di Anna Messia
I conti di Generali resistono al Covid-19 e il group ceo di Generali, Philippe Donnet, presentando ieri la semestrale, si è detto pronto a confermare l’impegno con gli azionisti, pagando il dividendo, ma nel giro di qualche ora è arrivata la lettera dell’Ivass che ha inviato tutto il settore alla prudenza e a rimandare a gennaio dell’anno prossimo cedole e premi variabili ai manager. « Abbiamo già pagato la prima tranche e il consiglio di amministrazione che si terrà l’11 novembre farà le sue valutazioni sulla nostra capacità di confermare questa cedola. Ad oggi non vedo motivi che potrebbero impedirne il pagamento», ha detto Donnet presentando una semestrale con un utile netto pari a 774 milioni di euro, pari al -56,7% rispetto allo stesso periodo del 2019 per via di 226 milioni di svalutazioni nette su investimenti derivanti dall’andamento dei mercati finanziari, di 183 milioni per la conclusione dell’arbitrato sulla cessione di Bsi e per il contributo di 100 milioni per il Fondo Straordinario Internazionale per l’emergenza da pandemia. Ma la compagnia tiene saldamente alta la gestione industriale, con l’utile operativo pari a 2,7 miliardi, come anche la forza patrimoniale, visto il Solvency II al 194% (- 2 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dello scorso anno) nonostante i mercati difficili e risalito al 194% il 24 luglio scorso. Numeri che mostrano la solidità della compagnia che ha le spalle larghe per far fronte agli impegni presi con gli azionisti e lo stesso Donnet, rispondendo a una domanda sullo stop della Bce ai dividendi delle banche per tutto il 2020, arrivato nei giorni scorsi, ha sottolineato che la Banca Centrale Europea, «regola il settore bancario, non quello assicurativo. Noi, come si vede dai risultati del primo semestre, abbiamo risentito dell’impatto del Covid-19, ma il gruppo ha dimostrato di essere resiliente».

Nel giro di qualche ora, sul sito dell’Ivass, l’autorità del settore guidata dal direttore generali di Banca d’Italia, Daniele Franco, è comparsa però una lettera destinata a scombussolare i piani del Leone. Il documento dell’Istituto, che tiene conto delle raccomandazione dell’European Systemic Risk Board (ESRB) del 27 maggio scorso, replicando l’invito rivolto alle banche da Bce e Bankitalia e promettendo uno stretto monitoraggio, chiede alle imprese assicurative «di non distribuire dividendi» né di «impegnarsi irrevocabilmente a effettuare una distribuzione di dividendi», di «non procedere al riacquisto di azioni ordinarie» come anche di «non obbligarsi a corrispondere la componente variabile della remunerazione agli esponenti aziendali». Inviti che non potranno essere trascurati dal consiglio di Generali dell’11 novembre e che rispetto alla lettera che l’istituto aveva già inviato al mercato lo scorso marzo dà una stretta ulteriore ai premi per i manager. Si vedrà. Intanto per il Leone entra nel vivo la partita Cattolica: oggi si terrà l’assemblea per il passaggio della compagnia di Verona da cooperativa a società per azioni. Trasformazione cui è condizionato l’ingresso di Generali con il 24,4%. «È una vera partnership industriale perché vediamo l’opportunità di fare un buon investimento», ha detto Donnet ribadendo che per l’m&a il gruppo Generali ha oggi a disposizione una potenza di fuoco tra 2 e 3 miliardi . «In termini di priorità strategiche, non cambiamo la nostra visione: la priorità per il settore assicurativo rimane l’Europa, dove vogliamo ulteriormente rafforzare la nostra leadership e questa crisi potrà far emergere nuove opportunità mentre per quanto riguarda l’asset management la compagnia guarda anche agli Usa e all’Asia. Ma non c’è nulla di concreto sul tavolo» ha concluso Donnet che riguardo alla controllata Banca Generali si è detto «un azionista soddisfatto». (riproduzione riservata)
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