56 milioni di euro di extra costi: questo è l’onere finanziario che, nell’ultimo biennio, è gravato sulle compagnie di assicurazione, per effetto del risarcimento diretto: costi che vengono automaticamente ribaltati sui clienti finali. Dal 2007, infatti, il conducente che subisce un incidente, non viene più risarcito dalla compagnia del responsabile, bensì dalla propria; quest’ultima riceve poi un rimborso dall’assicurazione del conducente che ha provocato l’incidente. Tuttavia, l’assicurazione del responsabile non versa alla compagnia del danneggiato l’esatto importo che quest’ultimo ha ricevuto dalla propria assicurazione, bensì un rimborso a forfait, il cui importo viene definito anno per anno.

Partendo da queste premesse, spiega una nota, Confindustria Ancma ha commissionato all’Università Luiss Guido Carli di Roma un approfondimento scientifico dell’indennizzo diretto, con l’obiettivo di verificarne gli effetti distorsivi sulle polizze di ciclomotori e motocicli.

Secondo lo studio il meccanismo dell’indennizzo diretto – che nel suo complesso ha generato effetti positivi sulle tariffe e sui tempi del risarcimento – produce evidenti effetti distorsivi quando l’incidente coinvolge veicoli appartenenti a categorie differenti; siccome, nella maggior parte dei casi, gli incidenti motociclistici coinvolgono veicoli appartenenti ad altra categoria (prevalentemente autovetture), il settore delle due ruote risulta penalizzato, con un conseguente aumento delle tariffe assicurative: i dati CONSAP – come detto – evidenziano che gli incidenti motociclistici, nell’ultimo biennio, sono costati alle compagnie 56 milioni di euro in più rispetto ai costi che avrebbero generato in assenza del sistema del risarcimento diretto; il risarcimento diretto è un sistema iniquo perché riversa sugli assicurati motociclisti i costi generati dagli assicurati di altre categorie; il solo modo per annullare alla radice l’effetto distorsivo sopra descritto è quello di eliminare o riformare il meccanismo dei forfait, oppure, più radicalmente, eliminare l’intero sistema del risarcimento diretto.

In Italia il costo di una polizza è in media superiore dell’86% rispetto alle tariffe dei principali paesi europei e corrisponde al 56% del costo di gestione del veicolo; incide, in media, fino al 50% del prezzo di acquisto di uno scooter; ancora molto seria, inoltre, è la segmentazione geografica: assicurare un motociclo in Campania costa tre volte tanto rispetto al Friuli Venezia Giulia.

“Chiediamo al Governo – dichiara il Presidente di Confindustria ANCMA, Corrado Capelli – di intervenire tempestivamente sul problema del risarcimento diretto, attraverso una modifica normativa, che consentirebbe di eliminare alla radice un sistema iniquo, che aggrava la già delicata situazione dei costi assicurativi, principale barriera all’acquisto dei veicoli prodotti dalle nostre aziende. La ripresa del settore è ancora fragile ed è necessario sostenerla attraverso iniziative che tutelino gli utilizzatori ed incoraggino i potenziali acquirenti”.