Continua a crescere l’attività dell’Arbitro per le Controversie Finanziarie (ACF), l’organismo di risoluzione stragiudiziale delle controversie tra risparmiatori e intermediari finanziari, istituito dalla Consob nel 2016 e operativo da gennaio 2017. Il primo semestre dell’anno ha fatto registrare 903 nuovi ricorsi (874 nello stesso periodo del 2020). Oltre 8.000 i ricorsi complessivamente ricevuti dall’Arbitro Consob dall’inizio della sua attività ad oggi.

Il collegio ha accolto il 65% dei ricorsi esaminati (35% rigettati), riconoscendo risarcimenti per complessivi 13,5 milioni di euro (12 milioni di euro nel primo semestre 2020). Se si tiene conto anche di quanto deciso nei quattro anni precedenti, a metà 2021 le somme complessivamente liquidate a favore dei risparmiatori sfiorano i 100 milioni di euro (97,8 milioni di euro il totale), con una media pro-capite di circa 40.000 euro. Il valore complessivo delle richieste risarcitorie dei risparmiatori nel primo semestre dell’anno è di quasi 47 milioni di euro (circa 50 milioni di euro nel primo semestre 2020), con un valore medio unitario di 50.000 euro; oltre 200 i ricorsi con richieste di risarcimento di importo superiore a 50.000 euro, fino al massimo previsto di 500.000 euro. A metà 2021, le richieste di risarcimento complessivamente formulate all’ACF hanno così superato quota 450 milioni di euro. Il Sud si è confermato, anche nella prima parte del 2021, come l’area di provenienza del maggior numero di ricorsi (41%), precedendo di poco il Nord (40%) e, di molto distanziato, il Centro (19%). A fronte dei 903 ricorsi pervenuti, nel primo semestre 2021 sono stati conclusi 918 procedimenti, con un incremento di oltre il 20% rispetto all’omologo dato 2020 (750). In deciso aumento (+50%) i provvedimenti di estinzione anticipata dei procedimenti assunti dal presidente, su richiesta dei ricorrenti interessati (152 nel primo semestre 2021, 107 nello stesso periodo del 2020). In tendenziale e netto calo, invece, i casi di irricevibilità/inammissibilità dei ricorsi per riscontrate e non sanabili irregolarità formali: 113 nella prima parte dell’anno in corso, mentre erano stati 242 nel corso dell’intero 2020 e 290 nel 2019. Gli intermediari sinora coinvolti nei procedimenti dinanzi all’Arbitro sono 195, di cui 71 nel primo semestre di quest’anno; nel complesso, sono 1.177 gli intermediari aderenti al sistema ACF al 30 giugno scorso. L’area in cui si annidano le maggiori criticità nei rapporti tra investitori retail e intermediari continua ad essere quella dell’informativa propedeutica all’investimento. Troppo spesso i risparmiatori che si rivolgono all’ACF, oltre a non riconoscersi nel loro profilo di investitori per come delineato nell’apposito questionario MiFid, contestano di non aver ricevuto informazioni chiare ed adeguate su cui poter fondare scelte d’investimento consapevoli. (riproduzione riservata)

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