di Valerio Testi

Anche il titolo Exor ieri ha sofferto cedendo il 3,2% a 54,76 euro. Gli analisti sottolineano che nel breve termine «si allontana il potenziale upside da m&a, conoscendo le qualità di negoziatore di Marchionne, a meno che prevalga lo scenario di un’accelerazione del disimpegno da parte di Exor anche senza massimizzare», osservano gli analisti di Equita . Difficile che Exor decida in un così delicato momento di uscire dal gruppo. Ma in un’ottica di lungo termine «è possibile che riprendano alcune speculazioni di m&a ora che la leadership di Fca si è indebolita in modo così brusco», ipotizzano a Banca Akros.
Vista l’evoluzione dello scenario dei dazi in tutto il mondo e la concorrenza nel settore automobilistico in generale, «non escludiamo che Fca possa essere coinvolta in futuro in qualche alleanza più grande e in una nuova struttura organizzativa per Alfa e Maserati», è l’osservazione che viene da Banca Imi. Per cui, anche se nel breve termine la performance azionaria del titolo Fiat Chrysler potrebbe risentire dell’incertezza legata alla transizione dell’amministratore delegato, «pensiamo che nei prossimi mesi», indicano da Fidentiis, «possa tornare un interesse speculativo per la possibile accelerazione del processo per realizzare una grande fusione nel settore automobilistico».

La holding sarà interessata anche dal futuro riassetto della componentistica di Magneti Marelli. Nelle settimane scorse Fca ha compiuto i primi passi del piano di riorganizzazione che mira alla quotazione. L’operazione prevede una scissione di Magneti Marelli e successiva fusione tranfrontaliera con un veicolo olandese, replicando quanto fatto dalla stessa Fca , Exor , Ferrari e Cnh , tutte con base ad Amsterdam. (riproduzione riservata)

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