di Anna Messia
Per ora è solo un cantiere, ma è stato aperto e l’obiettivo è chiaro: avere casse previdenziali più efficienti, trasparenti e ben gestite, passando per possibili accorpamenti. I ministeri dell’Economia, Lavoro e Giustizia nei giorni scorsi hanno chiamato a raccolta i protagonisti del settore per valutare possibili fusioni. Il primo dossier allo studio riguarda l’Enpam, l’ente previdenziale dei medici e dei dentisti, da mettere insieme a veterinari (Enpav) e a psicologi (Enpap). Un’ipotesi che se realizzata avrebbe il vantaggio di creare casse previdenziali con volumi più significativi e con standard di qualità più elevati, e l’accorpamento delle tre casse potrebbe essere solo il primo di una serie di aggregazioni nel settore tra categorie analoghe. Per il 20 luglio è prevista una riunione di tutte le casse con i tecnici governativi per trattare aspetti di possibili sinergie, anche riguardo agli investimenti mobiliari e immobiliari.

Non è certo la prima volta che governo e ministeri ragionano su un riassetto del settore. Già negli anni passati c’erano state valutazioni per accorpamenti, utili a ridurre i cda e magari per far sì che le casse si dotassero di professionalità idonee nel management, anche per valutare gli investimenti secondo standard internazionali. Riorganizzazioni scontratesi però con l’autonomia che caratterizza gli enti privati. Ma in questi giorni il ministero dell’Economia sarebbe tornato alla carica con più decisione, partendo dall’Enpam, la cassa principale del settore con il presidente, Alberto Oliveti, che è anche al vertice dell’Adepp. Cassa toccata di recente anche da un’inchiesta giudiziaria che ha coinvolto alcuni dirigenti dell’ente e il deputato Pd, Marco Di Stefano.

Vicende giudiziarie ancora aperte che interessano anche altri enti di previdenza e che andranno verificate. Enpam nei giorni scorsi, si è trovato ad affrontare un altro imprevisto. Un mese prima del voto del referendum inglese sulla Brexit del 23 giugno scorso ha puntato forte sul mattone inglese, firmando a maggio il preliminare per l’acquisto di una partecipazione del 50% dell’haed quarter di Amazon, in fase di costruzione a Londra, insieme al partner Booksfield, sviluppatore dell’intero progetto denominato Principal Place e proprietario dell’altra metà. Un investimento realizzato tramite un fondo su cui l’Enpam, era pronta a investire 375 milioni di sterline, che al cambio di allora, era pari a circa 475 milioni di euro e oggi, dopo la caduta della valuta inglese, è di circa 440 milioni. Una delle più grandi operazioni immobiliari nel Regno Unito nel 2016, aveva sottolineato il Financial Times, e ovviamente una scommessa di peso per l’Enpam, che si è rivelata però a sorpresa più rischiosa delle attese alla luce della decisione della Gran Bretagna di lasciare l’Ue; e ora l’ente starebbe valutando come muoversi, visto che non è ancora stato firmato il contratto definitivo.

In ogni caso Governo e Parlamento avrebbero intenzione di verificare, con un’indagine a campione, gli investimenti realizzati dalle casse, gli standard applicati o ancora gli albi dei fornitori, anche alla luce del nuovo codice degli appalti. Una sorta di test finale prima dell’emanazione dell’atteso decreto sui limiti sugli investimenti della Casse, che dovrebbe arrivare a questo punto in autunno. Decreto che prevede pure che le casse non possano investire più del 30% in immobili, anche se non è ancora chiaro se il limite riguardi solo investimenti diretti o anche i più trasparenti fondi immobiliari. (riproduzione riservata)
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