di Carlo Brustia

Nessun attacco hacker, nessun dato relativo alle carte di pagamento gestite da Nexi è stato compromesso. quanto ha assicurato ieri la società dei pagamenti digitali rendendo noto che i propri servizi di sicurezza hanno rilevato la pubblicazione su un sito internet straniero di un post anonimo contenente una lista di circa 18 mila nominativi (nome, cognome, indirizzo, codice fiscale e solo in alcuni casi un contatto telefonico non verificato) che l’autore anonimo attribuiva a presunti clienti Nexi. Nessuno dei dati in questione, ha assicurato Nexi (la società dei pagamenti guidata dall’amministratore delegato Paolo Bertoluzzo), afferiva a informazioni di natura finanziaria (come numero carta, transazioni e codici identificativi). Inoltre al momento la società non ha rilevato alcuna violazione dei propri sistemi informatici e ha garantito che nessun dato relativo alle carte di pagamento da lei gestite è stato compromesso. Per capire cosa è
successo bisogna partire da Pastebin.com. Questo portale è uno dei principali luoghi virtuali in cui vengono condivisi frammenti di codice. È molto usato dagli sviluppatori. Qui l’altroieri sono stati pubblicati i dati personali di 14.421 persone. Tra questi, 1.709 erano associati anche a numeri di telefono. I dati erano divisi in sei tabelle differenti: tutto raccolto in un lungo elenco di nomi in ordine alfabetico. Ogni file si apriva con un’intestazione: «Dati personali clienti Nexi spa Un saluto a Paolo Bertoluzzo, Luca Biancardi, Alessandro Cocciolo. Un abbraccio dagli schiavetti di Montefeltro». Il primo è l’amministratore delegato di Nexi, il secondo è il responsabile della sicurezza informatica e il terzo è responsabile della sicurezza informatica di Icbpi, l’istituto bancario che si è fuso con Cartasì creando Nexi. Peraltro in molti casi i dati anagrafici non trovano corrispondenza con i dati contenuti sui sistemi Nexi. A seguito dell’immediata diffida da parte della società nei confronti del sito internet, i dati sono stati prontamente rimossi. Il gruppo ha immediatamente denunciato il fatto alle autorità competenti, riservandosi ogni azione volta a tutelare i propri interessi. Un tentativo per affossare il titolo Nexi in borsa all’indomani della pubblicazione di buoni conti semestrali (utile netto normalizzato in crescita del 13,3% a 95,7 milioni di euro, ricavi pari a 467,3 milioni, in aumento del 6,9%, ed ebitda, pari a 232,9 milioni, +20%, grazie a costi in calo del 3,7% a 234,5 milioni e una posizione finanziaria netta pari a 1,523 miliardi) e della revisione al rialzo dei target 2019? Ieri l’azione è scivolata del 2,1% a quota 9,55 euro. (riproduzione riservata)

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