di Marco Fusi
Tanti Pir, tante pmi in borsa per poter accogliere la crescente domanda degli investitori. È il mantra che da qualche tempo ormai imperversa negli ambienti della finanza che per qualche motivo si occupano dei Piani individuali di risparmio, riproposto con convinzione anche da Filippo Di Naro, vicedirettore generale per l’area investimenti e prodotti di Anima , che a sua volta auspica un crescente numero di quotazioni a piazza Affari per sostenere la continua domanda di imprese di dimesioni medie e piccole da parte del mercato, proprio alla luce del successo dei Pir.
Domanda. Anche Anima , come molte altre società di gestione, è entrata nel mondo dei Pir lanciando a inizio anno i fondi Crescita Italia e Iniziativa Italia. Come sta procedendo questa esperienza?
Risposta. Abbiamo lanciato questi due prodotti Pir a inizio anno e la loro distribuzione ha avuto subito successo. I nostri prodotti, ma anche quelli dei concorrenti, hanno avuto molti riscontri e questo non può che farci piacere.
D. Il tema alla base della discussione in questo momento è relativo al mercato di investimento dei prodotti e alla sua potenziale espansione. La domanda è stata superiore a quanto ci si aspettasse. Questo apre ad alcune riflessioni rispetto al fatto che l’universo investibile è relativamente limitato.
R. Mi auguro una continua crescita del numero di pmi quotate sui vari segmenti di mercato. Penso che in qualche modo questo stia già avvenendo. Il numero di potenziali aziende quotande e l’interesse da parte di potenziali imprenditori alla quotazione, sul mercato principale o Aim, sta crescendo molto, visto anche che le performance in questa fase sono ampiamente positive. Questo rende più appetibile il processo di quotazione.
D. Da qui la necessità di più pmi quotate…
R. Evidentemente la dimensione dell’offerta rispetto a una domanda strutturale, che molte case di investimenti considerano arrivare a qualche miliardo di euro se non addirittura a una decina, fa sì che ci sia la necessità di avere più aziende su cui poter investire. La market cap investibile è ancora molto ridotta rispetto a quella che potrebbe essere la domanda.
D. Positivo, in ogni caso, il giudizio sui Pir come strumento a sostegno delle piccole e medie imprese italiane?
R. Questo provvedimento si inserisce nell’ambito di quello che era stato un fatto già qualche anno fa sullo strumento dei minibond. Il fatto di avere un canale diretto dai risparmiatori alle imprese è sicuramente positivo nel medio termine. È un provvedimento ben centrato, che ricalca quello di altri Paesi. L’Italia ha questo tipo di imprinting in termini di sviluppo. Direi che sostanzialmente i Pir spingono le pmi verso i mercati e questo fa sì che le possibilità di finanziamento aumentino. Tutto va nella giusta direzione.
D. Confermate le prospettive per Anima , che a maggio ha evidenziato una raccolta netta di gruppo positiva per circa 680 milioni di euro, per un totale da inizio anno per circa 1,4 miliardi?
R. Il volume della raccolta mi sembra molta positiva. In termini di prodotti stiamo ampliando la gamma. Vediamo prospettive positive. Va detto anche che le prospettive sui mercati restano incoraggianti. Esistono chiaramente dei rischi, che sempre ci sono, ma questi mi sembrano temperati dal fatto che in termini di crescita economica e prospettive sugli utili i mercati stiano attraversando momenti estremamente positivi. (riproduzione riservata)
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