Le assicurazioni hanno superato indenni la pandemia e Ivass apre al ritorno dei dividendi. A settembre cesserà l’effetto della raccomandazione europea che prevede restrizioni alle cedole, ha ricordato ieri il presidente dell’istituto e direttore generale della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, durante la sua prima relazione annuale al vertice dell’Ivass, «e non c’è ragione di rinnovarla». Del resto le compagnie italiane hanno chiuso il 2020 con un risultato d’esercizio stabile a 8,6 miliardi (-5% sul 2019) un l’indice di solvibilità del 243% (quasi due volte e mezzo il minimo) più alto di fine 2019 (235%), cresciuto ancora nel 2021 e il roe medio dell’11,6% (12,3% nel 2019). Le restrizioni sul dividendo possono quindi cadere e in ballo ci sono, mal contati, 4,4 miliardi di cedole arretrate da distribuire. Cifra che riguarda in particolare i dividendi congelati nel 2019, mentre l’anno scorso l’autorità aveva deciso di analizzare la situazione delle imprese caso per caso, tenendo fermo il principio dell’Esrb secondo il quale la somma dei pay out nel biennio 2019-2020 non doveva superare il 2018.

Nel caso di Generali, per esempio, il consiglio di amministrazione della compagnia ha deliberato di pagare a maggio scorso 1,01 euro, pay out ordinario dell’utile 2020, oltre a una seconda tranche di 0,46 euro che restava a far conto sul bilancio 2019 (dopo gli 0,50 euro già pagati l’anno scorso), messa da parte per ottobre, ma appesa appunto al via libera delle autorità di vigilanza. Unipol ha pagato invece una cedola di 0,28 euro sul 2020, con l’intero importo 2019 che era stato congelato mentre UnipolSai quest’anno ha riconosciuto 0,18 euro (sul 2020) dopo gli 0,16 euro sul 2019. A questo punto ogni restrizione cadrà. «A meno che la situazione economica, finanziaria e sanitaria non torni a peggiorare seriamente non vediamo necessità di reiterarla», ha detto Signorini ricordando la confusione che si è venuta a creare in Europa con atteggiamenti molto diversi tra le autorità dei vari Paesi. Il presidente non ha fatto nomi ma è noto per esempio che Allianz ha avuto il via libera a mantenere alto il dividendo anche con la pandemia. Posizioni che hanno fatto «emergere ancora una volta l’importanza di un’azione più coordinata», ha puntualizzato Signorini. L’istituto è intervenuto anche sull’Rc Auto spronando all’azione le compagnie che finora non hanno rimborsato i clienti. Se nel 2020 i profitti del settore Vita sono calati del 20% quelli del comparto danni sono cresciuti invece del 45%, grazie anche al calo dei sinistri Rc Auto per la ridotta circolazione.

Un risparmio netto per le imprese di circa 2 miliardi, con ristori per gli assicurati che finora sono stati limitati a circa 800 milioni. «Alcune compagnie si sono mosse su base volontaria, ma non tutte, e non tutte nello stesso modo e nella stessa misura», ha spiegato Signorini, spronando «i ritardatari a riesaminare urgentemente la questione». L’Istituto è poi pronto a lavorare per semplificare quanto possibile la normativa precontrattuale, prendendo spunto dalla recente sentenza del Tar del Lazio, che ha annullato alcune disposizioni Ivass che modificavano il regolamento sulla distribuzione assicurativa, augurandosi poi che anche in Italia «si apra un dibattito sulla possibilità di introdurre forme di assicurazione obbligatoria, semi-obbligatoria o più efficacemente incentivata sui rischi legati alle catastrofi naturali». E sull’evoluzione green fa sapere che eventuali riduzioni di assorbimenti di capitale per investimenti verdi potranno essere applicate solo in caso di un minor rischio effettivo. (riproduzione riservata)

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