di Anna Messia
Sarà pari a 5,47 euro per ciascuna azione il valore di liquidazione unitario delle azioni Cattolica per gli azionisti della compagnia che il prossimo 30 luglio non volessero aderire al piano che prevede la trasformazione in spa della società cooperativa. Un prezzo che è stato fissato facendo riferimento alla media dei prezzi di chiusura del titolo Cattolica nei sei mesi che precedono la pubblicazione dell’avviso di convocazione dell’assemblea e più basso rispetto ai 5,55 euro che Generali ha fissato nei giorni scorsi come valore di riferimento per la sottoscrizione di 300 milioni di aumento di capitale che sarà riservato al Leone e che corrisponderà al 24,4% del capitale di Cattolica. A questo punto non appare quindi conveniente per i soci esercitare il recesso considerando tra l’altro che il prezzo di borsa sta continuando a salire. Ieri era di 5,23 euro (+2,23%) e sulla partita resta un forte appeal speculativo con Vittoria Assicurazioni che, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, non ha ancora definitivamente abbandonato il dossier lasciano l’incarico nelle mani dell’advisor Ubs. Il piano della compagnia della famiglia Acutis prevederebbe tra l’altro previsto, con il passaggio spa, la fusione di Vittoria all’interno di Cattolica, mantenendo il marchio di quest’ultima, considerato storico, e la sede a Verona. Ma evidentemente non c’è stato allineamento sull’aspetto finanziario e, a meno di colpi di scena, la scelta resta il Leone. (riproduzione riservata)

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