Sandell Asset Management continua a sostenere gli sforzi di Exor per conquistare il controllo di PartnerRe. Il gestore patrimoniale, con sedi a New York e Londra e con una partecipazione di poco meno dell’1% nel capitale della compagnia di riassicurazione, ha già espresso il suo appoggio alla holding torinese a inizio maggio, ma ora torna a far sentire la sua voce a due giorni dall’incontro tenuto da John Elkann a New York con i soci di PartnerRe per presentare un miglioramento dei termini e delle condizioni rispetto all’ultima proposta vincolante da 6,8 miliardi di dollari (6,2 mld euro).

In particolare, Sandell ha inviato una lettera al presidente di PartnerRe, Jean-Paul Montupet, per criticare la condotta tenuta dal cda della compagnia nella gestione delle proposte di fusione con Axis Capital e di acquisizione avanzata dalla finanziaria della famiglia Agnelli. Il gestore ha accusato il cda della compagnia di aver tenuto una condotta «che non sembra essere stata nel miglior interesse degli azionisti di PartnerRe. Oggi», si legge nella lettera inviata a Montupet, «scriviamo per esprimere i nostri persistenti timori sul fatto che le azioni intraprese dal consiglio sollevano questioni rilevanti sull’impegno dello stesso consiglio a un processo equo e non sono coerenti con le best practice in materia di corporate governance. In particolare, riteniamo che la decisione del cda di negare la non inusuale richiesta di Exor di ricevere una lista degli azionisti privilegiati di PartnerRe, al fine di fornire loro le informazioni sull’offerta, sia irragionevole e frustri la capacità degli stessi di valutare in modo equo la transazione con Axis rispetto all’offerta di Exor e così nega loro il diritto di votare del tutto informati».

Un comportamento ritenuto «particolarmente scandaloso in virtù di un’offerta migliore e superiore da parte di Exor», prosegue Sandell, «che comprende, tra le altre cose, un aumento di 100 punti base dei dividendi per gli azionisti privilegiati di PartnerRe, una call protection fino al 2021 e cinque anni di limiti alla distribuzione del capitale».

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