Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Boom di richieste per il green bond di Generali. Il gruppo assicurativo ha collocato ieri il nuovo titolo Tier 2 denominato in euro da 600 milioni con scadenza luglio 2031, che sarà emesso sotto forma di green bond. In fase di collocamento sono stati raccolti ordini pari a 4,5 miliardi di euro, oltre sette volte l’offerta, da una base altamente diversificata di oltre 350 investitori istituzionali internazionali, compresa una presenza significativa di fondi con mandati green/sri. L’emissione ha suscitato interesse da parte di investitori internazionali, che hanno rappresentato circa l’87% degli ordini assegnati. In particolare, il 25% è stato allocato a investitori in Uk e Irlanda, un altro 25% a francesi e del Benelux, circa il 19% a investitori italiani e spagnoli e il 18% a tedeschi e svizzeri.

Mancano ancora strumenti omologati per sanzionare la mancata revisione e l’omessa copertura assicurativa. La polizia nel frattempo potrà utilizzare in supporto qualsiasi dispositivo tecnologico ma per la notifica differita di queste multe servono motivi particolari. Lo ha evidenziato il Ministero dell’interno con la circolare del 3 luglio 2020. Da oltre un decennio le regole che stanno alla base dell’accertamento automatico della mancata copertura assicurativa e della revisione periodica restano in gran parte inattuate. Mancano infatti gli strumenti omologati e alcuni decreti attuativi. Per tentare di agevolare l’attività degli organi di polizia stradale il Viminale ha diramato indicazioni ad hoc. L’art. 201, comma 1-bis), lettera g-bis prevede la possibilità di omologare strumenti per controlli automatici tra cui quegli previsti dagli artt. 80 e 193 cds. Ma al momento non esiste nessuno strumento approvato, specifica la circolare. Se si vogliono utilizzare dispositivi elettronici non omologati la pattuglia dovrà fermare il trasgressore.
Entro il 2021 la p.a. italiana potrebbe avere più pensionati che dipendenti, per il continuo calo del personale e un equilibrio fra ingressi e uscite che, nonostante lo sblocco del turnover, non è ancora stato raggiunto. A fronte di 3,2 milioni di impiegati pubblici italiani (in termini assoluti il 59% in meno di quelli francesi, il 65% di quelli inglese, il 70% di quelli tedeschi) i pensionati pubblici sono già 3 milioni. Un numero in crescita costante e destinato a salire perché i «pensionabili» oggi sono molti: 540mila dipendenti hanno già compiuto 62 anni di età (il 16,9% del totale), mentre 198 mila hanno maturato 38 anni di anzianità. È quanto evidenzia la ricerca sul lavoro pubblico presentata ieri in apertura di «Forum PA 2020 – Resilienza digitale», la manifestazione dedicata ai temi dell’innovazione e della trasformazione digitale come risposta alla crisi, organizzata da Fpa, società del Gruppo Digital360, fino all’11 luglio in un’edizione totalmente online.
Uno snellimento a metà per gli appalti. Il decreto semplificazioni, ieri sera all’esame del consiglio dei ministri, prevede che la possibilità di derogare a quasi tutte le norme del codice dei contratti abbia come eccezione i vincoli inderogabili derivanti all’appartenenza alla Ue (di fatto, occorre rispettare le Direttive appalti) e i principi previsti dall’articolo 30, comma 1, del codice stesso. Il quale prevede che gli affidamenti debbano rispettare, tra gli altri, i principi di economicità, libera concorrenza, non discriminazione, trasparenza, proporzionalità, pubblicità. Dovendosi rispettare sempre questi principi, fondamentali anche per le regole anticorruzione, appare evidente che le gare ordinarie, in particolare le procedure aperte, risultano quelle comunque preferibili. Se l’intento del decreto «semplificazione» era di rendere appunto più semplici e spedite le procedure per gli affidamenti dei contratti pubblici, l’obiettivo, stando alle bozza approdata in Cdm, appare ampiamente mancato.
Cambia la mobilità in città e cresce l’utilizzo di monopattini elettrici, biciclette tradizionali e a pedalata assistita che attraverso servizi di sharing e noleggio. Per questo nasce la prima polizza in Italia che tutela i conducenti di bici, e-bike e mezzi per la micromobilità elettrica di proprietà o in sharing. Si chiama Multimobility ed è un prodotto di 24hassistance, una realtà milanese associata a Confindustria Ancma (Associazione nazionale ciclo motociclo accessori) specializzata in soluzioni per le due ruote, che opera nel campo dell’intermediazione assicurativa, puntando su tecnologia e innovazione.

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  • Virus, l ’Italia chiusa in casa scopre la finanza digitale Moneyfarm cavalca l’onda
Moneyfarm si allea con la piattaforma fintech Fabrick per portare le gestioni patrimoniali digitali alle banche italiane: con alcune delle quali sta trattando futuri accordi distributivi. È la conferma che l’impatto del Covid sui clienti del credito è travolgente, dopo anni di comportamenti più legati alla tradizione e imperniati sulla rete fitta degli sportelli. Il “tutti a casa” degli italiani tra marzo e aprile ha accelerato la corsa della finanza digitale e dei servizi online. L’osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano, in un’indagine su 51 istituti nostrani, ha notato tra aprile 2019 e aprile 2020 l’impennata dei canali digitali: +17% gli utenti unici online rispetto all’aprile scorso, +32% le transazioni remote nel mese, +75% i clienti acquisiti senza bisogno di interazione fisica. La rimonta dei canali digitali è confermata nei raffronti con l’estero. Boston Consulting, in una recente ricerca tra 5 mila consumatori in 15 Paesi, ha messo gli italiani ai primi posti per attività bancaria online nel lockdown: il 51% degli intervistati (al secondo posto dietro i singaporiani) ha intensificato il rapporto online con la banca, il 54% (e qui siamo al terzo posto dietro Singapore e Hong Kong) ha usato di più i servizi via cellulare, il 27%, che è più della media globale, prevede di ridurre o cessare la frequentazione della filiale, e un 58% è pronto ad aprire un conto digitale.

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  • Niente bandi Così gli appalti saranno più veloci
Incentivare gli investimenti pubblici nelle infrastrutture e nei servizi e far fronte alle ricadute economiche causate dal Covid-19. Così l’articolo numero 1 del dl Semplificazioni prevede novità per accelerare l’affidamento di appalti pubblici e quindi i lavori in deroga ad alcune norme contenute nel codice degli appalti del 2016. Le nuove procedure saranno transitorie , saranno in vigore fino al 31 luglio 2021 e prevedono in particolare nuove soglie, più alte, per affidamenti diretti o comunque senza bando di lavori, servizi e forniture, l’importante, si legge nel decreto, che venga rispettato «un criterio di rotazione degli inviti, con individuazione degli operatori in base a indagini di mercato o tramite elenchi di operatori economici». Quindi ecco che per lavori fino a 150 mila euro si può procedere all’affidamento diretto. Dai 150 ai 350 mila euro non c’è un bando ma una procedura negoziata che prevede almeno 5 operatori. Sopra i 350 mila euro e fino ad un milione gli operatori devono essere almeno 10. Per lavori oltre il milione di euro e fino a 5,2 milioni gli operatori tra cui scegliere per affidare i lavori devono essere almeno 15. Le novità si applicano inoltre su tutte le opere di «rilevanza nazionale» scelte con decreti del presidente del Consiglio su proposta del ministro delle Infrastrutture e l’aggiudicazione deve avvenire entro 6 mesi.
  • Abuso d’ufficio, il danno erariale c’è solo con il dolo
Il dl Semplificazione rivede anche il reato dell’abuso di ufficio specificando che si configura quando il comportamento del pubblico ufficiale viola «specifiche regole di condotta espressamente previste dalla legge o da atti aventi forza di legge e dalle quali non residuino margini di discrezionalità». Una modifica che intende superare, si legge nella relazione tecnica, «la vigente previsione che fa generico riferimento alla violazione di norme di legge o di regolamento». Nell’articolo 15 del dl, invece si solleva il funzionario pubblico dalla responsabilità di danno erariale se l’azione non è dolosa: «La prova del dolo richiede la dimostrazione della volontà dell’evento dannoso». Quindi, «la norma chiarisce che il dolo va riferito all’evento dannoso in chiave penalistica e non in chiave civilistica». L’articolo 15 sottolinea anche che «la limitazione di responsabilità non si applica per i danni cagionati da omissione o inerzia del pubblico funzionario». Viene previsto inoltre anche un controllo concomitante della Corte dei Conti — a richiesta del governo — «sui principali piani, programmi e progetti relativi agli interventi di sostegno e di rilancio dell’economia nazionale». La Corte dovrà accertare le eventuali gravi irregolarità gestionali, o i rilevanti ritardi nell’erogazione di contributi e nel trasferimento di fondi».
  • Autorizzazioni ambientali, procedure speciali
Procedure più veloci per la Valutazione di impatto ambientale (Via) e per le autorizzazioni da parte degli enti locali. Il dl Semplificazioni si occupa anche di questo prevedendo procedure speciali ma accelerate per le opere comprese nel Programma nazionale integrato Energia e Clima. Basti pensare che oggi per avere una Via ci possono volere anche 10 anni. Quindi ecco interventi più rapidi per l’«incremento della sicurezza di dighe esistenti», «interventi e opere nei siti oggetto di bonifica», «contro il dissesto idrogeologico» e in materia «di zone economiche ambientali», e procedure «nei siti di interesse nazionale». E comunque entro 30 giorni dall’entrata in vigore del decreto, il premier, sentiti i ministri dell’Ambiente e dei Trasporti, «individua con decreto gli interventi con carattere di urgenza finalizzati al potenziamento o all’adeguamento della sicurezza di infrastrutture stradali, autostradali, ferroviarie e idriche esistenti». Semplificazioni inoltre sono previste anche per «interventi su progetti o impianti alimentati da fonti di energia rinnovabile e di taluni nuovi impianti, nonché di spalma incentivi». Non solo. Il decreto prevede anche «trasferimenti statistici di energia rinnovabile dall’Italia ad altri Stati membri dell’Ue» con, «indubbio beneficio per le casse dello Stato».

  • Corsie veloci per gli appalti in scuole, sanità, carceri, strade, ferrovie e dighe
I dettagli del decreto legge Semplificazioni saranno resi noti oggi, almeno a grandi linee. Non era escluso, infatti, ieri sera, prima della riunione del Consiglio dei ministri che alle ore 22,30 non era ancora cominciata, che il governo potesse approvarlo «salvo intese». Non è detto, infatti, che il pressing fortissimo del premier Giuseppe Conte per approvare comunque il decreto legge in giornata abbia consentito di risolvere tutti i nodi che ieri mattina si presentavano ancora non risolti. Per rilanciare gli investimenti pubblici nel settore delle infrastrutture e dei servizi pubblici è prevista una procedura negoziata, applicabile fino alle soglie comunitarie (che per gli appalti di lavori superano i 5 milioni di euro), senza bando. La riforma della responsabilità erariale definita dall’articolo 15 del decreto legge viene letta da Palazzo Chigi non tanto e non solo come allentamento dei controlli sulle azioni dei funzionari della Pa (che sono perseguibili solo per dolo e non più anche per colpa grave) ma come una operazione di riforma più complessiva che punta a rendere più rischiosa la non-azione (omissioni o rinvii) rispetto all’azione. Questo perché i funzionari Pa potranno ancora essere perseguiti dalla Corte dei conti per colpa grave in caso di non-azione.
  • Furti e rapine in ripresa a maggio ma nel 2020 reati in calo del 32%
Riprendono a maggio i furti e le rapine. Ma la minaccia criminale maggiore, in aumento rispetto al 2019, è quella dei reati informatici: +12,5%. Il primo bilancio criminale in era Covid-19, nei primi cinque mesi 2020, non sposta le attenzioni del Viminale. Ieri sul sito (www.interno.gov.it) è stato pubblicato il report della direzione centrale della Polizia criminale guidata dal prefetto Vittorio Rizzi. Il dato globale dell’andamento della delittuosità – da gennaio a maggio di quest’anno raffrontata con lo stesso periodo 2019 – è così sintetizzato dal dicastero guidato da Luciana Lamorgese: «Sono 645.203 i reati commessi nel periodo gennaio-maggio 2020 contro i 953.002 dell’analogo periodo 2019, con una flessione del 32,3%». Il ministero dell’Interno poi sottolinea come «si riducono, in particolar modo, i furti (- 43,8%) e le rapine (- 34,6%)». Di certo il lockdown, in particolare, ha fatto crollare anche l’andamento della delittuosità. «Il numero dei reati commessi ha fatto registrare – scrive l’Interno – una riduzione del 54,3 % nel periodo marzo-aprile 2020 in cui sono state applicate le misure» di restrizione di distanziamenti, spostamenti, oltre l’aumento dei controlli delle forze di polizia sul territorio.
  • Generali, boom di richieste per l’emissione green
  • La sfida dell’assistenza a casa: curare 1 milione di pazienti
Raggiungere a casa un milione di pazienti. Questa la sfida dell’assistenza domiciliare dopo lo tsunami Covid che ha visto proprio nelle cura a casa una delle più dolorose spine nel fianco del Servizio sanitario nazionale. Il decreto Rilancio che si appresta a essere varato dalla Camera stanzia 734 milioni per l’assistenza domiciliare e altri 332 milioni per assumere quasi 10mila infermieri di famiglia, la nuova figura della Sanità pubblica che lavorerà proprio sul territorio – all’interno dei distretti delle Asl – per gestire anziani, pazienti fragili e disabili a casa. Una svolta per un Paese come l’Italia rimasto indietro su questo fronte – oggi sono circa 600mila gli over 65 presi in carico tra Adi e residenze sanitarie – che potrebbe ora quasi raddoppiare gli assistiti a casa portandoli a oltre un milione: le stime del ministero della Salute parlano di 923mila assistiti over 65 e 140mila under 65 grazie alle risorse del Dl Rilancio. Lo stesso decreto prevede l’attivazione di centrali operative regionali con funzioni di raccordo tra tutti i servizi e il sistema di emergenza urgenza, anche ricorrendo alla telemedicina: saranno queste centrali a decidere che tipo di cure garantire ai pazienti tra ospedale e territorio

Handelsblatt

 

  • Wefox: Le start-up stanno finendo i soldi
La start-up insurtech tedesca con il più alto rating ritiene che per il momento sia finito il tempo dei finanziamenti record per le giovani imprese. La startup fintech N26 di Berlino ha raccolto circa 300 milioni di dollari l’anno scorso. L’applicazione per la dichiarazione dei redditi Taxfix ha raccolto 65 milioni di dollari, e la start-up assicurativa Wefox ha guadagnato 235 milioni di dollari. Le preoccupazioni per il denaro non sono state un problema per molte Fintech. Ma questo la crisi causata dal Coronavirus ha cambiato radicalmente le cose.