L’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni ha acceso un faro sui “cross-selling, cioè l’abbinamento di polizze assicurative a prodotti o servizi di natura non assicurativa. L’indagine sta facendo luce su un fenomeno che coinvolge più di 15 milioni di italiani, a cui vengono offerti oltre 1.600 tipi diversi di “pacchetti” derivanti da accordi commerciali tra imprese di assicurazione e operatori economici di varia natura: fornitori di energia elettrica, gas e acqua, banche, agenzie di viaggi e tour operator, concessionari automobilistici, aziende di trasporto marittimo o aereo”. 

Lo ha detto Salvatore Rossi, presidente dell’Ivass, all’assemblea dell’Ania, sottolineando che “si tratta di un fenomeno diffuso in tutto il mondo. Ora, le prime evidenze della nostra indagine fanno emergere casi di scarsa trasparenza di queste offerte combinate: a volte i consumatori non sono neanche consapevoli di stare sottoscrivendo una polizza assicurativa, pagandone il relativo premio; quindi, non l’azioneranno al bisogno, richiedendo l’indennizzo dovuto. Per cominciare, stiamo concentrando l’attenzione sulle polizze abbinate ai contratti di fornitura di energia elettrica, gas e acqua: 2 milioni di assicurati e oltre 33 milioni di euro di premi”. 

L’iniziativa è congiunta con l’Antitrust, che vigila sulle pratiche commerciali scorrette, e con l’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico. “Stiamo sentendo 20 operatori energetici e 13 compagnie di assicurazione per comprendere meglio la portata del fenomeno, le modalità con cui servizi energetici e idrici e polizze abbinate sono offerti ai clienti, la frequenza con cui le polizze vengono azionate in caso di sinistro”, ha concluso Rossi. 

L’IVASS ha puntato la sua lente anche “sui siti Internet che offrono ai consumatori un servizio gratuito di comparazione fra le offerte di polizze Rc auto da parte delle diverse compagnie” per “verificare la trasparenza e la correttezza del servizio”. 

Rossi ha spiegato che “la comparazione finiva per favorire compagnie da cui quei siti ottenevano sostegno finanziario. Abbiamo chiesto agli operatori coinvolti misure correttive. Ne è nata una generale revisione dei siti comparativi che ha portato a un miglioramento diffuso del servizio: l’utente ha ora più chiari l’eventuale natura commerciale della comparazione, il numero delle imprese confrontate e la relativa quota di mercato; si cerca di basare la comparazione non solo sul prezzo ma anche sui contenuti delle polizze”. 

“Abbiamo, in questo come in altri casi, agito in stretta collaborazione con l’Antitrust. Crediamo profondamente nella cooperazione con le altre Autorità, per evitare che la tutela dei consumatori soffra di inefficienti duplicazioni o, all’opposto, di pericolose lacune”, ha concluso.