di Paola Valentini

Il bilancio di Mediolanum conferma il momento d’oro per il business del risparmio gestito. La società ha chiuso il primo semestre con un utile netto consolidato di 227,4 milioni di euro, +38% rispetto allo stesso periodo 2014 e ai massimi storici. Il totale delle masse è salito a 69,8 miliardi, +14% sul 30 giugno 2014.

Per quanto riguarda Banca Mediolanum la raccolta netta è stata positiva per 2,17 miliardi (+15%), un dato record per il gruppo. Gli impieghi al retail si sono attestati a 5,83 miliardi, +18%, e l’incidenza dei crediti deteriorati netti sul totale è pari allo 0,7%. «I dati evidenziano il risultato più solido nella storia di Mediolanum», spiega il gruppo in una nota, «le commissioni di gestione hanno registrato un incremento del 27% rispetto a un anno fa, a conferma della sostenibilità del modello di business». Quanto alle commissioni di performance, dopo il richiamo Consob alle società che come Mediolanum hanno fondi basati all’estero (dove i metodi di calcolo possono essere più generosi rispetto a quelli italiani), Massimo Doris, vicepresidente di Mediolanum, ha detto che «alla fine quello che conta è il rendimento netto al cliente e su un’analisi che abbiamo fatto negli ultimi cinque anni tra le sgr italiane emerge che in questo periodo siamo tra il primo e il secondo posto quanto a ritorno medio dei nostri fondi. Da inizio anno al 17 luglio il nostro rendimento medio netto è dell’8%». Mediolanum ha condotto back test anche per capire quanto avrebbe incassato con il calcolo delle performance fee in base ai metodi italiani. «Se invece del calcolo mensile avessimo applicato il metodo annuale, dal 2007 al 2014 con il sistema italiano avremmo addirittura incassato di più», ha aggiunto Doris, «ciò detto, se saranno emanate nuove regole ci adegueremo, ma non ci cambierà nulla nel medio termine». (riproduzione riservata)