di Carlo Giuro
Per orientarsi nella costruzione del proprio futuro previdenziale non si può prescindere dalla cosiddetta busta arancione. Già previsto dalla riforma Dini, in relazione all’introduzione del metodo di calcolo contributivo, questo strumento volto a stimare l’importo atteso della pensione pubblica è stato più volte rinviato nel tempo anche considerando l’impatto politico. Ma a 20 anni di distanza dalla prima norma che la prevedeva (la riforma Dini contenuta nella legge 335 del 1995), la busta arancione è partita nel maggio 2015 con il servizio on-line sul sito dell’Inps denominato La Mia Pensione.

Dal 2016, la busta arancione on-line è disponibile anche per i dipendenti pubblici e per i lavoratori con contribuzione versata agli altri fondi e gestioni amministrati dall’Inps. Inoltre dallo scorso aprile è stato avviato l’invio a casa di 7 milioni di lavoratori della busta arancione cartacea nell’ambito dell’iniziativa congiunta Inps-Agid denominata Cittadino Digitale (per facilitare un’ampia diffusione di Spid, il nuovo sistema pubblico di identità digitale per accedere ai servizi on-line della pubblica amministrazione con un’unica password).

Come è stato specificato dall’Inps, la comunicazione contiene un prospetto dell’estratto conto contributivo e la simulazione di base, inoltre invita i destinatari a richiedere lo Spid per accedere a tutte le funzionalità aggiuntive offerte dal servizio on-line di simulazione della pensione La Mia Pensione. Infine la lettera informa i cittadini dei vantaggi introdotti dalla nuova identità digitale unica per l’accesso a tutti i servizi della pubblica amministrazione. In dettaglio, La Mia Pensione on-line permette di simulare quella che sarà presumibilmente la pensione che si riceverà al termine della propria attività lavorativa. Il calcolo dell’importo dell’assegno pubblico tiene conto della normativa attualmente in vigore e si basa su tre fondamentali elementi, l’età, la storia lavorativa e la retribuzione o il reddito. Come va interpretato l’utilizzo dello strumento di simulazione?

E’ sicuramente di grande utilità per avere una idea più concreta della copertura offerta dal pilastro previdenziale obbligatorio. Va però ricordato che la stima dell’Inps si basa su una serie di ipotesi che non è detto si verificheranno: ad esempio l’invarianza della normativa previdenziale o la crescita del pil nella misura ipotizzata pari all’1,5%. In particolare i valori di default sono basati su parametri di crescita annua del Pil (+1,5%) e della retribuzione (+1,5%) che restituiscono delle stime meno prudenziali di quelle che si potrebbero avere mettendo ad esempio una crescita del pil sotto l’1% e una carriera piatta. La Mia Pensione on-line dà la possibilità di simulare la pensione abbassando le stime di crescita del pil dall’1,5% fino al +1%, ma non sotto, mentre per la carriera è possibile inserire la forchetta dallo 0 al +5%. Mentre la busta arancione cartacea è costruita su dati fissi di crescita di pil e carriera al +1,5%. Esiste quindi un rischio economico rappresentato da possibili scostamenti del pil reale rispetto a quello stimato dall’Inps. L’assegno calcolato con il metodo contributivo rivaluta infatti il montante sulla base della media del pil degli ultimi cinque anni, quindi ques’ultima è una variabile fondamentale per determinare l’importo dell’assegno pubblico. In ogni modo, la proiezione stimata può essere però una buona base di partenza per costruire un processo di pianificazione anche in funzione del futuro stile di vita che si vorrà condurre nella terza età. (riproduzione riservata)
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