Più forte in Germania e Francia, ora si allarga a Svizzera e Spagna. Gli asset globali crescono dell’8%. Il ruolo della Cina

di Elena Dal Maso
Eurizon vuole scalare la classifica europea dei gestori di patrimoni e ha pianificato l’apertura di filiali commerciali in Svizzera e Spagna, oltre al rafforzamento della presenza in Germania. Il passo successivo sarà rendere più forte la presenza nei Paesi nordici, dove ora ha una partnership distributiva con Nordicus Capital. Lo scopo in un primo momento è di trovare partner istituzionali come banche e fondi pensione per inserire i prodotti italiani nei loro portafogli, in un secondo momento spostarsi direttamente verso il retail, il pubblico finale, anche attraverso piattaforme online di prodotti.
A fine 2017 la controllata del gruppo Intesa Sanpaolo si è posizionata terza in Europa per raccolta con 23,062 miliardi di euro, mentre al primo posto c’erano Pimco con 58,99 miliardi e quindi Blackrock con 58,373 miliardi (i dati fanno riferimento a Oicr esclusi i fondi di fondi, gli Etf e il mercato monetario).
L’espansione in Europa fa parte del piano industriale 2018-2021 ed è guidato da Gabriele Miodini, Responsabile Sales & Client Management di Eurizon Capital SA: «Siamo partiti nel 2015 con la Francia dove già nella primavera del 2016 il team è stato rafforzato e abbiamo proseguito con la Germania dove dal 2 luglio 2018 il team di Francoforte è stato arricchito con l’ingresso di Jörg Ahlheid, che assume il di ruolo di Senior Sales Manager per Germania e Austria al fianco di Howard Luder, Country Head per Germania, Austria e Olanda». Howard Luder e Jörg Ahlheid hanno esperienze più che ventennali nell’asset management, occupandosi dello sviluppo del business per alcune tra le principali case di gestione a livello internazionale e per diverse importanti boutique d’investimento specializzate.
Oggi Eurizon ha (dati al 31 marzo 2018) 314,5 miliardi di euro di asset in gestione in tutto il mondo, che arrivano a 393 miliardi con la Cina. In quest’ultimo caso trattandosi di una partecipazione al 49% non viene consolidata nei numeri globali. A fine 2017 erano 313,6 miliardi e un anno prima (marzo 2017) 295,4 miliardi di euro.
Non a caso nel piano industriale alla voce internazionalizzazione vi è «l’ulteriore valorizzazione dell’attività internazionale con una focalizzazione su selezionati mercati europei e sulla Cina con Penghua» grazie a sinergie di prodotto e distribuzione con Eurizon Capital. Oltre al potenziamento della filiale di Londra. Sempre il piano industriale presentato lo scorso febbraio prevede per Eurizon masse in aumento a circa 400 miliardi di euro nel 2021 da 314 miliardi nel 2017 (al lordo delle duplicazioni ed escludendo Penghua, in Cina).
«Se la crescita globale della raccolta si attesta attorno al 7-8%», aggiunge Miodini, «le masse estere sono aumentate, nel giro di 12 mesi fra il 50 e il 60%. I mercati esteri restano molto interessanti, Francia e Germania sono già a break even, anche se l’obiettivo principale rimane quello di crescere in termini di masse in gestione».
Sempre il 2 luglio Eurizon ha esteso la propria presenza commerciale in Svizzera, con l’ingresso di Manuel Dalla Corte, che assume il ruolo di Country Head Switzerland. Manuel Dalla Corte ha un’esperienza di 14 anni nella distribuzione di fondi sul mercato wholesale maturata in primarie società di asset management internazionali.
Le due nuove strutture, coordinate dalla lussemburghese Eurizon Capital SA di cui è amministratore delegato da inizio mese Marco Bus, si affiancano alla filiale francese presente a Parigi dal 2015, dove già operano Romain Roucoules, Country Head, e Cedric Genet, Senior Sales Manager per Francia e Belgio. Anche Roucoules e Genet hanno maturato oltre vent’anni di esperienza nell’asset management di alcune importanti società francesi, in particolare promuovendo il business sulla clientela istituzionale. Infine, Eurizon ha avviato i processi autorizzativi per l’apertura di una filiale commerciale anche in Spagna.
Eurizon è al centro degli interessi negli ultimi mesi, da quando si è parlato a più riprese, cominciando dal Financial Times, di cessione di una quota di minoranza al colosso americano Blackrock per far cassa da un lato e per poter trovare il partner internazionale giusto per diventare un leader nel wealth management europeo. In merito, il ceo di Intesa Sanpaolo Carlo Messina ha detto a Torino, a fine giugno: «In un’eventuale operazione, la condizione è avere la maggioranza. Vogliamo difendere il risparmio degli italiani». (riproduzione riservata)

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