Il deterioramento di una parte significativa dei finanziamenti concessi in passato ha pesato sul costo del rischio e ha penalizzato la marginalità. Ma i rischi sono mitigati dalla capogruppo. Niente sanzioni

di Luca Gualtieri

Da qualche tempo UnipolSai è alla ricerca di una nuova dimensione per la controllata Unipol Banca, già oggetto di una profonda ristrutturazione e candidata dagli analisti all’imminente risiko bancario. In attesa di capire quali saranno le strategie del management, nella prima metà dell’anno il gruppo assicurativo bolognese ha messo in campo alcuni interventi mirati per puntellare la controllata oggi guidata da Stefano Rossetti e presieduta da Oscar Guidetti.

Le ragioni sono contenute in un verbale ispettivo stilato dalla Banca d’Italia dopo una meticolosa ispezione iniziata nel settembre del 2014 e conclusasi il 30 gennaio di quest’anno. Nel documento la Vigilanza esprime giudizio «in prevalenza sfavorevole», cioè il quinto gradino dei sei previsti dalla graduatoria standard, anche se non sono stati avviati procedimenti sanzionatori verso gli esponenti aziendali. Ne dà notizia un documento ufficiale dell’istituto, ricordando che la valutazione di Via Nazionale riflette «l’esposizione della banca a rilevanti rischi strategici e di credito e lo strutturale disequilibrio reddituale». Più nel dettaglio, riguardo ai rilevanti rischi strategici, la Vigilanza ha evidenziato che «le sinergie della banca con gli azionisti di riferimento (UnipolSai e cooperative) hanno prodotto risultati non del tutto in linea con le previsioni del piano industriale 2014-2017, anche alla luce del persistente ciclo economico negativo», spiega il documento di Unipol  Banca consultato da MF-Milano Finanza. 
Per quanto concerne il disequilibrio reddituale, l’organo di vigilanza evidenzia che «il deterioramento di parte significativa di finanziamenti concessi in passato ha pesato sul costo del rischio del credito con conseguente difficoltà della banca a generare margini coerenti con gli esistenti oneri di struttura. Tutti questi rischi», continua il documento, «sono peraltro mitigati dall’appartenenza di Unipol  Banca a un primario gruppo che ha costantemente assicurato il necessario supporto patrimoniale e finanziario».

Va inoltre ricordato già nel bilancio 2014 Unipol  Banca ha contabilizzato svalutazioni e rettifiche complessive per circa 450 milioni, dopo l’intervento di oltre 600 milioni già effettuato nel 2013. La pulizia insomma è a buon punto, anche se sui futuri assetti proprietari dell’istituto bolognese domina ancora l’incertezza. L’idea di un conferimento da parte in Bper per esempio, anticipata a fine gennaio da MF-Milano Finanza, ha raccolto i giudizi positivi di Equita,Mediobanca  Securities e Banca Imi, non sembra destinata a realizzarsi in tempi brevi, considerato che il gruppo modenese si trasformerà in spa soltanto all’inizio del 2016. (riproduzione riservata)