Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Cattolica ha detto ufficialmente sì all’operazione Intesa Sanpaolo su Ubi Banca. Ieri la compagnia veronese presieduta da Paolo Bedoni ha riunito il consiglio di amministrazione e ha annunciato la sua adesione all’ops lanciata da Ca’ de Sass. Una decisione che era nell’aria da qualche settimana e che è legata a filo doppio all’operazione che Generali ha annunciato nei giorni scorsi sulla compagnia veronese, con l’ingresso nel capitale con il 24,5% come conseguenza della sottoscrizione di 350 milioni dei 500 milioni di ricapitalizzazione chiesto da Ivass a Cattolica e condizionato alla trasformazione in spa della compagnia organizzata oggi come cooperativa. A tal proposito ieri Bedoni, scrivendo a dipendenti e agenti, li ha invitati a non considerare un tabù il passaggio a spa, (che sarà votato con la prossima assemblea del 31 luglio) mentre il direttore generale, Carlo Ferraresi, ha negato che l’ingresso di Generali sia una svendita. Ma il malcontento dei soci Cattolica resta alto e sul territorio proseguono gli incontri, con Vittoria Assicurazioni che ha fatto ufficialmente sapere di essere pronta a rientrare nella partita (si veda MF-Milano Finanza del 2 luglio). Mentre, tornando all’operazione Intesa, ieri dal Car hanno fatto sapere che «la scelta di Cattolica appare
 essere probabilmente una scelta motivata da ragioni che non sonocomuni a quelli della generalità degli azionisti di Ubi».
Sono stati 3.724 i casi di frode relativi al furto di identità e utilizzo illecito di dati personali rilevati in Sicilia nel corso del 2019, un dato che posiziona l’Isola al terzo posto nazionale alle spalle di Campania e Lombardia. Lo dice l’Osservatorio sulle Frodi Creditizie realizzato da Crif-MisterCredit evidenzia che nel 2019 in Italia i casi rilevati siano stati oltre 32.300 per un danno stimato che complessivamente supera i 150 milioni di euro. Con il furto di identità e il successivo utilizzo illecito dei dati personali e finanziari lo scopo è quello di ottenere credito o acquisire beni con l’intenzione premeditata di non rimborsare il finanziamento e non pagare il bene. In Sicilia la provincia con più casi è Palermo (1.020) quinta a livello nazionale, seguita da Catania, con 842 (sesta posizione) e da Siracusa, con 433.
  • Nuovo investimento in Yolo per l’instant insurance
Intesa Sanpaolo investe ancora nell’insurtech Yolo. Neva Finventures (il Corporate Venture Capital di Intesa Sanpaolo Innovation Center, già azionista Yolo dal 2019) e Intesa Sanpaolo Vita sono stati i lead investors del round di investimento da 3 milioni lanciato dalla società assicurativa. L’aumento di capitale, sottoscritto anche da Primomiglio sgr, già nel capitale, ha incrementato la compagine azionaria di Yolo con nuovi investitori, attivi in settori diversi. Oltre a Intesa Sanpaolo Vita sono entrati Banca di Piacenza, Be Shaping the Future (partecipata da Tamburi Investment partners) e Crif. «La partnership con Yolo ha una valenza strategica per la divisione Insurance, che intende sfruttare le potenzialità dell’insurtech per rafforzare l’offerta, aumentando il ricorso a contratti e canali digitali, e a forme di instant insurance. Con lo stesso obiettivo si creerà un laboratorio permanente di sperimentazione dell’innovazione digitale», dichiara Nicola Maria Fioravanti, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo Vita e responsabile divisione assicurativa del gruppo Intesa Sanpaolo. Il gruppo bancario, già leader in Italia nel ramo Vita, punta alle partnership per raggiungere il primato anche nel Danni non auto, come mostra l’operazione Yolo ma anche il recente acquisto della maggioranza di Rbm Assicurazione Salute. Due mosse legate tra loro considerando che in queste settimane il gruppo sta lavorando ad un’offerta salute digitale che tenga conto anche del rischio pandemia. «Dall’avvio abbiamo raccolto un capitale di 10 milioni, con 11 investitori funzionali allo sviluppo del business», dice Gianluca De Cobelli, co-founder e ad di Yolo Group che, dopo la Spagna, guarda a nuovi mercati esteri dove espandersi.

Generali lancia la prima campagna pubblicitaria globale nei suoi primi 189 anni di storia. Tema della pianificazione: la celebrazione degli oltre 150 mila agenti che rappresentano concretamente il significato dell’essere «Partner di Vita» per i propri clienti. Il gruppo assicurativo di Trieste è nato, infatti, nel 1831 e adesso vuole mettere maggiormente in risalto il ruolo fondamentale dei suoi agenti, definiti gli «eroi» di Generali che offrono prodotti e servizi personalizzati alla clientela.
«Attraverso l’operazione con Generali abbiamo difeso Cattolica, allontanando chi voleva distruggerne il valore per soci e azionisti, calpestando la nostra realtà»: è il messaggio che il presidente della compagnia veronese, Paolo Bedoni, e il d.g. Carlo Ferraresi hanno inviato ai dipendenti per spiegare l’operazione con il Leone e l’aumento di capitale da 500 milioni. «Credo fortemente che oggi chi ci attacca non voglia costruire nessuna casa, ma voglia soltanto difendere il proprio fortino», sottolinea Bedoni.
Circa metà delle imprese italiane (47%) ha chiesto prestiti mediante l’accesso a uno degli strumenti messi a disposizione dai decreti legge «Cura Italia» (n. 18/2020, convertito con modificazioni nella legge 27/2020) e «Liquidità» (n. 23/2020, convertito con modificazioni nella legge 40/2020); di queste circa il 70% delle domande ha trovato accoglimento, in forma totale o parziale. Ma la maggior parte delle imprese ritiene che ci vorrà almeno un anno per tornare ai livelli di fatturato raggiunti precedentemente all’insorgere della pandemia. E solo il 3% crede di non poter più tornare alla quota di ricavi pre-covid. E’ quanto emerge da una indagine condotta dalla Banca d’Italia tra il 25 maggio e il 17 giugno 2020 presso le imprese italiane con almeno 50 addetti, nell’ambito dell’indagine su inflazione e crescita. Sempre secondo il report di via Nazionale, nel secondo trimestre dell’anno sono peggiorati i giudizi sulla situazione economica generale rispetto alla precedente indagine condotta in marzo, mentre le condizioni di accesso al credito sono peggiorate solo lievemente (il saldo si è ridotto di 3 punti percentuali, da -5). Sul fronte occupazionale, migliorano i giudizi nell’edilizia, mentre restano valutazioni critiche nel comparto industriale in senso stretto. Ma andiamo con ordine.
Dolo, danno ingiusto e violazione di «specifiche regole di condotta espressamente previste dalla legge o da atti aventi forza di legge e dalle quali non residuino margini di discrezionalità». È la fotografia del reato di abuso d’ufficio dell’era Covid-19. La nuova figura, che sostituisce la precedente versione (che prevedeva invece la violazione di norme di legge o di regolamento) è stata tratteggiata dal governo in una disposizione contenuta nel decreto-legge semplificazioni varato dall’esecutivo il 7 luglio scorso. Il dispositivo prevede anche una nuova disciplina per il dolo ai fini della responsabilità per danno erariale aggravando l’onere della prova ponendo in capo all’accusa l’obbligo di dimostrare la volontà dell’evento dannoso.
  • New entry nel capitale di Yolo
Intesa Sanpaolo ha aumentato la sua quota nel capitale di Yolo, il gruppo italiano di servizi e intermediazione assicurativa digitale. Lead investor dell’operazione sono Neva Finventures, il corporate venture capital che fa capo a Intesa Sanpaolo Innovation Center, già azionista di Yolo dal 2019, e Intesa Sanpaolo vita, nuovo azionista. L’aumento di capitale, pari a 3 milioni di euro, sottoscritto anche da Primomiglio sgr, ha permesso di incrementare la compagine azionaria di Yolo con altri nuovi investitori: si tratta di Banca di Piacenza, Be e Crif. Neva Finventures, che aveva già rilevato il 20% di Yolo, conferma la fiducia nella società, mentre Intesa Sanpaolo vita si inserisce come nuovo investitore con una quota pari al 2,5%. Anche Be avrà il 2,5%

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  • Battaglia su Ubi Cattolica schiera il suo 1% con Intesa
Cattolica sposta il suo 1% di Ubi Banca dal “Comitato azionisti di riferimento” (Car) al carro di Intesa Sanpaolo, che ha in corso l’offerta pubblica sull’istituto rivale. Il cda dell’assicuratore veronese, riunito sotto la presidenza di Paolo Bedoni, ha scelto all’unanimità, «ritenuto il proprio interesse alla luce sia delle autorizzazioni di vigilanza ottenute dall’offerente, sia del comunicato dell’emittente (Ubi, ndr ), sia ancora dell’andamento del mercato » di aderire all’Ops con cui fino al 28 luglio gli azionisti Ubi possono scambiare 10 azioni con 17 di Intesa Sanpaolo. Il ribaltone, annunciato da giorni di voci come pure dalle dimissioni dal vertice del Car di Mario Cera è certo influenzata dal prospettico cambio di controllo datato 25 giugno, quando Generali si è disposta a investire fino a 350 milioni nella prossima ricapitalizzazione di Cattolica, per diventarne primo azionista al 24,4%. Proprio a fine febbraio, pochi giorni dopo l’annuncio dell’offerta del gruppo guidato da Carlo Messina, l’assicuratore veronese aveva raddoppiato la sua quota in Ubi fino alla soglia minima (1%) per entrare nel patto Car, dove circa un quinto del capitale di Ubi s’era schierato, da subito, contro la proposta di Intesa Sanpaolo ritenuta «inaccettabile e irricevibile» fino ad aprile. Ma la decisione presa ieri a Verona, che fa scendere ancora la quota sindacata dal patto Car (dal 18,76% al 17,75%) rischia di far venir meno anche un altro dei suoi pilastri: Fondazione Banca del Monte di Lombardia, che di Cattolica è finora secondo socio al 3,16%, ed è un peso massimo anche in Ubi con un 3,95% sindacato nel Car. Il presidente dell’ente con sede a Pavia, Aldo Poli, è infatti vice presidente vicario di Cattolica Assicurazioni: e ieri ha votato anche lui perché le azioni Ubi confluiscano dentro Intesa Sanpaolo. Come potrà il Poli che guida la Fondazione pavese fare una scelta opposta sull’offerta di Intesa Sanpaolo rispetto al Poli numero due con deleghe nel gruppo delle polizze veronesi?

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  • Hacker colpiscono il sito di Enac
Da più di ventiquattro ore sul sito dell’Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile, compare una sola pagina con una grande scritta: «In manutenzione». Il resto è bloccato. I circa mille dipendenti non riescono più a utilizzare neanche la posta elettronica e hanno perso accesso agli archivi digitali dell’organizzazione, che contengono le informazioni sulla quantità di passeggeri (e i nomi) che hanno volato in Italia o fra l’Italia e il resto del mondo negli ultimi anni. I sistemi sono congelati, perché verso la fine della scorsa settimana questa infrastruttura critica dello Stato italiano è stata colpita da un gruppo di hacker anonimi. Il virus che è penetrato nelle difese dei server di Enac sarebbe un «ransomware», un attacco che mira a estorcere un riscatto in denaro minacciando la distruzione del sistema.
  • Calo delle nascite in Italia: toccato il minimo storico
Il dato complessivo è inquietante: in cinque anni la popolazione italiana è calata di oltre mezzo milione di persone. Sono 551 mila residenti in meno, per la precisione, dicono i dati dell’Istat. Anche per quest’anno il nostro istituto di statistica segnala un record storico di culle vuote: appena 420.170 i bimbi nati nel 2019, il 4,5% in meno rispetto al 2018, che già era l’ultimo record negativo di natalità dai tempi dell’Unità d’Italia. L’Italia che si svuota ha questi numeri: in un anno sono diminuiti dell’8,6% gli immigrati e sono aumentati del 16,1% gli italiani che emigrano, che si cancellano cioè dalle nostre anagrafi per andare ad iscriversi alle anagrafi straniere. Il tasso di natalità del complesso della popolazione è pari al 7 per mille. Il primato è detenuto dalla provincia autonoma di Bolzano (9,9 per mille) mentre i record negativi spettano alla Liguria (5,7 per mille) e ancor di più alla Sardegna (5,4 per mille).
  • Intesa Sanpaolo-Ubi, Cattolica aderisce all’Ops con la sua quota dell’1%
Cattolica Assicurazioni rompe il fronte del no all’offerta di scambio di Intesa Sanpaolo su Ubi Banca. Il consiglio della compagnia veronese presieduto da Paolo Bedoni (nella foto) consegna all’opa il suo 1% svincolandosi dal Comitato degli azionisti di riferimento (Car), il patto che è poggia su una quota complessiva del 19% e che aveva fin qui respinto la proposta avanzata dal gruppo guidato da Carlo Messina. Il sì del cda, si apprende, è stato unanime, includendo quindi il voto di Aldo Poli vicepresidente della compagnia veronese e presidente della Fondazione del Monte di Lombardia, ente che a sua volta è in possesso del 5% di Ubi Banca. Il corrispettivo di circa 40 milioni per l’1% è atteso dopo l’assemblea della stessa Cattolica chiamata il 30-31 luglio ad approvare l’ingresso con il 24,4% delle Generali, un aumentoda 200 milioni e la trasformazione da cooperativa con voto capitario a società per azioni. Il primo socio di Cattolica è l’imprenditore americano Warren Buffett con il 9 %. «La scelta di Cattolica — hanno osservato fonti vicine agli azionisti del Car — appare motivata da ragioni che non sono comuni a quelli della generalità degli azionisti di Ubi».

  • Caos Liguria, danni da 1 miliardo Bloccati 30mila camion al giorno
Circolano le prime cifre, drammatiche, sul danno economico per il sistema logistico ligure provocato dal caos autostrade. Giampaolo Botta, direttore generale di Spediporto, stima in 200-250 milioni a settimana il costo della congestione. Poiché la paralisi dura da circa un mese, il danno per le imprese liguri della logistica potrebbe già sfiorare il miliardo di euro. E il quadro è destinato ad aggravarsi ulteriormente, perché anche la norma sblocca gallerie inserita nel Dl Semplificazioni rischia di risultare insufficiente.
  • Incrinato il patto Car di Ubi Banca: Cattolica ora dice sì all’offerta Intesa
Cattolica Assicurazioni dice sì a Intesa. Il gruppo assicurativo, al termine di un lungo Cda tenutosi ieri, ha deliberato l’adesione all’Ops lanciata da Intesa Sanpaolo sulle azioni Ubi. Il board ha dato disco verde all’unanimità, valutando «il proprio interesse» alla luce «sia delle autorizzazioni di vigilanza ottenute dall’offerente, sia del comunicato dell’emittente, sia ancora dell’andamento del mercato». Servirà tempo per capire se quella di Cattolica, che detiene l’1% di Ubi, è una mossa che può spaccare del tutto il principale patto di azionisti di Ubi Banca, che da subito si è detto contrario all’Ops di Ca’ de Sass e di cui l’assicurazione fa formalmente parte. E se tale adesione potrà provocare altre defezioni nel patto che formalmente coagula il 19% dell’ex popolare.
  • Yolo, Neva e Crif nel nuovo round
Intesa Sanpaolo ha deciso di aumentare le sue quote in Yolo, il primo gruppo italiano di servizi e d’intermediazione assicurativa digitale, fondato da Simone Ranucci Brandimarte e Gianluca De Cobelli nel 2017. Lead investors dell’operazione sono Neva Finventures (il Corporate Venture Capital che fa capo a Intesa Sanpaolo Innovation Center e già azionista Yolo dal 2019) e Intesa Sanpaolo Vita, nuovo azionista. L’aumento di capitale, pari a tre milioni, sottoscritto anche da Primomiglio Sgr, ha permesso d’incrementare la compagine azionaria di Yolo con ulteriori nuovi investitori, attivi in settori diversi. Oltre a Intesa Sanpaolo Vita, infatti, sono entrati nel capitale Banca di Piacenza, Be Shaping the Future e CRIF.
  • «Scuole, sanità, assistenza e uffici: il real estate dovrà reinventarsi così»
«Con questi tassi di interesse ci sono poche alternative all’investimento immobiliare, per chi vuole ritorni stabili nel medio/lungo periodo». Esordisce con queste parole Aldo Mazzocco, figura di riferimento nel real estate oggi a capo della divisione immobiliare di Generali, che vanta quasi 31 miliardi di asset in gestione nel mondo. Non nascondendo che quello che ci aspetta dopo la crisi pandemica di questo 2020, non ancora terminata, è una situazione economica di difficile gestione.
  • Fondi pensione pronti a muoversi sul veicolo con Cdp
  • La via insurtech ora piace anche ai millennials