di Simona D’Alessio

Salvadanaio (previdenziale) più pesante per i dottori commercialisti, con un occhio di riguardo verso le nuove generazioni, le cui pensioni saranno soggette al metodo di calcolo contributivo: l’assemblea dei delegati della Cassa di categoria (Cnpadc) ha dato ieri, infatti, il via libera alla redistribuzione di una quota parte del fondo extra-rendimento, per un valore globale di 121 milioni di euro, per l’incremento dei montanti degli iscritti non pensionati, «al fine di render sempre più adeguate le future prestazioni». E, nel contempo, una correzione al regolamento dell’Ente permetterà l’estensione (da tre a cinque anni) dell’agevolazione per i neo-iscritti, non vincolandoli al versamento del contributo minimo per un periodo più ampio di quello previsto per tutti gli altri associati. I vertici della Cassa, inoltre, hanno varato un’iniziativa dedicata alle neo-mamme, per le quali viene introdotto un contributo complementare «ad hoc», confezionato su misura per chi non può vedersi riconosciuta l’indennità di maternità, perché figura negli elenchi di altri Enti di previdenza, provvedimento, ha commentato il presidente Walter Anedda, che va nella direzione di aiutare la conciliazione tra lavoro e famiglia, considerata la «forte femminilizzazione» della platea; semaforo verde, poi, alla chance di regolarizzare la propria posizione, in caso di inadempienze, pagando a rate le somme dovute. Le modifiche regolamentari che, per entrare in vigore, dovranno, come di consueto, incassare il «placet» dei ministeri vigilanti (Lavoro ed Economia, ndr), hanno generato soddisfazione nel sindacato dei giovani dottori commercialisti, l’Ungdcec: in particolare, le riserve dell’extra-rendimento, ha detto il presidente Daniele Virgillito, erano state usate l’ultima volta quattro anni fa, «con destinazione «a pioggia» di un tasso di capitalizzazione aggiuntivo dei montanti contributivi per quell’anno del 2,81% a tutti agli iscritti non pensionati» (si veda anche ItaliaOggi del 24 ottobre 2015), ora «si è provveduto all’attribuzione di un 4% a tutti gli iscritti post 2004, interamente contributivi, ridotto di uno 0,25% per ogni anno di iscrizione precedente e con un minimo garantito del 0,50% a tutti», attuando in tal modo «l’equità intergenerazionale».
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