assicurativo, la stima del danno potenziale è di primaria importanza in quanto consente da un lato di stipulare un contratto di assicurazione adeguato alle esigenze specifiche di ogni caso, e dall’altra parte dà modo al contrante di farsi un’idea precisa del livello di tutela che si va a garantire e di quanto solitamente il danno potenziale può risultare insostenibile o non remunerativo per le risorse finanziarie del singolo.

Le compagnie di assicurazione prevedono due formule di risarcimento del danno:
• L’assicurazione a primo rischio assoluto è la formula di gran lunga più diffusa e la più semplice, perché non tiene conto dell’intero valore dei beni esistenti nell’abitazione. È possibile avere in casa “cento”, ma chiedere di essere coperti “in assoluto” per dieci. Si assicura quindi un determinato valore a prescindere dal reale valore del rischio a cui si è soggetti.
• L’assicurazione a valore intero copre l’intero valore dei beni contenuti nella casa. Se in casa si hanno beni (mobili, arredi, vestiario, quadri, ecc.) per un valore di “cento” e nella polizza viene indicato tale valore, in caso di furto (ad esempio per un valore di “cinquanta”) si viene risarciti della perdita. Ma attenzione: è importantissimo che il valore dei beni indicato in polizza non sia inferiore a quello effettivo perché altrimenti si incorre nella “regola proporzionale” prevista dal Codice Civile (art.1907) e si potrebbe essere risarciti solo in proporzione al valore assicurato. Così, se il valore dei beni è “cento” e l’assicurazione è per “cinquanta” (per errore di stima, o per risparmiare sull’assicurazione o perché il valore è mutato nel tempo), in caso di furto verrà risarcita solo la metà del danno subito, proporzionalmente all’entità assicurata.

Dopo la doverosa premessa di merito, definendo in maniera semplice e intuitiva i rischi di cui ci accingiamo a discutere, tratteremo per ogni evento di rischio la stima del danno potenziale per meglio identificare le caratteristiche e le modalità di una analisi dettagliata e circostanziata del bisogno.

Danno al fabbricato (valore di ricostruzione)
Nell’ampia accezione dell’evento “incendio”, si può produrre un danno di entità variabile, in funzione delle parti dell’immobile coinvolte dall’evento e della severità della causa. Esiste però un limite massimo di questo danno, nell’ipotesi che il fabbricato venga danneggiato irrimediabilmente, che è identificabile con il valore di ricostruzione a nuovo.

Ora ogni risarcimento assicurativo implica una perizia per la stima corretta degli importi. Seguendo la logica adottata nei calcoli peritali possiamo stimare il danno massimo (ovvero il valore di ricostruzione) tenendo in considerazione i seguenti fattori e dati di riferimento:
1) importo medio del valore di costruzione del fabbricato ad uso residenziale, uffici, negozi, ecc. partendo dal valore a mc del prezziario della camera di commercio della provincia di ubicazione dell’immobile;
2) volume del fabbricato in oggetto e di eventuali box auto;
3) qualità di finitura ovvero dal pregio della tipologia dell’immobile;
4) eventuali difficoltà di realizzazione del cantiere (accessi difficoltosi, centro storico, valore monumentale dell’immobile, etc.).

Conviene sottolineare che il valore così stimato risulta quasi sempre inferiore al valore di mercato dell’immobile, che comprende anche il valore del terreno, il pregio dell’area, il valore delle urbanizzazioni, ecc. La stima corretta del valore di ricostruzione (che rappresenta la cifra massima dell’indennizzo conseguibile a prescindere dal massimale di polizza) evita il rischio non poco frequente di sovrastima del massimale, a vantaggio della spesa del cliente e della qualità del rapporto di consulenza.
Chiaramente nelle formule di risarcimento a valore intero conviene stimare attentamente ai prezzi vigenti di mercato (magari eccedendo di un piccolo margine) e provvedere anno dopo anno all’adeguamento di questo valore all’indice con cui variano i prezzi di costruzione.

Danno al contenuto
Anche il danno al contenuto è oggetto di perizia in caso di incendio e verrà risarcito in misura proporzionale all’effettiva perdita. In questo caso bisogna stimare attentamente il valore di tutti i beni contenuti nell’abitazione (escluso impianti, infissi e altre parti del fabbricato considerati parte integrante della costruzione stessa). Per una indicazione di massima si può in prima istanza porre il valore del contenuto pari ad ¼ – 1/3 del valore di costruzione. In fase di perizia il valore del contenuto sarà stimato considerando i prezzi medi di mercato di beni analoghi a quelli eventualmente persi a causa dell’evento. Conviene pertanto disporre di documentazione comprovante il valore dei beni di particolare pregio per evitare contenziosi in fase di perizia (in particolare beni di lusso come quadri, tappeti, ecc.).

Sicuramente la determinazione di questo valore richiede l’accurato intervento dell’interessato che deve prestare particolare attenzione per evitare sottostime, ma anche evitare di eccedere. Se nel caso del valore di ricostruzione si ha un metro relativamente oggettivo di perizia, quando si parla di valore del contenuto tutto diventa più indefinito. Va tenuto ben presente però che il rischio di sottostima o la mancanza di documentazione diventa più grave nell’assicurazione del contenuto con la formula a valore intero, visto che il rimborso è sempre proporzionale alla percentuale di danno rilevata dalla perizia.
Inoltre è bene ricordare che negli anni parte del valore del contenuto dell’abitazione segue per lo meno il trend dell’inflazione e per altri beni invece si può presumere una forma di ammortamento / deperimento, pertanto è sempre corretto negli anni provvedere alla revisione della stima dei beni assicurati.

Danno da furto o rapina
In questo caso nella stima del danno massimo potenziale bisogna considerare solo gli oggetti che possono essere effettivamente rubati, solitamente beni di particolare pregio e facilmente trasportabili e non eccedere su beni che pur di valore solitamente non sono oggetto delle attenzioni dei ladri (ad esempio tv, hifi, statue, e similari), per evitare di sovrastimare il bisogno assicurativo. Per gli oggetti contenuti in cassaforte in alcuni casi si può pattuire anche un indice di rischio inferiore, essendo stivati in un involucro tendenzialmente più sicuro. Anche qui è comunque buona norma disporre di adeguata documentazione comprovante il valore degli oggetti assicurati per evitare contenziosi in fase di perizia. In questo caso la formula a valore intero può nascondere maggiori incognite e difficoltà di perizia, dato che sarà necessario ricostruire tutti i beni di pregio, sia quelli rubati, sia quelli in possesso.

Esposizione al rischio
L’ultimo elemento dell’analisi dei bisogni riguarda l’effettiva esposizione al rischio incendio e furto. Ai fini della percezione del bisogno quello che interessa maggiormente è un indice relativo, piuttosto che la probabilità assoluta, espresso in rapporto al rischio medio della popolazione. In questo modo l’interessato può considerare da un lato l’urgenza di una copertura assicurativa, se l’indice di rischio risulta superiore alla media, oppure nel caso contrario può valutare la convenienza dell’assicurazione, visto che il principio assicurativo prevede dei costi proporzionali all’esposizione al rischio.

Per giungere ad una stima sia semplice, sia autorevole, è preferibile adottare il censimento dei fattori di rischio proposta da ANIA in un apposito questionario. Le domande censiscono le caratteristiche di sicurezza degli edifici ai fini dei rischi incendio e similari, ove particolare importanza hanno le caratteristiche strutturali (struttura in cemento, mattoni, legno, ecc.), gli impianti, l’accessibilità per i vigili del fuoco, la data di ultima ristrutturazione ed altre informazioni utili a segmentare e granuralizzare il risultato di stima.

Un separato percorso invece va effettuato per stimare le misure di sicurezza ai fini del furto e della rapina, visto che le misure come l’antifurto, i serramenti, e le caratteristiche di ubicazione e permanenza in casa possono incidere in modo determinante sull’indice di rischio. Entrambi i percorsi attribuiscono un valore relativo di esposizione al rischio in una scala da 1 a 100, dove il 50 rappresenta l’indice di rischio medio dell’intera collettività. Un valore più alto dell’indice comporta una maggiore esposizione ed anche un probabile incremento di costo.

Strumenti di supporto e calcolo
Per automatizzare il percorso di consulenza e fornire all’interessato un adeguato report di analisi della propria situazione del bisogno assicurativo sul patrimonio, è preferibile dotarsi di strumenti che consentano il censimento e il calcolo estimativo dei danni potenziali e dell’indice di rischio. Come si è potuto rilevare nell’analisi circostanziata di questo articolo il tema è decisamente complesso e molto frastagliato. I programmi automatizzati consentono l’esposizione dei percorsi di analisi in funzione dei titoli di proprietà o usufrutto della casa, si collegano ai database aggiornati per il calcolo estimativo dei costi di costruzione, attribuiscono i punteggi ai questionari di rischio, sono insomma uno strumento efficace e puntuale, nonché quantitativo, che consente di esprimere una consulenza adeguata al bisogno, tema quanto mai attuale per il mondo dell’intermediazione assicurativa.

I dati raccolti con questi strumenti e precisati con l’aiuto del cliente stesso consentono inoltre un livello di conoscenza di grado elevato della propria base di clientela. Di seguito proponiamo un esempio di calcolo per la stima del valore di ricostruzione, del danno potenziale da incendio e furto e i relativi percorsi di stima dell’indice di rischio relativo. Come si può notare, tramite una brevissima intervista si può giungere all’esposizione quantificata dei massimali da assicurare e dell’indice di rischio, fornendo un report completo e sintetico di pura analisi del bisogno, alla quale si può collegare organicamente anche la proposta commerciale assicurativa, che dispone in tal modo dell’adeguato livello di conoscenza e consapevolezza da parte del cliente.

L’evento incendio, come abbiamo visto pocanzi, è causa di danni a due categorie di beni individuati in modo separato: il fabbricato e il contenuto (mobili, arredi, elettrodomestici, ecc.). In particolare il danno al fabbricato rappresenta il costo necessario per ricostruire a nuova la casa e solitamente è di gran lunga inferiore al valore commerciale dell’immobile. La stima riportata del valore di costruzione considera i prezzi medi per provincia, la superficie commerciale, tipo e pregio dell’immobile, l’ubicazione, ecc.

Il valore da assicurare, tenendo conto di quello di ricostruzione dell’immobile e il valore del contenuto a rischio incendio nell’abitazione, è di 292.563 euro.

Per quanto invece attiene al rischio furto, come abbiamo visto, nella stima del danno massimo potenziale bisogna considerare solo gli oggetti che possono essere effettivamente rubati. Per via delle caratteristiche dell’immobile e la collocazione il rischio furto risulta essere nella media, ma l’entità del danno (20.000 euro, ossia il valore del contenuto a rischio furto) è marginale, vale la pena considerare in questo caso se assicurarsi o meno contro questo rischio.


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