Nell’ambito dell’indagine conoscitiva in materia di fondi integrativi del Servizio sanitario nazionale, una delegazione di AIBA, guidata dal Presidente Luca Franzi, è stata ricevuta in audizione dalla Commissione Affari Sociali della Camera, al fine di valutare una riorganizzazione della sanità integrativa.

Diversi i punti di osservazione sollevati dall’Associazione Italiana Brokers di Assicurazioni e Riassicurazioni.

Secondo AIBA il nostro servizio sanitario nazionale deve fronteggiare diverse sfide, a partire dalla questione demografica: In Italia la speranza di vita alla nascita per gli uomini è la più alta d’Europa dopo la Svezia (80,3 anni) e la terza dopo Francia e Spagna per le donne (84,9 anni). Si registra inoltre l’aumento delle cronicità (di cui soffre circa il 40% della popolazione italiana) e tra queste delle multi cronicità. L’ampliamento della ricerca medica e dell’applicazione delle nuove tecnologie in medicina, a cui si affiancano nuove specializzazioni anche in relazione alla evoluzione della consapevolezza dell’impatto della medicina di genere, determinano nuovi scenari e soprattutto costi sanitari in crescita esponenziale, sia a livello di prevenzione che di cura. Inoltre, si rileva una disomogeneità di assistenza sanitaria ai cittadini per effetto della regionalizzazione dei relativi servizi con effetti diversificati.

All’innalzamento nel tempo dei LEA, si è assistito negli anni ad una ridotta capacità di garantire adeguati, uniformi e soprattutto tempestivi livelli di assistenza pubblica sul nostro territorio. Queste le principali cause del sempre più elevato ricorso da parte dei cittadini all’assistenza privata.

In Italia la spesa sanitaria privata cosiddetta out of pocket (ovvero al di fuori di strumenti integrativi collettivi o di coperture individuali) risulta tra le più alte in Europa, a segnalare una vera criticità del principio del diritto universale alle cure a cui si accompagna una difficoltà di accesso a sistemi complementari, con evidente squilibrio a svantaggio delle fasce socialmente più deboli; scenario destinato a peggiorare progressivamente con l’invecchiamento della popolazione e la mancanza di stabilità lavorativa per ampie fasce di popolazione.

Lo scenario descritto sopra deve far riflettere rispetto alle scelte di politica economica con riferimento ai sistemi di incentivazione per lo sviluppo di programmi di assistenza sanitaria e welfare sia per collettività chiuse (casse e fondi sanitari) sia per individui che non possono contare su sistemi collettivi. In sintesi, occorre definire un perimetro di assistenza sanitaria complementare che, indipendentemente da meccanismi di adesione collettiva o individuale, consenta analoghi presidi di continuità delle garanzie promesse, anche nel caso di sopraggiunte patologie, e i medesimi vantaggi fiscali.

D’altra parte alcune scelte fiscali correlate alle politiche sul lavoro incentivano a vari livelli il ricorso a prestazioni autonome che per definizione non beneficiano di programmi collettivi di welfare e pertanto devono poter contare su analoghi vantaggi fiscali in caso di autonoma previdenza al riguardo.

I punti fondamentali toccati da AIBA:

• Creazione di un secondo pilastro di assistenza sanitaria complementare, uniforme ed accessibile a tutti i cittadini italiani;

• All’interno di questo pilastro, abbattimento della divisione tra Fondi Collettivi e Fondi Individuali, rendendo omogenee le regole di ingresso e superando la distinzione e la limitazione tra prestazioni integrative e sostitutive;

• Realizzazione di un sistema fiscale incentivante all’ingresso nella sanità integrativa ed identico sia per accessi collettivi che individuali;

• Conferma della importanza della partecipazione al settore delle Imprese di Assicurazione, nella considerazione che esse rappresentano un mondo rigidamente regolamentato mentre altre forme di erogazione e distribuzione sono oggi prive di una seria ed efficace regolamentazione, a partire dal mondo delle Società di Mutuo Soccorso. Ciò è indispensabile per garantire a tutti gli assistiti la certezza e l’adeguatezza della prestazione non sempre oggi garantita al di fuori della gestione assicurata;

• necessità di una sostanziale revisione delle norme da applicarsi ai vari Partecipanti, per consentire a tutti di attenersi ad un piano regolamentare unico e coerente, a differenza di quanto avviene oggi;

• Per migliorare il coefficiente di trasparenza, rendere accessibile e consultabile l’Anagrafe dei Fondi gestita dal Ministero della Salute;

• Infine, restando nell’ambito della situazione attuale e con particolare riguardo a Fondi, Casse e Mutue che operano in modo collettivo ai sensi dell’art. 51 comma 2 lett. a) del T.U.I.R., la sollecitazione alla massima determinazione dei Soggetti Erogatori di un miglioramento della qualità dei servizi e di una progettazione di prodotto sostenibile ed innovativa, nell’ambito di un controllo che spetti totalmente all’Ivass.

Il testo integrale dell’audizione

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