Nel mese di maggio la nuova produzione di polizze vita individuali raccolta in Italia dalle imprese italiane e dalle rappresentanze di imprese extraU.E., comprensiva dei premi unici aggiuntivi, è stata pari a € 8,2 mld, registrando un aumento del 4,5% rispetto allo stesso mese del 2014 (la crescita più contenuta dall’inizio del 2013); da gennaio i nuovi premi vita emessi hanno raggiunto € 46,4 mld, il 20,0% in più rispetto ai primi cinque mesi del 2014. Considerando anche i nuovi premi del campione delle imprese U.E., pari a € 1,7 mld, in diminuzione rispetto a quelli raccolti nel mese di maggio 2014, i nuovi affari vita complessivi nel mese sono stati pari a € 10,0 mld (+1,9% rispetto allo stesso mese del 2014), mentre da inizio anno hanno raggiunto € 54,3 mld, il 20,8% in più rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente.

E’ quanto emerge dalla newsletter mensile dell’ANIA.

Relativamente alle imprese italiane ed extra U.E., nel mese di maggio i premi di ramo I afferenti a nuove polizze individuali sono stati pari a € 5,0 mld (il 60% dell’intera nuova produzione vita, ma l’importo mensile più basso dopo la fine del 2013), registrando la contrazione più elevata da inizio anno (-17,9%) rispetto a maggio 2014. Da gennaio, i premi di ramo I sono ammontati a € 29,9 mld, in calo (-3,4%), per la prima volta dal 2013, rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Più che dimezzata rispetto a maggio 2014, anche la nuova produzione di polizze di ramo V pari a € 140 mln (il 2% dell’intera nuova produzione), mentre da inizio anno si osserva una crescita del 33,7% rispetto ai primi cinque mesi dell’anno precedente, per un volume premi di € 1,5 mld. La restante quota della nuova produzione vita, pari al 38%, ha riguardato i premi di ramo III (esclusivamente di tipo unit-linked) che anche nel mese di maggio hanno confermato un forte incremento, raddoppiando il loro ammontare rispetto a maggio 2014 e raggiungendo € 3,1 mld di nuovi premi emessi nel mese, € 15,0 mld da inizio anno (+128,2%).

I contributi relativi a nuove adesioni individuali a forme previdenziali, pari a € 85 mln, sono risultati pressoché costanti rispetto a maggio 2014. Il numero totale delle nuove polizze/adesioni da inizio anno è stato pari complessivamente a 1,8 mln, in aumento del 7,5% rispetto ai primi cinque mesi del 2014.

Il 72% delle imprese del campione statisticato, rappresentative del 71% del mercato in termini di premi, ha registrato da gennaio una raccolta superiore a quella dell’analogo periodo del 2014 e che il 48% delle imprese (per una quota premi pari al 41%) ha ottenuto un risultato migliore rispetto alla variazione media registrata da tutte le imprese italiane ed extra-U.E. (+20,0%).

La modalità di versamento a premio unico ha continuato a costituire la scelta maggiormente utilizzata dai contraenti per una quota pari al 95% del totale in termini di premi e al 58% in termini di numero di polizze; sempre da inizio anno l’importo medio dei premi unici è stato di circa € 43.250 mentre quello dei premi annui e ricorrenti ha raggiunto il valore medio di € 2.180 e € 3.900. Calcolando i premi mediante una misura che consente di standardizzare l’ammontare di premi unici e periodici, come l’Annual Premium Equivalent (APE) – pari alla somma tra premi annui, considerati per il 100% del loro importo, e premi unici divisi per la durata dei relativi contratti posta convenzionalmente pari a 10 anni – l’incremento del volume premi da inizio anno passerebbe dal 20,0% al 23,3%. La maggior parte della nuova produzione deriva dalla raccolta effettuata mediante reti bancarie, postali e finanziarie, alle quali afferisce l’88% dei nuovi premi emessi da inizio anno.

La ripartizione dei premi per canale evidenzia come le suddette reti abbiano collocato quasi esclusivamente premi unici mentre le reti agenziali raccolgano anche una quota significativa di premi periodici. Calcolando i premi da inizio anno mediante la misura APE sopra descritta, lo scostamento della quota raccolta dalle diverse reti si riduce: la quota riconducibile alle reti bancarie, postali e finanziarie passa dall’88% all’83% mentre quella afferente alle reti agenziali sale dal 12% al 17%.