L’Autorité de contrôle prudentiel et de résolution (ACPR), l’Autorità francese che supervisiona gli assicuratori, ha condotto una “revisione tematica” dei quadri di governance del settore, cinque anni dopo l’entrata in vigore della direttiva Solvency 2.

L’ACPR si appella a “gruppi grandi o complessi” per applicare “gli standard più elevati”, siano essi quotati, mutue o istituti di previdenza. L’ACPR raccomanda, in particolare, la separazione delle funzioni di presidente del consiglio di amministrazione e di amministratore delegato  e si aspetta che questa sia la norma nelle società quotate e nei grandi gruppi.

La separazione deve poi essere attuata a livello di capogruppo, qualunque sia la sua forma giuridica. La combinazione delle funzioni di Presidente e amministratore delegato rimarrà quindi “un’eccezione”, che dovrà essere giustificata dalla compagnia assicurativa. Essa può continuare ad applicarsi ai piccoli assicuratori che beneficiano del principio di proporzionalità.

Nella sua relazione, l’ACPR afferma che il Collegio ha già ottenuto, su sua richiesta, una serie di accordi di disaggregazione di questo tipo con vari assicuratori sul mercato. Tuttavia, la disaggregazione non viene effettuata in otto capigruppo, che non possono beneficiare del principio di proporzionalità, date le loro dimensioni. Delle 279 organizzazioni assicurative controllate dall’ACPR, 116 (compresa una quota significativa di medie o grandi dimensioni con entrate superiori a 50 miliardi di euro) non separano le funzioni di presidente dell’organo di controllo e di gestore effettivo. Nel 47% dei casi osservati, le posizioni di presidente e di amministratore delegato sono state combinate.

Tra le società quotate figurano l’amministratore delegato di Axa France Jacques de Peretti, l’amministratore delegato di Generali France Jean-Laurent Granier, l’amministratore delegato di Allianz France Jacques Richier e l’amministratore delegato di SCOR Denis Kessler. Il fondo attivista CIAM aveva presentato una risoluzione all’assemblea generale del Gruppo del 2018 per rimuovere Denis Kessler dalla carica di presidente del consiglio di amministrazione, ma tale risoluzione non ha ottenuto la maggioranza richiesta dei voti degli azionisti. Nel mondo mutualista, il CEO di Covéa Thierry Derez è soggetto a una procedura per controllare l’accumulo di poteri all’interno del gruppo.

L’ACPR rileva inoltre che all’interno dei gruppi che non praticano la separazione delle funzioni, circa 50 organizzazioni controllate o affiliate accumulano anche una posizione dirigenziale efficace con la presidenza dell’organo di controllo (tra cui 5 organizzazioni con più di un miliardo di fatturato). Osserva inoltre che nei grandi gruppi, i ceo detengono un gran numero di mandati (a volte più di 10), il che solleva interrogativi sulla loro disponibilità.

L’ACPR invita inoltre a prestare attenzione alle politiche di remunerazione, in quanto la parte variabile della retribuzione di alcuni funzionari è considerata “troppo elevata”. Il supervisore invita inoltre a vigilare sulla competenza dei consigli di amministrazione, che deve essere rafforzata e che in alcuni casi è ritenuta insufficiente e sulla reputazione degli amministratori (che deve essere “in forma” e “adeguata” secondo le regole di Solvency 2), che deve essere periodicamente rivalutata.

Sebbene le norme di Solvency 2 emerse sulla scia della crisi del 2008 abbiano rafforzato il quadro di gestione del rischio, in particolare attraverso il secondo pilastro dedicato alla governance, “queste norme lasciano ancora un ampio margine di manovra agli istituti che non sempre soddisfano le aspettative delle autorità di vigilanza”. Non è quindi esclusa una riformulazione delle norme, avverte l’ACPR, nell’ambito della revisione della direttiva prudenziale del 2020 o della riforma delle autorità di vigilanza europee.

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