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Le compagnie di assicurazione, con in tasca il 15% dell’intero stock dei titoli di Stato italiani in circolazione, con i loro 840 miliardi di investimenti, con 4 miliardi di utili e con una forte solvibilità sono pronti a sostenere la crescita economica italiana puntando sull’economia reale ma, allo stesso tempo, chiedono alle istituzioni di poter dare il loro sostegno al rafforzamento della previdenza integrativa e dei fondi sanitari in Italia, oltre che al decollo di coperture assicurative a protezione delle catastrofi naturali. Richieste avanzate ieri dalla presidente di Ania, Maria Bianca Farina, durante l’assemblea annuale dell’associazione che quest’anno ha compiuto i 75 anni e che hanno avuto una pronta risposta da parte del governo. All’assemblea dell’associazione che rappresenta le compagnie di assicurazione, che ha visto la presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha partecipato infatti il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che si è detto convinto che «ci siano tutti i presupposti per dare vita a una vera e propria alleanza strategica fra Governo e comparto assicurativo».
Inps intende creare un proprio fondo di previdenza integrativa volontaria a gestione pubblica. «È curioso, d’altra parte, che il maggior ente di previdenza europeo non giochi un ruolo significativo in tale comparto», ha spiegato il presidente dell’Ente, Pasquale Tridico. Che la proposta sia più di un’idea lo dimostra la sede e l’occasione scelta per lanciare quella che definisce la nuova sfida per l’Inps, ossia la sua prima relazione annuale da presidente, tenuta nella sala della Regina della Camera dei Deputati, la stessa dalla quale, un anno fa, quando alla guida dell’Istituto di previdenza sedeva Tito Boeri, il ministro per il Lavoro e lo Sviluppo economico, Luigi Di Maio, lanciò la suggestione di una Banca pubblica per gli investimenti.
La proposta Tridico nasce dalla volontà di riempire «un vuoto», la mancanza di schemi pubblici. I margini non mancano. Il presidente Inps cita i dati Covip: «nonostante le potenzialità dello strumento, la platea degli aderenti a sistemi integrativi sfiora di poco il 30%.

Disavanzo dell’Inps pari a 7 miliardi e 839 milioni euro, nel 2018, in (ulteriore) peggioramento, al confronto con l’annualità precedente, quando il risultato economico d’esercizio era risultato in «rosso» per 6 miliardi e 984 milioni, mentre è in ascesa il patrimonio netto detenuto, che oltrepassa ora la soglia dei 47 milioni, in aumento di quasi 53 milioni, rispetto al dato del 2017. E, mentre la popolazione del nostro Paese invecchia, non si arresta il declino demografico, anche in considerazione del «modesto contributo migratorio degli ultimi anni», fenomeno che potrebbe far passare i residenti, «nel giro dei prossimi quarant’anni, dagli attuali 60 milioni a circa 46». È quanto evidenziato ieri mattina, a Roma, dal presidente dell’Istituto nazionale di previdenza pubblico, Pasquale Tridico, che ha illustrato la relazione annuale sull’attività dell’organismo, che vede, su un totale di 15 milioni 426.847 percettori di prestazioni, quasi il 35% incassare somme inferiori ai 1.000 euro mensili (poco meno di 5,4 milioni di persone); globalmente, l’importo medio mensile di un assegno erogato alla platea degli assicurati è di 1.548 euro.
La raccolta complessiva delle imprese assicurative italiane è ammontata l’anno scorso a 135 miliardi di euro, in crescita del 3,2% rispetto al 2017: lo ha detto il presidente dell’Ania, Maria Bianca Farina, presentando la relazione annuale. Gli investimenti degli assicuratori hanno superato 840 miliardi di euro. Il settore ha conseguito utili netti di 4 miliardi, in calo del 30% soprattutto a causa del comparto vita, in seguito alle rettifiche di valore contabilizzate sui titoli.
In particolare, ha sottolineato Farina, «i titoli di stato italiani sfiorano il 40% del totale degli investimenti assicurativi e rappresentano il 15% dell’intero stock in circolazione»: si tratta di «un sostegno ancor oggi significativo al nostro debito pubblico». Gli assicuratori «continuano a gestire questo risparmio di lungo termine con prudenza e lungimiranza, garantendo da una parte una buona remunerazione ai propri clienti e, dall’altra, continuando a sostenere con i conseguenti investimenti l’economia del paese».
Il numero uno di Ania ha inoltre evidenziato «la solidità dell’assicurazione italiana, attestata da indici di solvibilità di assoluta sicurezza, anche nel confronto internazionale».
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