Il fondo pensione delle cooperative è pronto ad affidare 1,5 miliardi di euro
Dopo la fusione fra Cooperlavoro Previcooper e Filcoop lanciato un bando per la gestione del patrimonio

di Anna Messia

Previdenza Cooperativa cerca gestori e in ballo c’è un patrimonio che vale più di un miliardo e mezzo. Il fondo che si occupa della previdenza complementare dei lavoratori delle cooperative è il frutto della fusione, chiusa il 1° luglio 2018, tra tre fondi pensione del settore: Cooperlavoro, Previcooper e Filcoop. L’operazione, conseguenza diretta dell’avviato processo di integrazione tra le tre centrali operative (Agci, Confcooperative e Legacoop) punta ovviamente a ridurre i costi e ad aumentare le sinergie a vantaggio dei lavoratori, muovendosi nella direzione indicata da Covip di aumentare la dimensione dei fondi. I primi effetti positivi sul calo delle spese di gestione si sono già visti in questo primo anno e ora si accelera, con l’unificazione dei mandati. Il fondo, guidato dal presidente Stefano Dall’Ara, ha appena lanciato un bando per selezionare i gestori cui affidare il comparto bilanciato, che da solo vale 1,4 miliardi e poi ci sono altri 175 milioni che formano il comparto dinamico, per un totale di otto mandati da affidare a gestori professionisti. Le offerte andranno presentate entro il prossimo primo agosto ed è presumibile che le candidature saranno numerose visto che si tratta uno dei fondi chiusi più grandi d’Italia: i dati di Previdenza Cooperativa, aggiornati al 30 giugno scorso, indicano oltre 110 mila soci e dipendenti, distribuiti in circa 5 mila imprese cooperative, con un patrimonio attivo netto destinato alle prestazioni di circa 2 miliardi di euro. L’obiettivo del nuovo consiglio di amministrazione, che si è insediato a maggio scorso, sotto la guida di Dall’Ara sarà poi di ampliare la base associativa e qualcosa si sta già muovendo. Nei primi quattro mesi del 2019 il nuovo fondo delle cooperative ha registrato l’adesione di 82 nuove cooperative e di 1.027 lavoratori. Ma tanto resta ancora da fare. Il bacino potenziale di aderenti a Previdenza Cooperativa è pari oggi a 580 mila lavoratori e alla fine dello scorso anno il tasso medio di adesione era pari appena al 20%. L’obiettivo del nuovo consiglio, che vede come vicepresidente Fausto Moreno, è di arrivare al livello di adesione pari almeno al 50%. Un traguardo che nelle grandi aziende del nord Italia, dove ci sono più di mille addetti, è stato in sostanza già raggiunto. La campagna di adesioni dovrà quindi coinvolgere più in particolare le piccole e medie aziende, in particolare del Sud Italia. Ma spazio ci sarà anche per sostenere la crescita del Paese. «Il patrimonio di Previdenza Cooperativa può determinare le condizioni per un investimento anche nell’economia reale», hanno fatto sapere i nuovi vertici del fondo. In ballo c’è tra l’altro il progetto coordinato da Assofondipensione che vede la partecipazione di Cassa Depositi e Prestiti. Il piano, che prevede l’avvio di un fondo di fondi per investire in private equity, private debt e infrastrutture sembra oramai alle battute finali e Previdenza Cooperativa sarà di certo tra i soggetti interessati all’iniziativa, appena questa sarà definita. (riproduzione riservata)

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