di Sergio Luciano 

I casi Eternit, Ilva, Tirreno Power, da ultimo Snia-Sorin. Come in un mesto «revival» degli anni Settanta è emerso in Italia, negli ultimi due-tre anni, un gigantesco rebus irrisolto di vicende giudiziarie gravissime su tematiche ecologiche. Inchieste che coinvolgono aziende, sospette di aver inquinato (fino al disastro ambientale omicida) intere città italiane, facendo morire centinaia di persone; procure accusate di essere ideologiche e esagitate; imprenditori e manager incriminati per strage… Con danni gravissimi diretti ad aziende importanti e indiretti a interi comprensori con migliaia di famiglie in povertà.

Il comun denominatore è, in tutti i casi citati, l’incertezza del diritto che si aggrava per la contraddittorietà dei presupposti scientifici delle indagini e per la solita, tragica, lentezza italica.

Risultato: gli accusati vengono infangati ma non «con prova certa», né si può punirli dove gli fa più male, la tasca, confiscandone i patrimoni per risarcire il risarcibile; le sentenze mancano o vengono ribaltate (Eternit); c’è chi si difende con sdegno (Andrea Mangoni, ex capo di Sorgenia-Tirreno Power) ma è ovvio che gli accusati neghino. E intanto aleggiano i sospetti di «doppiogiochismo» dei diversi apparati dello stato, da una parte solleciti nell’accertare i danni, anche a costo di chiudere le fabbriche «della morte»; dall’altra preoccupati di mettere tutto a tacere per non creare disoccupazione. E le vittime? Riposino in pace.

Sul piano dei principi occorrerebbe che le autorità scientifiche chiamate a dirimere queste diatribe fossero super partes, mai locali e sempre nazionali o internazionali, quindi qualificate e indipendenti. Perché non accade? E occorrerebbe che gli inquirenti non fossero sospettabili di ideologismi e fossero rapidissimi. Servirebbero, insomma, procedure giudiziarie speciali. Per difendere dal «circo mediatico-giudiziario» chi non ha fatto niente o comunque ha rispettato le leggi; e invece punire severissimamente, non solo col carcere ma anche con la confisca di ogni bene, a costo di ridurlo in povertà, chi per dolo o anche soltanto negligenza ha trascurato la sicurezza uccidendo persone. Però, per favore: il tutto con drammatica rapidità e con suggelli scientifici inoppugnabili.

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