di Alberto Chimenti
Dopo l’emergenza sanitaria, che aveva indotto le imprese a rivolgersi agli istituti di credito per far fronte al calo dei flussi di cassa, il progressivo consolidamento della ripresa economica ha alleggerito le tensioni sul fronte della liquidità tanto che nel secondo trimestre del 2021 le richieste di credito hanno registrato una contrazione del 38,5% rispetto al secondo trimestre 2020 riallineandosi ai livelli del 2019. È quanto emerge dall’analisi delle istruttorie di finanziamento registrate su Eurisc, il sistema di informazioni creditizie gestito da Crif, riferita dall’agenzia MF Dow Jones. Simone Capecchi, executive director di Crif ha commentato i dati affermando che «Il trend in atto riguarda sia le società di capitali, che nei primi tre mesi dell’anno hanno fatto segnare un -29,8%, sia le imprese individuali, per le quali la contrazione e’ stata del -50,2%».

Da sottolineare, inoltre, come in questi mesi si sia registrata una consistente flessione per i mutui immobiliari richiesti dalle imprese, con un -62% nel primo semestre rispetto al corrispondente periodo 2020, e per i prestiti personali (-31%). Più contenuta la contrazione rilevata per i fidi (-14%) e per le carte (-9%) mentre i prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi sono l’unica tipologia di finanziamento ad aver fatto segnare un incremento delle richieste (+54%). (riproduzione riservata)

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