IL MINISTRO DELL’ECONOMIA HA AGGIORNATO LE STIME DI CRESCITA ALL’ASSEMBLEA ABI

Un’iniezione di fiducia il discorso del ministro dell’Economia Daniele Franco in occasione dell’assemblea dell’Abi. «Secondo le stime interne la crescita congiunturale dell’Italia è prossima al 2% nel secondo trimestre. Il Def di aprile stimava una crescita del 4,5% per il 2021, ed era già una previsione molto ottimistica. Oggi però appare raggiungibile addirittura un recupero del pil pari o superiore al 5%, così come un ritorno al livello pre-crisi entro il terzo trimestre 2022». Il ministro però non manca d’osservare che quelle sulla ripresa non sono solo buone notizie ma piuttosto un must: l’imperativo è riguadagnare in fretta il terreno perduto e indispensabile preservare il tessuto produttivo, recuperare posti di lavoro e dare sollievo a famiglie e imprese. E ancora non basta. La sfida principale per la politica economica del Paese è uscire dalla lunga stagnazione che ha preceduto la crisi pandemica recuperando il ritardo con gli altri Paesi europei. Tutti dunque dovranno fare la loro parte e spingere in questa direzione. «I consumi potrebbero dare una spinta importante alla crescita a partire dal terzo trimestre», ha aggiunto Franco. Ma molto farà anche il Pnrr, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che mette in campo un pacchetto di investimenti di dimensioni senza precedenti, con tempi di realizzazione molto più rapidi di quelli usuali. «Prima della crisi pandemica la crescita potenziale dell’Italia era dello 0,6% l’anno. Con il completamento degli investimenti e delle riforme previsti dal Pnrr potrebbe salire all’1,4%», ha sottolineato Franco. E gli effetti si vedranno almeno per i prossimi 5 anni. Secondo le stime nel 2026 la crescita del pil risulterà superiore del 3,6% rispetto a uno scenario senza tali misure. E anche di più se l’ampio programma di riforme previsto dal piano sarà portato a termine in tempi rapidi e nella sua interezza.

Il Piano di Ripresa e Resilienza è dunque una occasione cruciale per sostenere la ripresa e la transizione post pandemica, «ma non deve essere considerato panacea per tutti i ritardi della nostra economia, quanto una componente di una strategia più ampia volta a rendere il Paese più dinamico e inclusivo», ha richiamato Franco. «Serve uno sforzo corale, con amministrazioni pubbliche che facciano servizi di qualità, banche che sostengano questa evoluzione». A proposito di banche, il ministro ha osservato come il settore bancario possa offrire il suo contributo sostenendo il forte aumento degli investimenti atteso come conseguenza dell’impulso dato dal Pnrr. «Usciamo da un ventennio di stagnazione degli investimenti. Il Pnrr stanzia ingenti risorse per gli investimenti pubblici ma mobiiterà anche iniziative del settore privato. Il sistema bancario deve sostenere e facilitare questo processo». La politica di bilancio continuerà a sostenere questo percorso rimanendo espansiva per tutto il 2021 e per il 2022. E altrettanto dovrà fare la prossima riforma fiscale su cui il Governo presenterà a fine mese un disegno di legge delega, «puntando a un sistema più semplice e coerente con le esigenze del sistema produttivo». (riproduzione riservata)

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