PREVIDENZA

Autore:  Alberto Cauzzi e Maria Elisa Scipioni
ASSINEWS 332 – luglio-agosto 2021

Inizieremo con questo articolo l’approfondimento di tematiche previdenziali specifiche che, ad una prima presa di visione, possono sconfinare nel tecnicismo con difficile applicazione pratica. In realtà, come avverrà anche nei successivi appuntamenti, analizzeremo argomenti che sono fondamentali nel percorso di consulenza previdenziale.
Il primo elemento della posizione del soggetto nei confronti dell’ente previdenziale, e quindi uno degli elementi più importanti che contribuiscono al calcolo dell’entità e dei requisiti per la prestazione attesa, è la contribuzione accreditata, sia in termini di tempi che di importi delle somme versate.

I periodi coperti da contribuzione di qualsiasi tipo sono calcolati in mesi, oppure in settimane, o in anni, mesi giorni a seconda dell’ente previdenziale. In funzione della posizione del soggetto si possono distinguere diverse tipologie di contribuzione: la contribuzione obbligatoria o effettiva, figurativa, volontaria, da riscatto. Vediamole ora in dettaglio, con solo alcuni cenni per talune tipologie, che meritano un trattamento molto più dettagliato e che quindi approfondiremo con interventi appositi in articoli.

La contribuzione obbligatoria
È la contribuzione versata dall’assicurato e/o dal datore di lavoro in costanza di rapporto di lavoro. Il contributo dovuto è calcolato in proporzione al reddito percepito. Ai fini della contribuzione l’elemento di primaria importanza è la base imponibile su cui si applica l’aliquota contributiva, di cui si possono distinguere sostanzialmente 4 tipologie diverse:

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