Il Cda di PartnerRe ha risposto alla proposta di modifica dell’offerta di Exor inviata dalla holding della famiglia Agnelli. Nel dettaglio Exor spa ha assicurato la fusione con Exor Nv, società che ha proposto l’offerta su PartnerRe, con questo ampliando la garanzia finanziaria del deal dalla patrimonializzazione della holding olandese, 300 mln, ai 15 mld di asset della casamadre quotata a Milano. 

In particolare, si legge in una nota della società di riassicurazione statunitense, le modifiche non eliminano i rischi e le incertezze dell’offerta originaria perchè l’unica variazione materiale insiste sulla responsabilità di Exor verso le sue controllate. Il Cda di PartnerRe ha sottolineato quindi come permangano rischi significativi e inaccettabili. 

In merito ad eventuali rischi regolatori, il board della società statunitense ritiene che le controllate dalla holding italiana non abbiano nessun diritto di forzare Exor a richiedere il permesso all’operazione presso le autorità competenti. Nè Exor nè la famiglia Agnelli sono obbligati ad ottenere un’approvazione dalle autorità antitrust di qualsiasi giurisdizione. PertnerRe è convinta infatti che verrà attivato a livello regolatorio un procedimento per valutare i piani e le strategie della società guidata da John Elkann per la società di riassicurazione in base al portfolio della holding italiana. 

PartnerRe rileva inoltre che Exor non ha introdotto una ‘customary reverse termination fee’ cioè delle consuetudinarie clausole di caparra. Di conseguenza la società di riassicurazione considera gli impegni verbali di Exorinsufficienti a completare il processo di aggregazione. 

Il Cda americano, nel continuare a promuovere la fusione con Axis, ha ricordato infine come l’offerta di Exorsottovaluta la società.