Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

Sono stati sei mesi complessi anche per i fondi pensione per via dei crolli dei listini innescati dalla pandemia. Entrati nel 2020 con l’eredità positiva del 2019, i primi tre mesi si sono chiusi in rosso: -5,2% medio al netto di costi e fiscalità per i fondi negoziali, -7,5% per i fondi pensione aperti e -12,1% per le polizze previdenziali di tipo unit linked (pip). Poi la poderosa discesa in campo delle banche centrali, con l’avvio di piani straordinari di politica monetaria a sostegno delle economie globali messe sotto scacco dall’emergenza del Coronavirus, ha permesso un repentino recupero dei mercati finanziari. Risultato: nei primi sei mesi le perdite dei fondi pensione negoziali si sono ridotte al -0,9% medio e quelle degli aperti al -2,1%. Ma non manca chi è riuscito a chiudere il semestre sopra la parità con rendimenti netti superiori all’1%, tra i negoziali e oltre il 3% tra gli aperti. Dai dati dei fondi negoziali raccolti da MF-Milano Finanza emerge infatti che la migliore è stata la linea Dinamica di Laborfonds con il 1,16%. Sopra l’1% c’è anche il comparto Reddito di Solidarietà Veneto (1,15%). Entrambi sono fondi regionali, il primo Laborfonds è dedicato ai dipendenti di datori di lavoro che operano nel territorio del Trentino Alto Adige (possono aderire al fondo anche i soggetti fiscalmente a carico degli aderenti), il secondo è riservato ai lavoratori dipendenti e autonomi attivi nella regione Veneto. Bene anche la linea Crescita di Fon.Te.
Neppure il futuro previdenziale sarà immune dai riverberi della crisi epidemiologica. Lo sottolinea l’Ania (nel report «La previdenza complementare e il valore della garanzia») che torna a ribadire la sempre maggiore importanza che fondi pensione e polizze pensionistiche (pip) possono fornire al mantenimento del tenore di vita. Suggerimenti che rappresentano utili stimoli per il confronto che già si è aperto sulla riforma del welfare. Come sottolinea anche l’Ivass, la pensione complementare non è un elemento aggiuntivo ma un fattore fondamentale e imprescindibile del benessere previdenziale. Nel proprio paper l’Associazione delle compagnie assicurative presieduta da Maria Bianca Farina riporta le evidenze che emergono da una analisi di Insurance Europe condotta a febbraio scorso sulle preferenze dei cittadini europei in materia previdenziale.
L’ora degli esami antivirus si avvicina. La prima big assicurativa europea ad alzare il velo sui dati del primo semestre 2020 che mostreranno tutti gli effetti del Covid-19 nei mesi più difficili sarà Generali, che il prossimo 30 luglio comunicherà i conti al mercato. Poi, a cascata, toccherà alla tedesca Allianz (5 agosto), alla francese Axa (il 6 agosto) e infine alla svizzera Zurich, che ha fissato l’appuntamento per il 13 agosto. L’attesa è di un impatto decisamente importante, non solo in termini di maggiori sinistri ma anche di calo dei premi e di redditività. E non poteva essere diversamente considerando che il virus ha scatenato la più grave recessione economica in quasi un secolo e sta provocando enormi danni alla salute, al lavoro e al benessere delle persone, con tante incognite che restano ancora da sciogliere.
La famiglia Maramotti, con 20 marchi della moda, 41 società, 2.500 negozi monomarca e 5.600 dipendenti, ha un patrimonio di 4 miliardi. Ecco il nuovo profilo della galassia fondata dall’imprenditore emiliano. Dove Credem sarà polo aggregante
Zurich Io Decido è una assicurazione sulla vita che consente di costruire una rendita vitalizia. Si tratta di una polizza che da la possibilità di scegliere tra due opzioni differenti di rendita: vitalizia immediata, pagando un premio unico, oppure vitalizia differita, ed è su quest’ultima scelta che viene focalizzata l’analisi nella versione a premio annuo. In questo caso la riscossione della rendita decorre dalla scadenza del periodo di differimento definito alla stipula del contratto. Io Decido consente quindi di perseguire l’obiettivo di integrazione del reddito o della pensione costruendo una rendita futura attraverso il versamento di premi annuali di importo fisso. Le prestazioni del prodotto si rivalutano annualmente in base ai rendimenti della gestione separata Zurich Style, un portafoglio d’investimenti detenuto da Zurich composto prevalentemente da titoli obbligazionari.
UnipolSai Risparmio Bonus un piano di risparmio che mira a premiare la fedeltà nei pagamenti nel tempo. Tecnicamente si tratta di una assicurazione di capitale differito con rivalutazione annua, con Bonus, a premio annuo costante con controassicurazione e con coefficiente garantito di rendita vitalizia controassicurata a scadenza. In sostanza l’obiettivo, realizzabile tramite un piano di versamenti annui, è la rivalutazione del capitale iniziale in funzione del rendimento della gestione separata Valore UnipolSai. La misura di rivalutazione annua non può essere negativa ed è pari al rendimento realizzato dalla gestione separata, al netto del rendimento trattenuto dalla società e scontato del tasso tecnico (0%).
Agevolazioni e benefici fiscali. Per sfruttare al meglio i fondi pensione è opportuno conoscere opzioni e normative che permettano di orientarsi nel mondo della previdenza complementare.

 

  • Le verdi periferie Unipol
Oltre ai 100 mila metri quadrati che sta sviluppando a Porta Nuova, il gruppo assicurativo scommette sul rilancio di tre zone nel downtown milanese. Dove investirà quasi 600 milioni di euro. Proprio le periferie del resto sono la nuova frontiera del real estate per forgiare le metropoli del futuro, all’insegna in particolare di sostenibilità, salute e inclusione, i nuovi driver dello sviluppo immobiliare che fanno il paio con concetti come recupero, riqualificazione e reinvenzione di aree prima adibite ad altro.

  • Le Casse valutano la partecipazione in Aspi
Una «corsia» dell’Aspi (Autostrade per l’Italia) dedicata alle Casse previdenziali dei professionisti: è lo scenario che potrebbe delinearsi, all’indomani delle decisione governativa di dar vita a un restyling industriale del settore, una volta uscita di scena Atlantia, la società che fa capo alla famiglia Benetton. E che, comunque, dovrà percorrere una linea retta, che comprenda tanto la garanzia per gli investitori istituzionali di godere di «flussi cedolari periodici», quanto la chiarezza sulla «governance», giacché l’Adepp (l’Associazione degli Enti pensionistici privati) guarda col sopracciglio alzato all’«idea della politica di entrarvi con Cdp (Cassa depositi e prestiti), che è un ibrido», sottolinea il presidente Alberto Oliveti, perché «vive del risparmio postale ed è partecipata dal ministero dell’Economia», dunque, si pone «un problema importante», essendo «a cavallo tra pubblico e privato». L’ipotesi di condurre l’operazione finanziaria, riferisce a ItaliaOggi anche in qualità di guida dell’Enpam (medici e dentisti), «l’ho affrontata con alcuni colleghi», a partire da coloro che figurano tra gli azionisti del fondo infrastrutturale F2i: i vertici di Cassa geometri, Inarcassa (ingegneri e architetti) e Cassa forense (avvocati). Piena disponibilità a «valutare ogni opportunità valida d’investimento» da parte del presidente di Inarcassa (che oltrepassa gli 11 miliardi di beni, di cui il 40% resta nei nostri confini) Giuseppe Santoro, lontano dalla «scia dell’emotività», ma in qualità di «partner» dello Stato.
  • Morning Capital entra in Blue sgr
Morning Capital, full service provider immobiliare partecipato da Vittoria assicurazioni, entra a far parte dell’azionariato di Blue sgr. Quest’ultima è nata dal rebranding di Sator immobiliare sgr, a seguito dell’operazione di acquisto delle partecipazioni detenute dal private equity gestito da Sator (58,42%) e da Unodueerre (9,74%) da parte del suo management (Carlo Alessandro Puri Negri e Paolo Rella) e di un pool di investitori. Morning Capital deterrà il 5% della neonata sgr e si affiancherà a Fratelli Puri Negri (41%), Carlo Clavarino (16,25%), Recchi ingegneria e partecipazioni (16,25%), Cassa nazionale del notariato (7,5%), Stoneweg (7%) e Vertex (7%).

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  • Mediobanca “pigliatutto” alla sfida Mps
Quel poco o tanto (dato i mercati ballerini per il Covid) di fusioni e acquisizioni che c’è stato a Piazza Affari, è passato per la divisione corporate and investment banking di Piazzetta Cuccia. Nell’Offerta di scambio di Intesa su Ubi, Mediobanca era l’unico advisor. Anche per decidere i futuri destini di Mps, il Mef ha appena scelto la squadra guidata da Francesco Canzonieri. Sulla vendita ai fondi di private equity delle quota di Tim delle torri di Inwit Mediobanca c’era, ed era al fianco di Enel sulla valutazione di Open Fiber, accanto ai Benetton sulla vicenda Atlantia, a Violetta Caprotti sulla vendita di Esselunga e alla Clessidra che fa capo all’Italmobiliare dei Pesenti per l’acquisto dell casa vinicola Botter. Stesso discorso per l’Ipo della matricola dei record, ovvero la Gvs della famiglia Scagliarini. Chissà cosa dirà ora Leonardo Del Vecchio, che di Piazzetta Cuccia è il primo azionista con il 10% del capitale, e in attesa che la Bce lo autorizzi a salire al 20%. Lo scorso autunno Del Vecchio aveva criticato l’ad di Mediobanca Alberto Nagel per «essersi seduto sugli allori», aspettando i dividendi delle Generali. Una critica che ora si sentirebbe di ripetere?

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  • Blackrock, 7.300 miliardi in gestione
Blackrock, la più grande società d’investimento al mondo, ha registrato nel secondo trimestre un utile in rialzo del 21% a 1,2 miliardi di dollari. I ricavi sono aumentati del 4% a 3,6 miliardi di dollari, oltre le attese. Il trimestre si è concluso con 7.300 miliardi di dollari gestiti per i clienti, in rialzo dai 6.500 miliardi di marzo grazie anche ai consistenti rialzi delle Borse dopo i crolli di marzo per l’esplosione del Covid-19. Nell’ultimo trimestre, i fondi Etf hanno raccolto 51 miliardi di dollari, contro i 36 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente.

  • «Cattolica, Generali tutela tutti Senza la Spa aumento a rischio»
«Sono sicuro che l’assemblea di fine mese approverà la trasformazione in spa, in caso contrario il tema tornerà comunque sul tavolo». E questo perché, spiega il direttore generale di Cattolica, Carlo Ferraresi, in questo colloquio con Il Sole 24 Ore, sebbene «l’assemblea sia sovrana», fare un aumento di capitale da 500 milioni con la «struttura della cooperativa» ha un rischio «elevatissimo». E la compagnia non può permetterselo. Certo, c’è da interrogarsi sugli errori passati, quelli che hanno portato Cattolica a dover agire in fretta e furia per trovare una soluzione. Ma per Ferraresi ora quella soluzione esiste ed è Generali. Per il manager che ha tessuto fin da subito i contatti anche con Vittoria, l’opzione del Leone è un’occasione da non perdere, perché Trieste ha dato le proprie garanzie su due punti chiave: «La tutela delle persone e la valorizzazione della compagnia».

  • A giugno vira in negativo la raccolta dei Pir (-11,5 milioni)
La raccolta dei Pir ha virato in negativo. Difficile stabilire se sia un’inversione di rotta, una pausa, o magari se l’attenzione si stia rivolgendo ai nuovi Pir alternativi, fatto sta che dopo due mesi consecutivi all’insegna del recupero, a giugno il saldo dei piani individuali di risparmio analizzati dall’Osservatorio di Plus24 si è nuovamente tinto di rosso per 11,5 milioni. Rispetto ai mesi scorsi non è successo nulla di particolare che possa aver giustificato questo atteggiamento. È quindi probabile che una parte di sottoscrittori abbia semplicemente preferito riposizionare i portafogli altrove, mentre un’altra magari vuole aspettare a capire quale potrebbe essere l’effettivo impatto sul mercato finanziario italiano della crisi sanitaria, soprattutto in vista dell’autunno. Il fattore stagionale, poi, potrebbe aver spinto a far rimandare le scelte di investimento almeno fino a quando lo scenario sarà più chiaro, tanto più che le previsioni economiche non sono affatto rosee.
  • Turismo, ancora sotto tiro ripresa lenta e solo nel 2021
  • Polizze casa, orientarsi con il sismabonus
  • La “homebox” non decolla in Italia
A differenza di quanto avvento nel settore auto, tra le polizze casa la scatola nera, che permette di monitorare in questo caso quanto avviene nella propria abitazione, non decolla. Le polizze che proteggono le abitazioni abbinando al contratto l’utilizzo di sensori che agevolano la rilevazione dei problemi e incidenti domestici non stanno conoscendo un largo sviluppo.  A fronte di un mercato della Smart Home (casa connessa) che in Italia continua a crescere a ritmi sostenuti nel 2019 (+40%), superando così il mezzo miliardo di euro, il canale assicurativo resta al palo , continuando a rappresentare solo il 3%. Anzi, alcune compagnie stanno ripensando l’offerta. Lo spiega Giulio Salvadori, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano. Ora resta da vedere quale effetto avrà la pandemia su questo business.