di Enrico Santi

L’anno scorso, per la prima volta dopo 15 anni, è tornato a cresce il numero di morti sulle strade italiane. E anche il numero di feriti gravi ha evidenziato un forte aumento. Sono questi gli aspetti allarmanti che emergono dai dati provvisori pubblicati dall’Istat sui sinistri stradali avvenuti nel 2015. Dopo un calo ininterrotto dal 2001 in poi, l’anno scorso il numero di vittime sulle strade italiane è tornato ad aumentare (+ 1,1%), comunque in linea con la media registrata complessivamente nell’Unione europea (+1,3%). Inoltre, si è verificata una forte crescita (+6%) anche del numero di feriti gravi, quasi 16.000. I morti sono stati 3.419 (per l’80% maschi), con un forte aumento fra i motociclisti (+9,2%) e i pedoni (+4,0%); per questi ultimi, in particolare, si tratta del secondo aumento consecutivo. La classe di età più colpita dai decessi è quella tra i 20 e i 24 anni. In base alla tipologia di strada, l’indice di mortalità è cresciuto sulle strade extraurbane (4,7 decessi ogni 100 incidenti) e sulle autostrade (3,3 decessi ogni 100 incidenti), mentre è rimasto invariato (pari a 1,1) sulle strade urbane. I rischi maggiori di mortalità e lesività si manifestano per l’utenza debole e vulnerabile (utenti delle due ruote a motore e pedoni), priva di protezioni esterne. Mentre invece, al contrario, la categoria degli automobilisti continua a registrare costanti miglioramenti (-61,9% di morti dal 2001), per i considerevoli progressi della tecnologia nella costruzione di dispositivi di sicurezza. L’indice di mortalità per i pedoni (3,07 morti ogni 100 incidenti in cui sono coinvolti), è nettamente superiore rispetto a quello degli occupanti di autovetture (0,67). Probabilmente si renderà necessario un intervento legislativo di rinnovamento del codice stradale per non rischiare di assistere a un ulteriore peggioramento dei dati statistici nel corso di quest’anno, nonostante la legge sull’omicidio stradale in vigore dal 25 marzo. Al momento, però, il disegno di legge delega S 1638 per la riforma del dlgs n. 285/1992 è ancora fermo in commissione al Senato per problemi di copertura finanziaria, dopo l’approvazione in prima lettura data dalla Camera nell’ottobre 2014.

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