«Attraverso l’operazione con Generali abbiamo difeso Cattolica, allontanando chi voleva distruggerne il valore per soci e azionisti, calpestando la nostra realtà»: è il messaggio che il presidente della compagnia veronese, Paolo Bedoni, e il d.g. Carlo Ferraresi hanno inviato ai dipendenti per spiegare l’operazione con il Leone e l’aumento di capitale da 500 milioni. «Credo fortemente che oggi chi ci attacca non voglia costruire nessuna casa, ma voglia soltanto difendere il proprio fortino», sottolinea Bedoni. «La realtà è che si è fatta avanti la principale società assicurativa italiana con la migliore offerta possibile, con evidenti vantaggi per tutti. La stragrande maggioranza degli associati, negli ultimi 15 anni, ha dimostrato di saper cogliere positivamente i cambiamenti del mercato e della società, sempre approvando le riforme proposte perché consapevoli che erano necessarie alla solidità e allo sviluppo della società. Per questo non dobbiamo vedere la trasformazione in spa come un tabù». Il presidente ha aggiunto che «l’approdo alla spa fa parte di un percorso che i soci conoscono bene e sono consapevoli che in questi anni il nostro perimetro è cambiato». Ferraresi ha quindi osservato: «A chi vi dice che abbiamo svenduto l’azienda dovete rispondere con la forza dei numeri, che non mentono mai: altri si erano affacciati alla nostra porta proponendoci un accordo a condizioni di mercato, cioè a 3,6 euro per azione che, con l’inevitabile sconto applicato all’aumento di capitale, ci avrebbe fatto scivolare vicino ai 2 euro, prestando il fianco a una crisi legata al diritto di recesso. Generali, invece, ci ha conferito un premio di oltre il 53%, attestandosi quasi 10 punti sopra il valore del diritto di recesso di 5,47 euro per azione. Questa offerta certifica il valore della nostra Cattolica e ci mette al riparo da azioni speculative anche dall’estero». In serata, intanto, il cda di Cattolica ha deliberato l’adesione all’ops lanciata da Intesa Sanpaolo su Ubi.

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