Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

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Nel caso di recensioni inveritiere pubblicate su internet si può chiedere al giudice la rimozione. A parte la segnalazione all’Agcom, si può tentare una via per ottenere un risultato immediato e anche un risarcimento. Ma non è una strada in discesa. Un ristoratore, un albergatore e in genere un imprenditore commerciale puntano sulla buona reputazione per accrescere e mantenere il loro giro d’affari. Il problema è difendersi da notizie che abbassano il gradimento presso i possibili clienti. Fermo restando che la tutela non può che avere a oggetto la eliminazione di contenuti offensivi, l’imprenditore potrà avere le armi spuntate nei confronti dei recensori, di chi carica il post sul sito: questo per la oggettiva difficoltà di individuare la persona fisica, nascosta dietro appellativi di fantasia e pseudonimi. Ovviamente in caso di identificazione l’autore della recensione illecita ne risponderà personalmente.
Il 53% delle aziende vittime di cyberattacchi si è fatto ingannare da e-mail di phishing, ossia la «truffa» basata su un messaggio che, proveniente in apparenza da una fonte affidabile e attendibile, riesce a carpire informazioni personali e sensibili nonché credenziali e password di accesso a sistemi informatici. Nel 30% dei cyberattacchi, invece, la vittima ha subito le conseguenze del ransomware, ossia la richiesta di pagare una somma di denaro, quindi un vero e proprio «riscatto», per sbloccare il dispositivo o il sistema attaccato da un virus. Il 41% dei bersagli degli attacchi è stato costretto a fare i conti con un data breach, quindi con la distruzione, la modifica o l’illegittima diffusione di dati personali. Sono questi gli scenari delineati dalla ricerca «Il puzzle impossibile della cybersecurity», condotta dalla società Sophos e che ha coinvolto 3.100 IT decision maker appartenenti ad aziende di medie dimensioni (tra 100 e 5 mila dipendenti) dislocate in dodici Paesi: Stati Uniti, Canada, Messico, Colombia, Brasile, Regno Unito, Francia, Germania, Australia, Giappone, India e Sud Africa. Giorno dopo giorno, sono in continuo aumento le sempre più insidiose minacce informatiche per le imprese, costrette a districarsi tra mancanza di competenze in materia di sicurezza, budget ristretti e tecnologia non sempre aggiornata.
Il commercialista deve rispondere, in concorso con il cliente, del reato di dichiarazione fraudolenta mediante fatture per operazioni inesistenti, ogniqualvolta abbia predisposto e inoltrato la dichiarazione fiscale pur avendo conoscenza, o quantomeno il sospetto, della falsità dei documenti.
È quanto precisato dalla Corte di cassazione, sezione terza penale, che con la sentenza n. 28158 del 27 giugno 2019 è tornata a pronunciarsi sulla questione, tanto dibattuta quanto delicata, della responsabilità penale del professionista per gli illeciti imputati ai propri clienti.
Sono 14,5 milioni i cani e i gatti ospitati dalle famiglie italiane e cresce sempre di più la sensibilità verso gli animali domestici. Non per nulla nella Penisola si stanno diffondendo le assicurazioni dedicate agli amici a quattro zampe che non solo coprono gli eventuali danni causati a terzi ma proteggono il cane e il gatto in caso di malattie e infortuni, rimborsando le spese mediche legate agli interventi chirurgici, gli esami e le terapie. Le soluzioni sono diverse: tra gli aspetti cui fare attenzione ci sono le eventuali limitazioni per le razze canine considerate pericolose e per l’età, perché alcune compagnie non assicurano animali troppo giovani o troppo anziani.
Agli italiani piace sempre più il risparmio gestito. E sono sempre più soddisfatti dei servizi resi dalla propria banca. Il primo obiettivo degli investimenti resta la «sicurezza» mentre sono in costante diminuzione gli azionisti. Questi alcuni degli spunti che emergono da «L’Italia che progetta: le sfide dell’economia, il reddito e le decisioni di investimento», indagine sul risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani, elaborata da Doxa e basata su un progetto elaborato dal Centro di ricerca e documentazione Luigi Einaudi e da Intesa Sanpaolo, che ha coinvolto oltre un migliaio di responsabili delle scelte finanziarie di famiglie del Belpaese, in possesso almeno di un conto corrente bancario o postale.

 

È nato il primo master dedicato specificatamente alla gestione dei rischi legati alle opere più complesse di ingegneria civile. Si tratta del master in Risk management delle infrastrutture ideato da Cineas, consorzio del Politecnico di Milano, che si rivolge ai professionisti che si occupano di monitoraggio e manutenzione delle strutture, funzionari della pubblica amministrazione, professionisti del settore edile, assicurativo e peritale. Il programma del master oltre ad affrontare 5 macro aree di rischio strutturale – sismico, idrogeologico, di incendio e di deflagrazione in volume confinato, di corrosione e di collasso – approfondirà le competenze legate all’analisi di rischio globale che aprirà e chiuderà il percorso formativo, affrontando temi come: le tecniche di gestione del rischio, il quadro normativo italiano, il trasferimento del rischio, le coperture assicurative, l’analisi economica e il project management. La modalità didattica è pensata per i professionisti già inseriti nel mercato del lavoro, dove le diverse competenze presenti in aula verranno messe a fattor comune per un arricchimento di tutti i partecipanti. Verranno analizzati numerosi casi reali, sia di progettazione di opere complesse, che di gestione di situazioni critiche. Infine, per garantire l’efficacia didattica e una migliore interazione tra i professionisti presenti in aula, è previsto un massimo di 20 partecipanti. 


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Il paradosso dell’obesità. Oltre 820 milioni di individui nel mondo soffrono la fame, ma ben 2 miliardi risultano in sovrappeso. Di questi più di 600 milioni sono obesi, secondo gli ultimi calcoli Fao. Si mangia troppo e male, è l’allarme dell’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità: dal 1975 il fenomeno è triplicato su scala globale con gravi conseguenze per la salute, vedi l’aumento delle malattie cardiache e vascolari, del diabete e dell’ictus, senza contare l’aggravio per le casse pubbliche. Nei paesi occidentali i costi medici diretti oscillano tra il 4 e il 12% delle spese sanitarie nazionali, come una tassa occulta. In Italia le persone con troppi chili addosso sono 25 milioni, secondo un rapporto Istat-lbdo Foundation, quasi 6 milioni sono gli obesi. I costi pubblici per curare questa disfunzione superano già oggi i cinque miliardi l’anno.

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  • Nubifragi, trombe d’aria, voli sospesi. Due vittime e un velista disperso
Ancora vittime del maltempo nell’ultimo week-end di luglio. Una giovane donna e un pensionato hanno perso la vita, in due distinti episodi a Fiumicino e ad Arezzo. Una terza persona, un velista, è data per dispersa sulla costa laziale. Noemi Magni, 26 anni, era a bordo della propria auto in una stazione di servizio a Fiumicino quando una tromba d’aria ha sollevato il mezzo e l’ha scaraventato a decine di metri, uccidendo la ragazza. Pergentino Tanganelli, 72 anni, è stato trascinato dalla piena mentre stava tentando di rientrare a casa, nella frazione Olmo della città toscana. Bloccato da un sottopasso allagato, è sceso dall’auto ma dopo aver percorso pochi metri è stato travolto dalla piena. La persona dispersa è invece un velista al largo di Terracina. In Toscana sono stati una decina gli interventi di salvataggio dei vigili del fuoco di persone rimaste bloccate con le auto nei sottopassi sommersi dall’acqua limacciosa. Ad Arezzo il nubifragio ha allagato quasi tutte le strade del centro storico e il sindaco ha consigliato ai concittadini di non uscire di casa. Decine le auto danneggiate e centinaia gli interventi in case, negozi e scantinati invasi dal fango. A Pomarance (Pisa), cinque escursionisti sono stati sorpresi dalla bufera nei boschi e sono stati salvati dalla squadre di soccorso dopo alcune ore di ricerche, mentre nella vicina Volterra una tempesta di fulmini ha provocato incendi e black-out. Sempre nel Pisano, a Lajatico, un nubifragio ha devastato il Teatro del Silenzio. Quattro i voli cancellati all’aeroporto di Pisa e molti i voli in ritardo. Smottamenti, frane e alluvioni, sul versante senese del Monte Amiata. Pesantissimi i danni a coltivazioni e vigneti nel Chianti. Completamente allagata la storica passeggiata a mare di Viareggio con disagi per i turisti. Allagamenti e alberi caduti anche in Liguria, in provincia di Isernia e in Molise.

Dalle polizze auto all’assicurazione di missioni spaziali, aerei, grandi eventi, oppure contro i pericoli legati al clima o i sempre più diffusi attacchi informatici. Il gruppo veronese Cattolica sta cambiando pelle. Accanto alle tradizionali coperture per famiglie e piccole imprese, punta con decisione e con risultati positivi sulla nuova frontiera dell’industria assicurativa, quella dei «rischi speciali», cioè non convenzionali. Lo sviluppo di questa nuova linea di business è previsto dal Piano industriale 2018-2020 in modo da riequilibrare il portafoglio (che in passato era eccessivamente sbilanciato verso il settore auto), e ha visto anche l’avvio di joint venture con alcune banche, per la vendita presso gli sportelli di polizze danni non auto.
La protezione al centro. Forse per la propria matrice assicurativa, forse per la tipologia della clientela, ma la scelta strategica di Banca Generali si caratterizza rispetto a molti concorrenti ponendo gli aspetti di tutela del patrimonio al centro dell’attività consulenziale. Non la ricerca della crescita ad ogni costo, ma la ricerca del rischio, in ogni posto, così da poterlo evitare, giocando d’anticipo.
«Abbiamo voluto dare una risposta concreta alle esigenze della nostra clientela private – dice Andrea Ragaini, vice direttore generale e responsabile dell’area wealth management di Banca Generali – focalizzando la nostra attenzione sui rischi presenti in qualsiasi portafoglio, dalla concentrazione alla liquidità, fino alla volatilità, cercando gli strumenti più adatti per neutralizzarli».
  • Satispay oltre confine. E scalda i motori su investimenti e Rc auto
Lussemburgo e Germania. Sono i prossimi obiettivi di Satispay, che ora punta a espandersi oltre confine entro l’inizio del 2020. Ma non solo. Nei piani del fondatore Alberto Dalmasso, c’è sempre l’apertura della piattaforma agli investimenti. Un passo già annunciato alla fine dello scorso anno, ma che al momento non si è ancora concretizzato. I tempi, però, sembrano sempre più maturi e la nuova funzione potrebbe diventare operativa prima della fine dell’anno. Inoltre a breve partiranno nuovi servizi che arricchiranno sempre di più l’applicazione. In particolare, stiamo valutando con molta attenzione le soluzioni e modalità di inserimento di nuove opportunità, come la funzionalità investimenti nella sezione Risparmi, o la sottoscrizione della Rc auto collegata al pagamento del bollo. Non abbiamo ancora scadenze precise, perché la priorità è trovare le soluzioni migliori per i nostri utenti, ma posso dire che siamo già su una selezione semi finale molto interessante».
  • Nobis ora c’è il vita
C’è Vita in Nobis. Il gruppo assicurativo guidato dal torinese Alberto Di Tanno dopo aver sviluppato il ramo Auto e Danni, con particolare attenzione alle polizze di copertura turistica, tenta il colpo grosso allargando il proprio interesse al settore Vita. Nobis ha infatti vinto la gara pubblica per acquisire Apulia Assicurazioni, la compagnia che era parte del gruppo Veneto Banca e che è finita nella procedura di liquidazione coatta amministrativa. Apulia Assicurazioni, secondo fonti vicine all’operazione, è stata pagata una decina di milioni di euro, cui Nobis ha affiancato un aumento di capitale da circa 5 milioni di euro per rispettare i limiti imposti dai parametri di Solvency. «Abbiamo voluto dare alla nostra rete di agenti plurimandatari una nuova occasione di sviluppo con la loro clientela – ha detto Di Tanno a L’Economia – e contiamo di essere capaci anche nel settore Vita di portare innovazione così come siamo riusciti a fare nell’Auto. Abbiamo un piano di crescita prudente, perché vogliamo soprattutto dare sicurezza ai nostri clienti». L’autorizzazione a operare nel Vita è arrivata il 22 luglio. A quel giorno il business del gruppo assicurativo Nobis si componeva per il 40 per cento dal settore Auto, mentre i Danni non auto e il Turismo si dividevano in maniera pressoché equa la quota restante.

  • Commercialisti, si amplia il rischio di concorso nei reati
Al consulente fiscale basta la semplice consapevolezza di partecipare a una frode del proprio cliente per far scattare la sua responsabilità in concorso nel reato tributario. Anche se non è lui l’ispiratore degli illeciti.  Proprio di recente, la Suprema corte (sentenza 28158/2019) ha ribadito che risponde in concorso con il cliente del reato di dichiarazione fraudolenta per utilizzo di fatture false il commercialista che, da precedenti controlli della Gdf, era a conoscenza della falsità dei documenti. In quel caso il professionista era consulente della società e dei suoi soci, anche gestendo per loro conto mandati fiduciari. Predisponeva i bilanci di esercizio e disponeva di un accesso diretto in remoto al sistema informatico della società. Infine, egli era consapevole delle irregolarità fiscali della società come l’omessa istituzione e tenuta della contabilità di magazzino e l’irregolare tenuta del registro degli inventari.
  • Per i truffatori delle vendite online scatta il reato con sanzioni aggravate
L’e-commerce diventa, per gli utenti meno prudenti, terreno fertile per insidie e trabocchetti. Si moltiplicano, infatti, i processi a carico di quei venditori che, schermandosi dietro a un pc, intascano soldi senza offrire niente in cambio o consegnando merce di qualità inferiore a quella acquistata. E se in alcuni casi si tratta di semplice frode contrattuale, quindi di un inadempimento civile, nella gran parte delle ipotesi si è vittime di vere e proprie truffe punite dall’articolo 640 del Codice penale. Ma quando scatta il reato? A chiarirlo sono i giudici, sempre più orientati verso una stretta punitiva del fenomeno e verso una maggiore tutela del consumatore inesperto. Le pronunce emesse in materia non lasciano spazio a dubbi: è truffa, e non insolvenza fraudolenta, quella commessa da chi, intenzionato fin dall’inizio a non tener fede ai suoi impegni (Corte d’appello di Cagliari, 87/2019) usi raggiri o artifici per trattenere la merce o rendersi irreperibile (Cassazione, 18821/2017) e sfuggire al rimborso del denaro.

  • Generali persegue la sua strategia di acquisizioni “disciplinate”
Dalle parole ai fatti. A otto mesi dal lancio di un nuovo piano industriale – in cui Generali era pronta per le acquisizioni – il colosso assicurativo italiano ha appena firmato due importanti operazioni sul mercato portoghese. Con riserva della conclusione definitiva di queste operazioni, “Generali diventerà il secondo assicuratore danni in Portogallo”, ha salutato Jaime Anchustegui Melgarejo, responsabile delle operazioni internazionali dell’assicuratore. Oltre a ciò, Generali ritiene di diventare il terzo assicuratore del Paese, tutte le attività combinate.  Per un totale di 600 milioni di euro, il “numero uno” dell’assicurazione europea per fatturato (63 miliardi di euro di premi nel 2017) acquisisce Seguradoras Unidas (per 510 milioni di euro) e una piattaforma di outsourcing dei servizi sanitari denominata “AdvanceCare”. Questa doppia operazione è coerente con la strategia “disciplinata di M&A” attuata dal gigante triestino.
Inoltre, tra il 2012 e il 2018, l’assicuratore italiano ha compiuto un grande sforzo di recupero e ha venduto 1 miliardo di euro di attività nel 2016, dandogli un margine di manovra per eventuali acquisizioni. Negli ultimi mesi ha svolto operazioni in Slovenia, Ungheria e Slovacchia nel settore assicurativo. Ma sta anche cercando di rafforzare l’asset management. Dal marzo 2018 ha creato o acquisito otto strutture, tra cui la società francese Sycomore AM. Questo dà sostanza alla sua strategia “multi-boutique”.

Handelsblatt

 

  • Joachim Wenning (Munich Re): le emissioni di CO2 dovrebbero costare soldi
    I riassicuratori tengono d’occhio il clima. Il CEO di Munich Re ritiene che stabilire un prezzo per l’anidride carbonica sia un mezzo adeguato per tenere sotto controllo le emissioni.