di Paola Valentini
Grazie al recupero dei mercati, per l’industria italiana del risparmio gestito anche giugno si è chiuso con un risultato positivo. In base alla mappa mensile di Assogestioni, i flussi netti sono stati pari a 5,02 miliardi, con il saldo da inizio anno che è dunque tornato in territorio positivo per 455 milioni. Il maggiore contributo è arrivato dai fondi aperti (4,38 miliardi) mentre la raccolta dei fondi chiusi è stata di 732 milioni. In rosso per 89 milioni di euro, invece, le gestioni di portafoglio. Il patrimonio gestito a fine giugno, ha rilevato l’associazione dell’asset management presieduta da Tommaso Corcos, è salito a quota 2,239 miliardi, dai 2,21 miliardi di fine maggio, grazie all’effetto combinato della raccolta e dell’attività di gestione. Guardando nel dettaglio dei fondi aperti di lungo termine (escludendo i monetari), a giugno a trainare la raccolta sono stati gli azionari con 2,12 miliardi (3,09 miliardi a maggio), per un totale di 1,23 miliardi nei sei mesi. I bilanciati hanno ottenuto 187 milioni (246 milioni a maggio e 1,68 miliardi nel semestre), gli obbligazionari sono finiti in rosso con 431 milioni (-5,29 miliardi nei sei mesi). Hanno peggiorato il saldo i flessibili con -1,71 miliardi dai -66 milioni del mese precedente (-9,04 miliardi nel semestre).

Da inizio anno il bilancio delle categorie di fondi aperti di lungo termine messe insieme è negativo per 11,7 miliardi. Mentre nei sei mesi è positivo per 12,6 miliardi il saldo dei fondi monetari che a giugno hanno registrato una forte ripresa con flussi per 4,22 miliardi, dopo i 663 milioni riscattati a maggio. Di conseguenza, il saldo positivo di giugno del comparto fondi aperti di 923 milioni è stato ottenuto grazie a quest’ultima tipologia di fondi. Per quanto riguarda le singole società di gestione, a giugno primo per raccolta è il gruppo Generali con 5,75 miliardi. La compagnia ha precisato che il risultato è dovuto sia a nuovi mandati previdenziali sia a flussi sui fondi monetari all’interno dei mandati assicurativi in gestione. Seguono a distanza Morgan Stanley con 401 milioni, Mediolanum con 373 milioni, Azimut con 305 milioni, Lyxor con 189 milioni, il gruppo Mediobanca con 99 milioni e Jp Morgan con 50 milioni. In rosso invece i big Intesa Sanpaolo (-324 milioni di cui -525 milioni riferiti ad Eurizon e +201 milioni a Fideuram), Amundi (-655 milioni), Anima (-179 milioni), Poste (-38 milioni), Allianz (-479 milioni), Axa Im (-111 milioni), Bnp Paribas (-47 milioni), Deutsche Bank (-41 milioni) e Ubs Am (-57 milioni). Sotto la parità anche M&G (-153 milioni), Franklin Templeton (-118 milioni) e Kairos (-132 milioni) (riproduzione riservata)

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