Secondo un’analisi di Juniper Research, nell’arco dei prossimi cinque anni la spesa in automazione delle compagnie di assicurazioni aumenterà di oltre tre volte rispetto a quanto messo oggi a budget.

I ricercatori di Juniper Research prevedono che la spesa per l’automazione dei processi aumenterà dagli attuali 184 milioni di dollari ai 634 milioni del 2024. Inoltre, si pensa che a quella data, il 65% delle compagnie sia in grado di utilizzare le tecnologie più aggiornate, con le aziende nordamericane ed europee in prima fila. La forte attività di queste regioni è probabilmente legata alla saturazione di un mercato fortemente competitivo, dove l’automazione rappresenta una concreta opportunità per ridurre i costi e rimanere attrattivi sul mercato.

Juniper Research pone anche l’accento sul fatto che le strategia di crescita attraverso fusioni e acquisizioni degli ultimi anni, oltre a restringere il mercato dell’offerta, ha aggiunto complessità alle compagnie acquirenti e acquisite, chiamate a districarsi fra polizze, procedimenti e software disparati. L’adozione di soluzioni automatizzate consentirà di ridurre queste disparità, innovare i processi, con notevoli risparmi in termini di costi e di tempo. Inoltre, grazie all’automazione le compagnie dovrebbero riuscire a soddisfare meglio le sempre nuove richieste di servizi provenienti dai clienti, modernizzare i sistemi legacy e migliorare l’efficienza del back office. Si prevede anche, grazie ai progressi dell’intelligenza artificiale, servizi di underwriting, di gestione dei sinistri e gestione dei dati, sempre più sofisticati. Su questi ultimi aspetti, i chatbot, strumenti di intelligenza artificiale in grado di dialogare con le persone, sono destinati a ricoprire un ruolo determinante. Ci si aspetta che la rapida evoluzione tecnologica consenta di migliorare progressivamente le capacità di comprensione delle domande e di formulazione delle risposte.

Attualmente, sono strumenti ancora carenti nella fase di comprensione del contesto, mentre la vera sfida sta nell’utilizzo di più lingue, ma soprattutto nella comprensione delle inflessioni e degli idiomi dialettali.

“Se è vero che l’automazione può restituire risultati positivi in poche settimane, la soluzione ottimale può essere raggiunta solo quando i robot imparano ad operare al di fuori degli ambienti simulati”, ha spiegato l’autore della ricerca, Maite Bezerra. “I robot devono pertanto essere costantemente addestrati per interpretare le eccezioni del caso e i processi non lineari. Se non si fa questo, le aziende rischiano di avere un ritorno limitato dai loro investimenti in automazione”.