Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Richiamo dell’Antitrust al governo e al Parlamento su alcune criticità contenute nel decreto Rilancio, che è all’esame della Camera. L’authority ha deciso di «segnalare alcune disposizioni» del provvedimento e tra «i principali punti d’interesse, che hanno rivelato le maggiori criticità», c’è la deroga al controllo antitrust per operazioni di concentrazione realizzate nel contesto del sostegno pubblico a banche in liquidazione coatta amministrativa. Le modalità prescelte «per garantire la tutela dei rilevanti interessi generali dell’economia nazionale dovrebbero essere riviste, privilegiando una soluzione che tenga conto dei requisiti di proporzionalità e che non comporti ingiustificate restrizioni della concorrenza.
Nel secondo giorno dell’ops lanciata da Intesa Sanpaolo su Ubi (ieri le adesioni sono salite di un ulteriore 0,32%) hanno tenuto ancora banco le schermaglie tra i due istituti. Dopo le risposte che lunedì via Monte di Pietà ha indirizzato a Ubi, ieri il gruppo guidato da Victor Massiah ha preso di nuovo l’iniziativa. Il tema più sensibile al centro del confronto è rimasto quello della quota che Intesa avrà al termine dell’offerta. Nel caso in cui non riuscisse a fondersi con il target, spiega la nota di Ubi, Intesa «non potrebbe legittimamente imporre a Ubi di dare corso alla cessione» dei 532 sportelli «a Bper e, conseguentemente, alla vendita dei rami assicurativi a UnipolSai», come proposto all’Antitrust. Il tema della partecipazione post ops era stato posto per la prima volta proprio dall’authority guidata da Roberto Rustichelli, che, sollecitata sul tema dai legali di Ubi, aveva sollevato il problema dell’attuazione degli accordi senza il controllo dei due terzi. L’obiezione non è delle più lineari e si vedrà se il collegio dell’Antitrust la farà sua nel verdetto finale atteso entro il 25 luglio prossimo.
- Bankitalia: eroso il reddito di metà delle famiglie
Italiani più poveri dopo il lockdown. Le misure decise dal governo per contenere la diffusione del Covid-19 hanno comportato un calo dei redditi delle famiglie italiane, soprattutto quelli da lavoro autonomo. Oltre un terzo degli italiani -sostiene un’indagine staordinaria condotta da Bankitalia- dichiara di non avere risorse liquide sufficienti per far fronte alle spese per consumi essenziali della famiglia per un periodo di tre mesi. Anche le aspettative di spesa risentono della situazione economica: oltre la metà della popolazione ritiene che, anche a epidemia archiviata, le spese per viaggi, vacanze, ristoranti, cinema e teatri saranno inferiori a quelle pre-crisi. Nel dettaglio, poco meno della metà degli italiani ha inoltre dichiarato che già prima dell’emergenza sanitaria arrivava a fine mese con difficoltà, con quote più elevate per i lavoratori dipendenti a termine (55%) e per i disoccupati (64%). Negli ultimi due mesi, oltre la metà del campione ha riferito di aver subìto una contrazione del reddito familiare, pur tenendo conto degli eventuali strumenti di sostegno ricevuti. Per il 15% il calo è stato di oltre la metà del reddito complessivo, con un impatto particolarmente acuto tra i lavoratori non dipendenti: quasi l’80% ha visto diminuire il proprio reddito e per il 36% la flessione del reddito familiare è di oltre la metà.
- Micromobilità, ora c’è anche la polizza
The Human Safety Net, l’iniziativa di Generali che punta a liberare il potenziale delle persone che vivono in contesti di vulnerabilità, ha presentato la prima Relazione delle attività, un racconto del crescente impatto sociale del gruppo assicurativo nelle comunità in cui è presente tra Europa, Asia e America Latina.
- Mediolanum, raccolta netta a 423 mln
La raccolta netta totale del Gruppo Mediolanum a giugno è risultata positiva per 423 milioni di euro, mentre la raccolta netta in risparmio gestito si è attestata a 540 mln. Il risultato della raccolta netta totale di questo primo semestre è straordinario», ha detto l’a.d. Massimo Doris: «con 423 milioni a giugno sono stati superati i 5 miliardi, il 146% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno». «Il dato relativo al risparmio gestito», ha aggiunto, «con 540 milioni nel mese, oltre 2 miliardi da inizio anno, in crescita del 46%, anche a giugno ha visto la quasi totalità della raccolta in fondi destinata ai comparti azionari». A ritmo sostenuto anche le altre attività commerciali, con oltre 1,3 miliardi di erogazioni alla clientela da inizio anno (+8%) e la raccolta di premi legati alle polizze protezione, con 59,6 milioni (+31% anno su anno)». Intanto, la piattaforma europea di asset management del gruppo Bancario Mediolanum, Mediolanum International Funds (Mifl), ha lanciato il nuovo fondo, Mediolanum global demographic opportunities, che si aggiunge alla gamma dei fondi multi-manager Best Brands
- Generali, riacquistati 600 mln di subordinati
Generali Ass. ha completato con successo il riacquisto di circa 600 milioni di euro di titoli subordinati con call 2022 e il collocamento del suo secondo green bond. Alla scadenza dell’offerta di riacquisto, si legge in una nota, l’importo nominale aggregato di tutti i titoli offerti ammontava a 778.381.340 euro che rappresenta approssimativamente il 50% dell’importo nominale complessivo dei titoli in circolazione pari a 1.553.911.000 euro. In conformità con i termini e le condizioni dell’invito, Generali accetterà in riacquisto dai portatori un importo nominale aggregato di 599.976.820 di euro equivalente di titoli delle tre serie. Inoltre, Generali ha collocato nella giornata di lunedì un nuovo titolo Tier 2 denominato in euro con scadenza luglio 2031, che sarà emesso sotto forma di green bond ai sensi del Green Bond Framework dell’offerente disponibile al seguente indirizzo www.generali.com.
- Danno erariale, firme più veloci
Due articoli del decreto sono dedicati al superamento del cosiddetto «sciopero della firma», quel fenomeno che spinge molti funzionari pubblici a non dare il via libera ai cantieri nel timore di finire sotto inchiesta. Si prevede così che, sempre fino al 31 luglio 2021, la responsabilità per danno erariale, della quale il dipendente pubblico può essere chiamato a rispondere dalla Corte del Conti, sia limitata al solo dolo per quanto riguarda le azioni, mentre resta invariata, e comprende quindi anche i comportamenti colposi, per quanto riguarda le omissioni. L’obiettivo di questa riforma, ha spiegato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è di far sì che sia più rischioso non fare che fare. I funzionari saranno infatti chiamati a rispondere più facilmente per eventuali omissioni o inerzie piuttosto che nel caso di condotte volte a sbloccare i cantieri. Inoltre, la fattispecie del dolo viene riferita all’evento dannoso e non alla sola condotta. Per assistere il funzionario nelle sue decisioni, viene rafforzato il controllo concomitante da parte della Corte dei conti sulle procedure. Il decreto riforma anche il reato dell’abuso d’ufficio con una definizione meno vaga che rende punibili solo specifici comportamenti difformi da quanto puntualmente previsto dalle norme e non quelli dove ci sia un margine di discrezionalità.
- L’Europa taglia le stime sul Pil: Italia ultima, crollo dell’11,2%
«La pandemia ha colpito l’economia europea in modo più forte dell’atteso, anche se un cauto rimbalzo sta cominciando». Nel dettaglio, il Pil crollerà quest’anno nell’Eurozona dell’8,7% rispetto al 7,7% stimato a maggio e nell’Ue a 27 dell’8,3% rispetto al 7,4%. Anche la crescita nel 2021 sarà leggermente meno robusta. L’Italia subisce la frenata più grave: -11,2% quest’anno rispetto al -9,5% stimato in primavera, con una ripresa del 6,1% per il 2021 (era 6,5%). Dietro di noi la Spagna con -10,9%, la Croazia -10,8% e la Francia -10,6%.Tengono la Germania -6,3% e l’Olanda -6,8%. La migliore è la Polonia con un -4,6%. «L’Italia è stato il Paese con il periodo di chiusura dell’attività più prolungato — ha spiegato Gentiloni — l’ha introdotta per prima e ha rilasciato il confinamento più o meno in linea con gli altri Stati, per questo la situazione è quella che è». Gli effetti li ha certificati l’Istat con un’indagine sulle imprese con oltre 3 addetti, da cui è emerso che oltre un’azienda su tre rischia la chiusura per il Covid. «L’impatto della crisi sulle imprese è stato di intensità e rapidità straordinarie, determinando seri rischi per la sopravvivenza — spiega l’istituto di statistica —: il 38,8% delle imprese italiane (pari al 28,8% dell’occupazione, circa 3,6 milioni di addetti) ha denunciato l’esistenza di fattori economici e organizzativi che ne mettono a rischio la sopravvivenza nel corso dell’anno». Il pericolo di chiudere è più altro tra le micro imprese (40,6%) e le piccole (33,5%) ma è «significativo» anche tra le medie (22,4%) e le grandi (18,8%).
- Accenture, lo studio sulle nuove paure nel mondo connesso
Il mondo post-pandemico ha inaugurato anche l’era del tech-lash, il rigetto della tecnologia. I consumatori cosidetti tecno-resistenti iniziano a far sentire la loro voce denunciando le storture dell’era dei dati e la violazione frequente della privacy. Ma davvero in pochi possono oggi sottrarsi all’uso quotidiano della tecnologia. Tanto che alla fine, secondo la multinazionale della consulenza Accenture, più che di tech-lash si dvrebbe parlare di tech-clash, di scontro tra due mondi, o di disallineamento tra le richieste dei consumatori e l’offerta. Nel report «Techvision 2020» Accenture sottolinea come la pandemia abbia aperto questa forbice e come i leader del futuro saranno quelli capaci di gestire il tech-clash. Ed evitare un futuro di contrapposizioni tra guelfi e ghibellini, tra tecno-ottimisti e luddisti tecnologici. Ricorda Fabio Benasso (foto), ceo di Accenture Italia, come le misure di contenimento e l’impatto del digitale abbiano ridisegnato il nostro modo di lavorare e consumare e come occorra oggi un maggior sforzo dalle imprese per fare il salto che manca. Non si può non notare che la tecnologia sia stato il collante, con le reti, i router, i modem, le vpn. Stanno cambiando le supply chain globali. L’esito è quello che Benasso definisce la stella polare di ogni ragionamento: ogni soggetto economico deve garantire la continuità del business.
- Ubi-Intesa, botta e risposta su fusione e cessioni a Bper
Continua il braccio di ferro tra Ubi e Intesa Sanpaolo mentre l’offerta pubblica di scambio sulla banca bresciano-bergamasca chiude il suo secondo giorno con adesioni pari allo 0,3% del capitale (l’Ops termina il 28 luglio). Ieri la banca guidata dal ceo Victor Massiah è tornata su uno dei punti-chiave dell’operazione che Intesa ha orchestrato con l’advisor Mediobanca e lo studio Pedersoli: la cessione di 532 sportelli di Ubi a Bper, anche se non potrà procedere alla fusione. Un passaggio che, però, ribadisce Ubi assistita da Credit Suisse e Goldman Sachs e dallo studio legale BonelliErede, non si può fare unilateralmente.
- Peggiorano le stime sul Pil, per l’Italia un crollo dell’11,2 %
Alle prese con gli effetti nefasti dell’epidemia scoppiata in inverno, la Commissione europea ha rivisto al ribasso le sue stime economiche nella zona euro per il 2020-2021, pur esprimendo la speranza che «il peggio possa essere passato». La ripresa sta prendendo piede, ma rischia di essere incerta e provocare nuove divergenze tra i Paesi membri. La previsione più deludente riguarda l’Italia: la recessione quest’anno rischia di essere quasi il doppio di quella tedesca. L’impatto economico del lockdown è più grave di quanto inizialmente previsto, ha spiegato ieri il commissario agli affari economici Paolo Gentiloni. «La risposta politica in tutta Europa ha contribuito ad attenuare l’impatto per i nostri cittadini. Eppure, permane la tendenza a crescenti divergenze, disuguaglianze e insicurezze». Bruxelles ha quindi rinnovato un appello in vista di un rapido accordo sul bilancio comunitario 2021-2027. Un vertice europeo è previsto il 17-18 luglio.
- Bankitalia: colpito il reddito di metà della popolazione
Un quadro drammatico per le famiglie italiane a causa degli effetti del Covid-19. Limitate “riserve” economiche, reddito falcidiato, difficoltà a pagare il mutuo. La Banca d’Italia tra fine aprile e inizio maggio 2020 ha condotto un’indagine straordinaria sulle famiglie italiane per raccogliere informazioni qualitative sulla situazione economica e sulle aspettative durante la crisi legata alla pandemia. Ebbene, oltre a un diffuso calo nei redditi, «più di un terzo degli individui dichiara di disporre di risorse finanziarie liquide sufficienti per meno di tre mesi a coprire le spese per consumi essenziali della famiglia in assenza di altre entrate, un periodo compatibile con la durata del lockdown legato all’emergenza Covid-19». Questa quota supera il 50% per i disoccupati e per i lavoratori dipendenti con contratto a termine. Poco meno di un quinto dei lavoratori indipendenti e dei lavoratori dipendenti con contratto a termine si trova in questa condizione e contemporaneamente ha subito una riduzione di oltre il 50% del reddito familiare nei primi due mesi della emergenza sanitaria.
- Istat: una impresa su tre potrà chiudere
«L’impatto della crisi sulle imprese è stato di intensità e rapidità straordinarie, determinando seri rischi per la sopravvivenza: il 38,8% delle imprese italiane (pari al 28,8% dell’occupazione, circa 3,6 milioni di addetti) ha denunciato l’esistenza di fattori economici e organizzativi che ne mettono a rischio la sopravvivenza nel corso dell’anno». Il quadro emerge da un’indagine sulle imprese sopra i tre addetti dell’Istat: «Il pericolo di chiudere è più altro tra le micro imprese (40,6%) e la piccole (33,5%) ma è «significativo» anche tra le medie (22,4%) e le grandi (18,8%). Oltre sei alberghi e ristoranti su dieci – scrive l’Istat – rischiano la chiusura entro un anno a seguito dell’emergenza Coronavirus mettendo in pericolo oltre 800 mila posti di lavoro. A rischio di sopravvivenza ci sono il 65,2% delle imprese di alloggio e ristorazione (19,6 miliardi di euro di valore aggiunto). A queste si aggiungono il 61,5% delle aziende dello sport, cultura e intrattenimento (con 3,4 miliardi di euro di valore aggiunto e circa 700 mila addetti).
- Chubb stima a 1,4 miliardi di dollari nel secondo trimestre le perdite globali legate al Coronavirus
L’assicuratore globale danni/infortuni ha stimato 1,8 miliardi di dollari di perdite catastrofiche al lordo delle imposte per il secondo trimestre, ovvero 1,5 miliardi di dollari al netto delle imposte. Di questi, quasi 1,4 miliardi di dollari di perdite catastrofiche al lordo delle imposte derivano dalla pandemia del coronavirus, o 1,15 miliardi di dollari al netto delle imposte. Le perdite dovute ai gravi eventi meteorologici americani e ai disordini civili negli Stati Uniti costituiscono la differenza, ha detto Chubb. Circa il 71% della stima COVID-19 si riferisce al segmento Commercial P/C Insurance del Nord America e il 28% al segmento Overseas General Insurance.
- In Canada nuova Class Action per Business Interruption
Koskie Minsky LLP e il Merchant Law Group hanno lanciato una proposta di azione legale nazionale collettiva, sostenendo che le compagnie di assicurazione canadesi hanno violato i loro contratti con gli imprenditori rifiutando di pagare per le interruzioni di attività causate dalla pandemia di coronavirus. I querelanti sostengono inoltre che il settore assicurativo ha cospirato per negare la copertura prima ancora che vengano presentate le richieste di risarcimento. Sono anche presunte negligenze e violazioni del dovere di buona fede.
- Gli assicuratori temono un rimbalzo degli incidenti auto questa estate
Dopo la diminuzione dei sinistri durante il lockdown, gli assicuratori temono un rimbalzo durante l’estate. I prossimi mesi saranno quindi decisivi per quegli attori che si sono sentiti
criticare per aver approfittato della crisi sanitaria.
“I nostri clienti urbani tendono a non non prendere mezzi di trasporto pubblici, ma piuttosto la loro auto, e c’è una buona probabilità che durante le vacanze, useranno il loro veicolo per andare in vacanza Francia”, sottolinea Olivier Sposato, CEO di Direct Assurance, una filiale AXA. Questo potrebbe forse invertire la tendenza.
- Il partner di Talanx Meiji Yasuda vende il pacchetto azionario