di Anna Messia
Un gruppo di amici che, per passione, gioca a calcetto una volta alla settimana e, per assicurarsi contro distorsioni o altri infortuni che dovessero capitare a qualcuno di loro, invece che comprare una polizza assicurativa decide di fare tutto in autonomia, creando una cassa comune. Se uno di loro dovesse farsi male gli altri lo sosterranno, versandogli un indennizzo. Ma se tutto dovesse correre liscio, quella cassa comune sarà ridistribuita in buona parte ai singoli giocatori. È questo il principio, semplificato, che ha portato al successo in Germania di Friend Insurance, un fenomeno nato nel 2011, che sta prendendo sempre più piede, e che somiglia un po’ a un’assicurazione fatta in casa, mescolata a un gruppo di acquisto. Novità che promettono di replicare per le polizze l’ondata dirompente di Uber nel settore dei taxi. Se il rischio è di dimensioni limitate, come può essere appunto una distorsione durante una partita di calcetto, che obbliga a due tre giorni di riposo, si fa tutto nel gruppo, ma per i rischi più grandi Friend Insurance si trasforma in un broker, acquistando la polizza presso una compagnia tradizionale. E per formare il gruppo di acquisti lo strumento migliore e più veloce è ovviamente la rete.

Novità dirompenti per il settore assicurativo, al punto che il presidente dell’Ivass e direttore generale di Banca d’Italia, Salvatore Rossi, ha dedicato un intero paragrafo dell’ultima relazione annuale dell’istituto alle nuove tendenze del mercato, non mancando di sottolinearne i rischi. «È sotto i nostri occhi una fioritura di imprese neonate anche nel campo assicurativo che stanno esplorando varie vie», ha dichiarato Rossi, aggiungendo che «le iniziative più distruttive dell’esistente potrebbero essere le piattaforme di mercato», come appunto Insurance Friend. La società sul suo sito internet si definisce un’iniziativa peer-to-peer, in grado di premiare i piccoli gruppi di utenti che alla fine dell’anno non avessero registrato sinistri. La compagnia è partita con un solo ramo di attività e ora è in grado di offrire coperture assicurative che vanno dalla protezione per l’abitazione alla polizza legale e sta già lavorando per debuttare anche nell’Rc auto, con ambizioni di espansione internazionale, «grazie a un modello che può essere applicato a diversi mercati», spiegano.

Diversamente da quelle nate nel mercato del credito, che eliminano alla radice l’intermediazione di una banca mettendo direttamente in contatto una persona che voglia un prestito con un’altra disposta a darglielo (come avviene anche con le case con AirBnB) le piattaforme assicurative assomigliano di più alle vecchie mutue, con la messa in comune del rischio, o almeno di una parte di esso.

Lo stesso principio che ha animato il debutto dell’inglese Guevara, che ha scelto il nome del rivoluzionario cubano proprio a riprova dell’effetto dirompente che punta ad avere nel settore assicurativo. In questo caso il ramo prescelto è proprio quello dell’Rc Auto e la modalità di funzionamento è simile a quella di Friend Insurance. «Stiamo cambiando il modo in cui funziona il settore assicurativo», si legge sul sito della società. «Invece di prendere tutti i vostri soldi ogni anno, mettiamo in pool parte del premio pagato e quello che resta dopo i sinistri viene venduto come sconto, l’anno successivo, per il rinnovo». In pratica si tratta di vere e proprie mutue assicurative, che però rischiano di sfuggire alla regolamentazione di settore, che per il resto delle imprese europee, alle prese con Solvency II è sempre più stringente, con tutele più deboli per i clienti. Si tratta di sviluppi che «offrono ai cittadini straordinarie opportunità di trovare sul mercato servizi finanziari più efficaci e meno cari», sottolinea ancora Rossi, aggiungendo però allo stesso tempo che i clienti vengono esposti a «rischi di varia natura, come la cosiddetta shadow insurance (assicurazione ombra, ndr), ovvero attività parassicurativa esercitata da soggetti non vigilati», proprio come già avvenuto per la shadow banking (le banche ombra). Le nuove tendenze rischiano di minare alle fondamenta anche il mercato della distribuzione assicurativa. Ci sono infatti operatori che via app si propongono al cliente come semplificatori del mercato assicurativo. È il caso della svizzera Knip o della tedesca Simplesurance, di cui il colosso tedesco Allianz ha di recente rilevato quote. In pratica, interponendosi tra assicurati e compagnie, l’obiettivo di queste nuove realtà è rendere semplice e immediata una relazione che spesso è invece molto complicata. In questo caso la sfida riguarda quindi più direttamente le reti degli agenti. Novità tutt’altro che lontane dall’Italia. Simplesurance, per esempio, è già arrivata a giugno scorso anche da noi, con il nome cliccasicuro. Per ora offre polizze legate alle biciclette e agli strumenti tecnologici,come smartphone e tablet. Ma la sfida è appena partita
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