di Luisa Leone

Si apre un altro fronte per i fondi pensione. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza il lavoro svolto negli ultimi mesi dai consulenti di Palazzo Chigi sulla razionalizzazione del sistema, con l’ipotesi di accorpamento dei veicoli più piccoli, si è di recente concretizzato in un emendamento all’articolo 15 del disegno di legge sulla Concorrenza, quello sulla completa portabilità dei fondi.

Peccato che proprio questa norma rischia di essere stralciata o, nella migliore delle ipotesi, di venire trasformata in un richiamo generale al principio della libertà di scelta degli aderenti alla previdenza complementare. Questo però non significa che la partita sia chiusa. Ormai da mesi, come anticipato da MF-Milano Finanza lo scorso febbraio, la questione della razionalizzazione del settore è allo studio della Presidenza del Consiglio e se il ddl Concorrenza non dovesse rivelarsi il veicolo adatto, la questione potrebbe essere inserita in un altro provvedimento, insieme a quella della portabilità, se alla fine l’articolo 15 sarà veramente stralciato. Il veicolo potrebbe essere un contenitore di programma come la legge di Stabilità o anche l’atteso provvedimento sulle pensioni. Di certo si può dire che il cantiere è aperto, sebbene le resistenze siano fortissime. D’altronde le forme pensionistiche complementari oggi attive in Italia sono quasi 500, ma di queste solo 11 contano più di 100 mila iscritti, raccogliendo quasi il 50% delle adesioni complessive. E da tempo anche la Covip, che vigila sul settore, segnala la necessità di accorpamenti, per «conseguire assetti organizzativi più efficienti», si legge nella relazione al Parlamento dello scorso giugno.

In attesa che si faccia chiarezza su questo delicato tema, ieri sono stati depositati gli emendamenti dei relatori al disegno di legge sulla Concorrenza e diverse novità sono in vista, a partire dal capitolo Rc Auto. Innanzitutto sono destinate a cambiare le norme sulle tabelle per i danni non patrimoniali, la cui stesura dovrebbe essere demandata a un tavolo congiunto tra le parti; ma anche quella sulle carrozzerie convenzionate, che dovrebbe essere stralciata, così come quella sulla cessione del credito, entrambe criticate anche dalla commissione Giustizia.

Infine la relatrice per la commissione Finanze, Silvia Fregolent (Pd), annuncia importanti cambiamenti anche per il previsto addio al mercato tutelato dell’energia. «Come ha sottolineato anche l’Autorità per l’Energia bisogna accompagnare l’addio al mercato tutelato con un attento monitoraggio, per evitare che le fasce più deboli siano penalizzate. Per questo inseriremo uno step in più, rispetto alla scadenza del 2018». In pratica la completa liberalizzazione non scatterà più automaticamente tra tre anni. Nel 2018 infatti si verificherà l’esistenza delle condizioni necessarie alla completa liberalizzazione e solo se il test sarà superato si dirà addio al vecchio sistema. (riproduzione riservata)