All’interno della relazione annuale Ivass vi è il risultato del confronto dei premi medi RCA, al netto del carico fiscale e parafiscale, pagati dagli assicurati in cinque principali Paesi dell’Unione Europea (Italia, Francia, Spagna, Germania, Regno Unito), con un approfondimento sulle relative componenti (costo sinistri, spese, margine tecnico).

I Paesi considerati costituivano, a fine 2019, il 63,4% della popolazione e il 76,3% del
prodotto interno lordo dell’Unione. I dati sono stati acquisiti dalle rispettive Autorità di vigilanza e integrati, ove necessario, con altre informazioni ufficiali.

Oltre al diverso costo della vita, rilevano nei differenziali di prezzo tra paesi le caratteristiche dei sistemi nazionali risarcitori, sanitari e di welfare, in particolare nel trattamento del danno alla persona (danno biologico e patrimoniale).

Infine, va tenuto conto del diverso grado di penetrazione delle assicurazioni contro i danni, in quanto una maggiore raccolta premi nelle assicurazioni non auto può consentire agli assicuratori di offrire tariffe più basse nel comparto auto, utilizzando i maggiori profitti eventualmente derivanti dagli altri rami danni.

Anche nel 2019, l’Italia è risultata l’ultimo dei cinque Paesi per spesa pro-capite per le polizze danni non auto e il primo con riferimento all’RC auto.

RCA

A fine 2019 il premio medio RCA in Italia (premio di tariffa al netto delle tasse)
risultava più alto di circa 91 euro della media dei principali quattro paesi europei.

Il maggior prezzo praticato ai consumatori italiani trova spiegazione nell’elevato costo medio dei sinistri (premio puro), superiore di 88 euro allamedia degli altri paesi, e in spese di acquisizione e gestione nel complesso più elevate di 16 euro.

Il margine tecnico atteso per polizza (al netto dei proventi finanziari e al lordo del risultato futuro dello smontamento della riserva sinistri della generazione 2019), è rimasto significativamente negativo in Italia (-13 euro) a fronte del dato medio positivo degli altri Paesi (5,2 euro), indicando una politica di prezzi scontati più aggressiva da parte delle imprese italiane.

In termini relativi, in Italia il contributo alla determinazione del premio medio del costo dei
sinistri (premio puro) risulta più elevato di circa 5 punti percentuali rispetto al livello medio degli altri Paesi (rispettivamente 83,1% e 77,7%); il costo delle commissioni di acquisizione e spese amministrative in rapporto ai premi è rimasto su livelli più prossimi (21% in Italia, 22,5% negli altri Paesi).

Nel 2019 è proseguito il processo di riduzione del gap dei premi italiani rispetto agli altri
Paesi, in atto dal 2012; tale differenziale si è più che dimezzato (-55,5%) negli ultimi sette anni, riducendosi di 114 euro.