Uno dei profili di maggiore attenzione nell’ambito del dibattito in corso sul riordino dei sistemi di welfare è rappresentato dalla
opportunità di favorire sinergie e integrazione tra forme pensionistiche complementari e fondi sanitari. Va ricordato come il sistema sanitario
italiano si basa sostanzialmente su tre pilastri: la sanità pubblica, basata sul principio dell’universalità, dell’uguaglianza e della solidarietà, cioè il
Sistema sanitario nazionale che eroga le prestazioni di base (cosiddetto primo pilastro). Poi ci sono la sanità collettiva integrativo-sostitutiva (cosid-
detto secondo pilastro) e la sanità individuale in cui il cittadino si rivolge al mercato sanitario richiedendo coperture assicurative (cosiddetto terzo
pilastro). Come ha avuto modo di evidenziare la Covip in una audizione parlamentare, nel settore della sanità integrativa opera una pluralità di en-
ti con caratteristiche giuridiche, assetti strutturali e modelli gestionali significativamente diversi tra di loro. Si ritiene allora e importante e urgente la
realizzazione di un apparato normativo, oggi carente e disomogeneo, che regoli in modo organico il settore per tutti i profili relativi al funzionamen-
to e alla tutela degli iscritti e degli assistiti. La proposta è quella di affidare compiti di controllo a un’Autorità, mantenendo in capo al ministero
della Salute il ruolo di alta vigilanza e di governo sulla funzione unitaria del sistema sanitario pubblico e privato. La scelta, poi, di un’unica Autorità
di controllo del welfare integrativo, oltre a consentire di mettere a frutto l’esperienza maturata in un ambito affine come quello della previdenza
complementare, potrebbe anche favorire la realizzazione di opportune sinergie tra fondi pensione e fondi sanitari integrativi e di forme di raziona-
lizzazione dei relativi spazi operativi. Così come sottolinea il Mefop si dovrebbe comunque realizzare una linea di separatezza funzionale, mediante
l’istituzione di un apparato tecnicamente idoneo sul piano sanitario, con il rischio di un fastidioso raddoppio della vigilanza tecnica rispetto a quel-
la ministeriale; occorre dunque approfondire bene questo delicato momento di raccordo, proprio per evitare stravolgimenti, confusioni di competen-
ze e sovrapposizioni.
Fonte: