Il principio fondamentale ormai assodato che sta alla base dello sviluppo del welfare aziendale è che il dipendente, se soddisfatto, lavora molto meglio e produce di più, mentre l’azienda, da parte sua, ne giova grazie a un clima positivo al suo interno e una più elevata fidelizzazione dei propri dipendenti.

Ma quali sono i vantaggi che vorrebbero ricevere dai loro datori di lavoro? Lo ha chiesto agli italiani l’Osservatorio Sanità di UniSalute, la compagnia del gruppo Unipol specializzata in assistenza sanitaria, attraverso un’indagine condotta su tutto il territorio nazionale.

Ciò che preme di più agli italiani rimane sempre e comunque la salute: ben 7 italiani su 10 (69%) vorrebbero che nel loro contratto di lavoro fossero garantite le coperture sanitarie, quali spese dentistiche, visite specialistiche, farmaci, ma anche, ad esempio, occhiali. Il 39% è previdente e gradirebbe che venissero garantiti i versamenti aggiuntivi per fondi previdenziali aziendali, mentre il 32% pensa ai figli, puntando l’attenzione sulle tasse scolastiche, i libri di testo, la mensa, i trasporti o la baby-sitter. Con l’avvicinarsi dell’età pensionistica, l’attenzione cade invece sull’assistenza ad anziani e non autosufficienti: se il 15% degli italiani ha provato un interesse nei confronti di questo servizio, la percentuale sale al 22% per gli intervistati over 55.

Tuttavia, c’è una buona fetta di italiani che pensa alla vita di tutti i giorni: il 41% ha ammesso che farebbero comodo aiuti sui buoni spesa per carburanti o per alimentari, ma anche più superficialmente per prodotti legati al mondo dell’elettronica. Più attratte le donne, che hanno dimostrato un interesse maggiore rispetto agli uomini (46% verso 35%). Al momento della pensione ciò che accomuna tutti è il desiderio di avere una copertura sanitaria omnicomprensiva (60%), mentre il 43% vorrebbe che la copertura fosse estesa anche ai familiari.

Ciò che invece farebbe più felice più di un italiano su due (54%) e aiuterebbe a rendere la vita di tutti i giorni più serena, è l’orario flessibile, maggiormente richiesto dagli uomini rispetto alle donne (58% verso il 50%); l’universo femminile vorrebbe avere invece la possibilità di scegliere un part-time (23% delle intervistate contro il 9% degli uomini), mentre il telelavoro farebbe comodo a tutti, uomini e donne (24%).

“Ritengo che lo sviluppo di forme di welfare aziendale, compresi i flexible benefit, rappresentino un passo importante per favorire la costruzione di un sistema di servizi più efficiente, di qualità con costi sostenibili in grado di facilitare la conciliazione vita-lavoro e contribuire ad un sistema sempre più aderente ai bisogni dei cittadini” commenta Fiammetta Fabris, direttore generale UniSalute. “Le nuove possibilità emerse con la nuova legge di stabilità ci hanno permesso di arricchire la nostra offerta anche con nuovi servizi non assicurativi quali ad esempio  flexible benefit, casse sanitarie ad hoc per una gestione della sanità integrativa davvero a 360°”.