Dopo l’ultima ispezione Banca d’Italia ha chiesto di valutare un’aggregazione Un istituto di maggiori dimensioni come azionista stabile ridefinirebbe il ruolo dell’istituto. Il mercato fiuta l’ipotesi Bper Banca, in cui il gruppo bolognese è appena salito oltre il 15%
di Luca Gualtieri

Verificare sul mercato eventuali possibilità di aggregazione con altre realtà bancarie. È questa l’indicazione che Banca d’Italia ha dato a via Stalingrado per la controllata Unipol Banca al termine dell’ultima visita ispettiva. Una visita nell’ambito della quale i vertici del gruppo bolognese avrebbero messo a punto il piano di scissione dell’istituto e la completa pulizia dell’attivo. A darne notizia è la stessa Unipol Banca che, in un prospetto appena pubblicato, fa il punto sulla dialettica intercorsa tra l’organo di vigilanza e gli amministratori dell’istituto.

Nel corso del 2017 gli ispettori di Via Nazionale hanno fatto visita a Unipol Banca, avviando una meticolosa analisi del processo creditizio e dei sistemi di governo e di controllo del rischio di credito. Dal rapporto ispettivo, consegnato lo scorso 8 novembre, è emerso un giudizio parzialmente sfavorevole, riconducibile alle criticità del processo del credito. Sotto il profilo delle strategie e del modello di business, l’accertamento ha infatti rilevato che «le iniziative assunte dopo l’ispezione del 2015 non hanno significativamente inciso sull’elevata aliquota di partite anomale, che ha negativamente influenzato la gestione», spiega il documento. Nel dettaglio sul piano dei controlli interni, la Vigilanza ha chiesto di introdurre miglioramenti nell’internal auditing e nell’attività di risk management. Infine, in relazione al rischio di credito, l’accertamento ha messo in luce carenze da colmare in materia di organizzazione, concessione, monitoraggio, classificazione e quantificazione degli accantonamenti.

Nel corso dell’ispezione Unipol è intervenuta avviando il riassetto del comparto bancario. Nel dettaglio, i due soci della banca, cioè Unipol gruppo al 57,75% e UnipolSai Assicurazioni al 42,25%, hanno varato la ristrutturazione che prevede il trasferimento dell’intero portafoglio di crediti in sofferenza dell’istituto. Dallo stock sono escluse solo le posizioni che derivano da finanziamenti per leasing e impegni per firma. Complessivamente il perimetro dell’operazione è quindi di 2,94 miliardi lordi, che diventano 587 milioni al netto delle rettifiche di valore. Tra gli asset trasferiti nella newco UnipolRec spa ci sono anche la partecipazione totalitaria in Unipol Reoco, la società strumentale che si occupa della valorizzazione del patrimonio immobiliare. Il passivo del veicolo di nuova costituzione è invece costituito da un capitale di 290 milioni e da debiti relativi al compendio scisso.
Si può insomma vedere nella scissione la risposta di Unipol Banca ai rilievi della Vigilanza. E proprio nell’ambito di quell’operazione il gruppo bolognese, su indicazione di Bankitalia, ha iniziato a ragionare sull’individuazione di un partner bancario. Al momento non ci sono trattative ufficiali aperte, ma il mercato fiuta da tempo un’operazione con Bper Banca . Non a caso, dopo aver inizialmente acquisito il 9,9% del capitale dell’istituto di Modena, Unipol ha recentemente superato il 15% con una serie di acquisti sul mercato. L’obiettivo è arrivare sotto il 20%, soglia per cui il gruppo ha già ottenuto l’autorizzazione preventiva della Vigilanza. L’operazione nasce su premesse industriali, non solo per sviluppare il canale della bancassurance ma anche per tracciare una strategia di medio-lungo periodo. Una strategia all’interno della quale potrebbe esserci anche l’integrazione di Unipol Banca in Bper . (riproduzione riservata)

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