Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

Osservatorio permanente sugli investimenti assicurativi

Oscar InvestiSicuro, il prodotto di Arca Vita è ancorato ad una gestione separata performante, ma il livello dei costi ne limita le potenzialità. Si tratta, in estrema sintesi, di un contratto di assicurazione a vita intera e a premio unico per la copertura del caso di morte, le cui prestazioni sono collegate al rendimento della gestione separata Oscar 100%.
Dall’Fmi che ha abbassato le stime di crescita globale alla Bce che prepara nuovi stimoli perché l’outlook sta peggiorando, dalla dinamica degli utili delle società che ha superato il picco alla questione Brexit che terrà banco ancora a lungo anche dopo la nomina del premier inglese Boris Johnson, dai rischi per il commercio internazionale alle attese per le mosse della Fed nel meeting del 31 luglio. Sono molte le incognite che si addensano all’orizzonte dei mercati e che non fanno stare tranquilli gli operatori alla fine di sette mesi in forte rialzo per le azioni e i bond. Da inizio anno il Ftse Mib segna una performance del +19,5%, l’Eurostoxx 50 e il Dow Jones Usa del +17,5%, il Nasdaq fa il 25% e il Nikkei l’8,7%. Intanto anche l’obbligazionario mostra performance positive, perché l’atteggiamento progressivamente più accomodante da parte di Fed e Bce ha fatto tornare gli acquisti sui bond. La caccia al rendimento ha spinto i portafogli anche verso i Paesi emergenti, i quali sono entrati nel club dei tassi negativi. L’ammontare di obbligazioni emergenti che hanno un tasso sottozero l’anno scorso era pari a… zero, mentre oggi è arrivato a circa 248 miliardi di dollari.  Finora quindi l’estate sembra essere delle migliori.
La definitiva uscita di Unicredit dal capitale di FinecoBank ha coinciso con il primo compleanno di Fineco Asset Management (Fam), la sgr irlandese che, pur avendo pochi mesi di vita, è già avviata e rappresenta uno dei punti di forza del gruppo guidato dall’ad e dg Alessandro Foti per dimostrare al mercato che è in grado di camminare da solo e restare indipendente. Fam infatti completa l’offerta di FinecoBank che, accanto al business storico di trading online e a quello sviluppato negli anni legato alla rete di consulenti finanziari, ora conta anche su una propria una fabbrica prodotti, sul modello di concorrenti quali Banca Generali o Banca Mediolanum .
  • Torre Velasca in vendita
Unipol sarebbe alle battute finali della vendita della Torre Velasca, edificio storico di Milano. In lizza per l’acquisizione ci sarebbero almeno sei investitori che avrebbero presentato un’offerta all’advisor Jll, che sta seguendo l’operazione per conto di Unipol. L’unica indiscrezione uscita riguarda Hines, che avrebbe messo sul piatto 150 milioni. La torre faceva parte del patrimonio immobiliare di proprietà della Fondiaria Sai della famiglia Ligresti, patrimonio poi passato a Unipol dopo le vicende legali della prima. L’asset era stato oggetto d’interesse anche da parte del fondo Orion e di Zhang Jindong, ceo di Suning e proprietario dell’Inter. La scadenza per la presentazione delle offerte era venerdì 26 luglio e tra i soggetti interessati potrebbe esserci anche il gruppo Blackstone

Le startup iscritte al Registro imprese si assestano ormai stabilmente sopra quota 10 mila. Al 30 giugno 2019 se ne contano 10.426, il 2,8% di tutte le società di capitali di recente costituzione. La Lombardia ospita poco più di un quarto di tutte le startup italiane (25,5%). La sola provincia di Milano, con 1.860, rappresenta il 17,8% della popolazione, più di qualsiasi altra regione: solo il Lazio supera quota mille, in gran parte localizzate a Roma (1.012, 10% nazionale).
La domanda di riscatto della laurea non impedisce l’opzione di disapplicazione del massimale contributivo annuo (pari nell’anno 2019 a 102.543 euro), a patto che non sia ancora definita con il pagamento del relativo onere (almeno la prima rata). In tal caso, va tenuto presente che la disapplicazione del massimale decorre dal mese successivo a quello d’esercizio dell’opzione (come, in caso di riscatto laurea, la disapplicazione del massimale decorre dal mese successivo alla relativa domanda). Lo precisa, tra l’altro, l’Inps nel messaggio n. 2847/2019, integrando le istruzioni fornite con la circolare n. 93/2019 (si veda ItaliaOggi del 19 giugno scorso).
Per le società sportive, l’obbligo di dotarsene anche nei centri sportivi di competenza. Inoltre, le società che usufruiscono di impianti sportivi dovranno condividere gli strumenti con tutti coloro che utilizzano gli stessi impianti. È quanto prevede il cosiddetto decreto Salvavita, presentato in commissione sanità da Giorgio Mulè di Forza Italia ma poi approvato all’unanimità.

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  • “Non lasciateci soli” La fatica dei caregiver che lo Stato non vede
Sono 8,5 milioni di italiani. Assistono familiari anziani, disabili o malati Senza aiuti economici e senza una legge. “E alla fine si ammalano anche loro”. Grazie alla tenace battaglia di molte associazioni, con la Legge di bilancio del 2017 è stato istituito, per il triennio 2018-2020, un fondo di sessanta milioni di euro a sostegno delle famiglie. Mentre la commissione Lavoro del Senato sta lavorando a un testo unico, per stabilire a cosa avrebbe diritto questa rete silenziosa di assistenza. Dai sussidi economici ai prepensionamenti, dalle tutele previdenziali per chi ha abbandona il lavoro alle detrazioni fiscali. «Per adesso però di concreto non c’è proprio nulla», denuncia Carlo Giacobini della Fish, Federazione italiana per il superamento dell’handicap. «Una beffa. I soldi stanziati con il fondo del 2017 non possono essere erogati, perché mancano le norme attuative. E poi c’è un problema di fondo che riguarda la legge. Ossia definire chi è un caregiver ». Con due impostazioni di fondo, ricorda Carlo Giacobini. La linea di chi punta a incrementare i servizi pubblici di assistenza domiciliare come avviene in Toscana o in Emilia, per sostenere le famiglie. Oppure con fondi direttamente erogati ai caregiver e previdenza.

  • Quota 100 manda in pensione i primi 6mila statali
L’andamento lento di «quota 100» trova nuove conferme alla verifica dei primissimi pensionamenti dei dipendenti pubblici. Giovedì 1° agosto saranno 6.235 gli statali che anziché andare in ferie incasseranno il primo assegno Inps. Un numero che potrebbe crescere di altre 3mila unità se, nelle ultime due settimane di luglio, l’Istituto avrà completato la procedura di certificazione delle 31mila domande in giacenza, per metà delle quali la decorrenza presunta scatta però nel 2020. Se così fosse a incassare la prima pensione con i requisiti minimi di 62 anni di età e 38 di contributi sarebbe il 19% circa delle 51mila domande presentate.
  • Da Allianz al gruppo Ligresti, quattro cambi di proprietà
Qualche anno fa ha fatto scalpore un articolo nella versione online del Daily Telegraph che inseriva la milanese Torre Velasca tra i dieci edifici più brutti al mondo. Tra chi la apprezza e chi, invece, vi vede solo uno strano grattacielo a forma di fungo, si inseriscono i numerosi pretendenti. Potenziali acquirenti che negli ultimi anni, da quando è circolata voce che UnipolSai l’avrebbe venduta volentieri, hanno avanzato offerte finora respinte. Sarebbe questo il quarto passaggio da quando Allianz nel 2002 la vendette ai Ligresti. Le ultime trattative arrivate in fase avanzata, prima di quelle odierne, erano state nel 2017 con Orion, che qui voleva realizzare uffici e in parte un hotel. Spendendo una cifra di circa 105 milioni di euro. Oggi sul piatto le offerte saranno più alte. Due anni fa Milano era già in decisa crescita, ma non aveva raggiunto ancora i livelli di oggi. Sul fronte immobiliare ormai la città è nei radar dei principali operatori internazionali nel real estate. E non solo visto che anche Zhang Jindong, il proprietario dell’Inter, ha provato ad acquistarla. Unipol, che vuole ricavare una bella cifra dall’edificio ereditato dall’ex impero di Ligresti, ha intanto ristrutturato alcuni piani con residenze temporanee: 13 appartamenti in tutto dal 19esimo al 21esimo piano.

  • Raccolta dei Pir in profondo rosso
C’era una volta il Pir. Potrebbe essere questo l’incipit della prossima storia destinata ad entrare nell’ormai corposa raccolta di racconti dell’industria del risparmio gestito italiano. Avanti di questo passo, con una raccolta negativa che mese dopo mese viaggia ormai su valori prossimi ai 100 milioni di euro, i Piani individuali di risparmio a meno di tre anni dalla loro nascita sono già a rischio estinzione. Anche nel mese di giugno, secondo i dati raccolti dall’Osservatorio mensile di Plus24, la raccolta netta dei Pir è stata negativa per oltre 83 milioni di euro. Un dato in linea con i due mesi precedenti, che porta il saldo in rosso di 258 milioni di euro da inizio 2019. Nemmeno i forti recuperi registrati dalle performance hanno indotto i vecchi sottoscrittori a incrementare le posizioni.

 

  • Chiudono i battenti metà degli Etf Pir
Il connubio tra Etf e Pir è già sul viale del tramonto. Un idillio che forse non è mai nato e in ogni caso non è durato molto. Su sei Etf classificati sul sito di Borsa Italiana come Pir conformi, per ben tre è stata annunciata(seppure un po’ in sordina) la liquidazione. A chiudere per primo i battenti era stato l’Etf Invesco Italian Pir Multi-Asset Portfolio il 13 maggio scorso, dopo neanche 16 mesi di vita. La peculiarità di poter investire in diverse asset class, caratteristica che permetteva una maggiore diversificazione del portafoglio, non ha portato agli investitori i benefici sperati: dalla partenza al giorno della liquidazione l’Etf Pir di Invesco ha chiuso con una perdita del 3,34%. Stessa sorte è toccata in questi giorni all’Etf Lyxor Italia Bond Pir, che è stato negoziato per l’ultima volta in Borsa il 17 luglio scorso: l’unico Etf Pir che investiva in un portafoglio obbligazionario ha chiuso con una perdita del 1,22% dall’avvio nel febbraio dello scorso anno. Volge al termine, anche in questo caso in territorio negativo (-1,55% dalla partenza), l’Etf Amundi Ftse Italia Pir. Il più grande asset manager europeo ha infatti comunicato la liquidazione per il prossimo 29 agosto.
  • La polizza multiramo ora gioca in difesa
Anche nel settore assicurativo si fa strada l’ibrido. Non è una novità ma, complici i bassi tassi d’interesse e l’ingente massa di liquidità parcheggiata sui conti correnti, questi prodotti assicurativi, abbastanza remunerativi per le reti, vengono spesso proposti da sportelli e consulenti come possibile panacea di tutti i mali. Secondo un approfondimento di Ania, nel 2018 sono stati sottoscritti oltre 820mila nuovi contratti multiramo (erano 810mila nel 2017), per 28,6 miliardi di nuovi premi (+10,1% rispetto al 2017) pari a più di un terzo degli 82,3 miliardi relativi alla nuova produzione vita complessiva, incidenza ancora in crescita rispetto al 2017 e superiore di oltre 20 punti percentuali rispetto al 2014.
  • Il faro Ivass sui contratti non adeguati
Le multiramo o polizze ibride, sono un prodotto relativamente giovane (sono state introdotte da circa un lustro), ma stanno già creando qualche problema.  Lo rileva l’Ivass che infatti è intervenuta nel 2018 a tutela di oltre 5mila ultra settantacinquenni a cui sono stati venduti contratti non adeguati.  Ma andiamo con ordine. Lo scorso anno Ivass, l’Authority del settore assicurativo all’interno della sua attività di vigilanza ha realizzato diversi interventi sulle singole imprese (19 lettere e 23 convocazioni per discutere le cause all’origine delle difficoltà rilevate dalla clientela). Nel settore Vita tra le azioni di maggiore impatto va evidenziata proprio quella condotta a seguito di una segnalazione di un consumatore sulla sottoscrizione in banca da parte di una persona anziana di polizze multi-ramo “complesse e inadeguate”. Nel caso in questione, che evidentemente non era isolato, la compagnia di assicurazione di cui l’Authority non menziona il nome, ha riscontrato dei “malfunzionamenti” nella procedura di collocamento, che non ha bloccato la vendita agli over 75enni di una soluzione assicurativa ibrida.
  • Se il Kid inciampa sugli scenari
La semplicità è un obiettivo complesso, che non è facile da raggiungere. Il documento che dovrebbe rappresentare la semplificazione per eccellenza, il Kid (il Key information document) dopo meno di un anno dalla sua entrata in vigore, già è prossimo a degli aggiustamenti. E in autunno arriverà una consultazione a cura delle tre autorità europee del settore finanziario (le cosiddette Esas: Esma, Eiopa ed Eba, di riferimento per i settori finanziario, assicurativo e bancario) volta a cambiare le metodologie di calcolo degli scenari dei prodotti finanziari relativamente ai possibili rendimenti futuri. C’è tuttavia la consapevolezza che l’indicazione che ne scaturirà, non potrà “restituire” all’investitore un riferimento infallibile sui rendimenti futuri, perché il futuro non è mai completamente prevedibile. Per dare maggiore aderenza alla realtà al risultato che verrà fuori, le tre autorità stanno anche cercando di coinvolgere l’industria.