di Luisa Leone

Semestre da incorniciare per Sace. Il gruppo assicurativo guidato dall’amministratore delegato Alessandro Castellano e dal presidente Giovanni Castellaneta ha archiviato i primi sei mesi dell’anno con un balzo dell’utile del 52% a quota 308 milioni, contro i 202 milioni dello stesso periodo dello scorso anno.

Un risultato che arriva a pochi giorni dal ricambio al vertice della controllante Cassa Depositi e Prestiti, dove si sono appena insediati il nuovo presidente Claudio Costamagna e il nuovo ad Fabio Gallia, e che potrebbe rivelarsi un asso nella manica di Castellano. A breve infatti il manager dovrebbe incontrare i nuovi rappresentanti dell’azionista per discutere del futuro di Sace. Come anticipato da MF-Milano Finanza lo scorso 13 giugno, nelle settimane passate sotto la supervisione del viceministro Carlo Calenda, e su impulso del consulente del premier, Andrea Guerra, Boston Consulting Group ha messo a punto un piano per il rilancio dell’export italiano, che disegna un ruolo di primo piano per il gruppo assicurativo di Cdp. Piano che non potrà non essere al centro dei confronti tra azionista e controllata, e che si basa sull’idea di riavviare il progetto dell’import-export banca, in modo da consentire a Sace di affiancare ai servizi oggi offerti alle imprese che vanno all’estero anche i finanziamenti diretti. Altro capitolo è poi quello dei rapporti con l’altra controllata di Cdp, la Simest, che dovrebbero diventare molto più stretti sempre nell’ottica di fornire un portafoglio completo di opzioni alle aziende italiane che scelgono di espandere l’attività all’estero.

Insomma la questione sembra essere importante per il governo, che ha voluto un cambiamento ai vertici di Cdp proprio per imprimere un’accelerazione ai dossier che sono considerati prioritari. Per tutte queste ragioni, è immaginabile che un primo confronto tra i vertici di Sace e quelli di Cdp non si farà attendere troppo, proprio per analizzare il progetto elaborato da Boston Consulting e probabilmente riprendere in mano il dossier della privatizzazione del gruppo assicurativo, al momento in stallo.

Comunque i risultati positivi registrati nel semestre, se confermati a fine anno, non potrebbero che spianare la strada a un eventuale percorso verso la borsa. Di certo i dati dei primi sei mesi dell’anno rispecchiano anche la ripresa dell’export italiano, che da gennaio al maggio scorso ha messo a segno un +4%, mentre l’incremento delle operazioni Sace assicurate nell’ambito del sostegno all’export e all’internazionalizzazione è cresciuto di ben il 12%. Oil & gas, settore crocieristico, e infrastrutture «si confermano i principali settori per esposizione (55,6% del portafoglio totale), mentre si rileva particolare dinamismo nella filiera dell’automotive e nella meccanica strumentale», si legge nel comunicato diffuso ieri. Più in generale, i sinistri sono diminuiti di ben il 42% a 136 milioni, mentre i premi lordi si sono attestati a 252 milioni (+47%), con il portafoglio di operazioni assicurate che ha raggiunto per la prima volta il valore di 76 miliardi (+6% rispetto a giugno 2014).

Dal punto di vista patrimoniale, infine, il gruppo assicurativo può contare su riserve tecniche per 2,3 miliardi, in crescita del 5% sullo stesso periodo dello scorso anno, con un patrimonio netto in calo invece del 10% a quota 4,8 miliardi. Una diminuzione dovuta alla riduzione del capitale per circa 800 milioni girata a Cdp nel semestre. (riproduzione riservata)