Ricognizione sulle imposte pagate nell’Eurozona
I balzelli ammontano a 900 mld

di Cesare Romano

In due anni, quasi 900 mld di euro al fisco dai proprietari di autovetture residenti nell’Eurozona. Nel 2017, 74 mld dagli automobilisti italiani e 92 mld dai tedeschi, al top della classifica del mercato delle quattroruote. Il calcolo riguarda l’Iva pagata al momento dell’acquisto o sulle spese di riparazione e/o revisione, la tassa di registro, le accise sui carburanti e anche l’imposta versata sugli eventuali premi assicurativi. In pratica, il conto è di circa 2.000 euro l’anno, se si acquista l’automobile, 1.300 euro se si è già in possesso dell’auto. È questa la foto fiscale scattata dall’Associazione delle case automobilistiche europee. La stima, in realtà parziale, dei flussi di cassa che dalle vendite e dal possesso delle automobili fluiscono annualmente tra le singole voci di tributi raccolti dalle amministrazioni finanziarie europee dell’Ue a 15 è pari, secondo le elaborazioni realizzate dall’Associazione delle case automobilistiche europee, a 428 miliardi di euro. Tradotto, tutte tasse generate dall’acquisto, dal possesso e dalla gestione di veicoli a motore, il che implica esborsi vari da parte dei proprietari, basti pensare al costo delle accise per litro di benzina/diesel. A questo punto è corretto ricordare che si tratta di pagamenti effettuati da milioni di singoli proprietari che, a conti fatti, si potrebbero anche aggiungere alle imposte sui profitti, e altro, che le stesse case automobilistiche versano anch’esse alle amministrazioni finanziarie nazionali.

Il dato, riferito al 2017, è in aumento del 3,5% rispetto all’anno precedente, il 2016. Il che significa che nel biennio passato quasi 900 mld di euro si sono tramutati, sia pur in via indiretta, in gettito «sonante» per i 15 stati dell’Eurozona. Scomponendo il dato paese per paese, l’Italia risulta occupare il secondo posto. Ogni anno, infatti, i proprietari di automobili contribuiscono a versare al fisco, in tempi e con modalità diverse, 74 mld di euro. Nel far questo sono preceduti soltanto dai cugini francesi d’oltralpe, i cui esborsi arrivano a 79 mld l’anno. Il primo posto è invece appannaggio dei tedeschi che nel 2018 hanno indirizzato al fisco nazionale ben 92 mld di euro per l’acquisto, il possesso, la gestione e il consumo di carburanti legati alla proprietà e all’uso di automobili. In particolare, in Italia il peso maggiore dei vari tributi è corrisposto per il rifornimento delle automobili, quindi per le accise sui carburanti, quasi 36 mld di euro, e in occasione dell’acquisto dell’automobile, quindi in relazione all’Iva che si paga, 18 mld di euro, comprensivi anche di eventuali spese di riparazione. Considerando il numero dei proprietari, in media gli italiani versano in tasse indirette correlate al possesso e alla gestione e/o acquisto dell’automobile quasi 2 mila euro l’anno. L’Associazione europea dei produttori di automobili (Acea) ha pubblicato questi dati nell’edizione 2019 della sua Guida fiscale. Questo rapporto annuale contiene le informazioni più recenti sui livelli e le modalità di tassazione relative all’acquisizione di veicoli (Iva, imposta sulle vendite, imposta di registro), alla proprietà dell’automobile (tassa annuale di circolazione, bollo ecc.) e alla sua gestione (le accise sui carburanti, le spese di revisione, i costi per riparazioni e/o sostituzioni, la tassazione degli eventuali premi assicurativi e altro ancora). Per quanto riguarda la base imponibile, alcuni stati membri tassano ancora le auto in base alla potenza del motore, al prezzo e alla capacità del cilindro o una combinazione di questi fattori. Sempre più spesso, tuttavia, i paesi applicano una tassazione più mirata basata sull’emissione di CO2 come fattore altamente inquinante. In sostanza, 21 stati membri dell’Ue ora tassano i veicoli a motore in base ai loro livello di inquinamento.
Gli incentivi per le auto a ricarica elettrica sono disponibili in 24 dei 28 stati Ue, anche se natura e valore monetario di questi benefici varia ampiamente. Infatti, mentre la maggior parte dei paesi concede riduzioni o esenzioni fiscali per le auto elettriche, solo 12 Stati membri dell’Ue offrono pagamenti bonus ad hoc o premi a chi acquista questi veicoli. La realtà è che, nonostante le buone intenzioni, l’accessibilità economica delle auto elettriche è ancora un ostacolo importante alla loro più ampia diffusione sul mercato.
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