La strada è segnata: Optima Italia medita se quotarsi in borsa, il dossier è sul tavolo del cda che sta valutando quale sia la tempistica migliore. Ma i motori per l’ipo della società partenopea, attiva nel mercato delle telecomunicazioni e dell’energia, guidata dall’ad, sono accesi, con ambiziosi obiettivi di crescita. Il gruppo nato nel 1999 per cavalcare la liberalizzazione del mercato dell’energia e delle telecomunicazioni su iniziativa Alessio Martone e Danilo Caruso ha chiuso il 2018 con un fatturato di 235 milioni, in crescita del 15%, e per la fine dell’anno punta a raggiungere i 320 milioni, che rappresentebbero un aumento de132%, con un il 20%, tra l’altro sta ampliando il perimetro di attività. «Optima da multiutility diventerà smart-utility, do dall’offerta di cinque servizi a un totale di 12», dice Caliendo, «oltre a energia e telco la rete di Optima distribuirà polizze assicurative danni, oltre che device e servizi di mobilità». Si tratta di Rc auto, coperture casa e infortuni e tra i già selezionati ci sono Prima, Groupama e Europ Assistance mentre per il noleggio a lungo termine c’è Lease plan.

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