di Luigi Onorato e Federico Saviantoni*

Il settore finanziario attraversa radicali cambiamenti grazie all’ingresso di nuovi operatori di mercato, in particolare player tecnologici o del FinTech, che renderanno sempre più labili i confini tra finanza e tecnologia. L’aspettativa di una progressiva trasformazione del mercato finanziario è confermata da quasi due terzi dei manager finanziari. È quanto emerge da un’analisi di Deloitte a livello globale fra dirigenti di banche, compagnie assicurative e società di gestione degli investimenti, per individuare i trend più importanti dell’industria finanziaria nei prossimi tre-cinque anni.

In un simile contesto di mercato non stupisce quindi che secondo l’82% degli intervistati l’innovazione sia l’elemento chiave per mantenere il vantaggio competitivo ed evitare che avvenga nel settore finanziario la stessa rivoluzione che iTunes, Amazon ed Uber hanno fatto rispettivamente nei settori discografico, editoriale e dei trasporti.

I primi segnali di trasformazione vengono da un cambiamento «dal basso»: sono il crowdfunding e i modelli di prestito peer to peer, i cui pionieri, nel settore bancario, sono Amazon Lending e Lending Club. Il peer to peer si sta diffondendo velocemente anche nel settore assicurativo, attraverso operatori votati alla dimensione social come la tedesca Friendsurance.

Inoltre, sono già in atto le mosse di grandi player come Google e Alibaba: oggi non più solo piattaforme tecnologiche, ma anche aziende in grado di offrire servizi finanziari. Ne sono esempi il servizio di pagamento online Google Wallet e il comparatore di polizze auto Google Compare. Alibaba è invece attiva nel settore finanziario tramite la controllata Ant Financial Services Group, specializzata in pagamenti online, ma operante anche nel banking e nella gestione del risparmio. Il prossimo passo per questi player sarà l’utilizzo dei big data per servizi sempre più su misura rispetto alle esigenze del cliente, per esempio attraverso una tariffazione completamente personalizzata delle polizze assicurative.

La continua innovazione cambia le regole del gioco: mentre gli operatori atipici si affacciano sul mercato, così per quelli tradizionali sarà obbligatorio despecializzarsi ed entrare in nuovi mercati. Ne è esempio l’ingresso di banche quali Unicredit e Intesa Sanpaolo nell’intermediazione immobiliare o nella distribuzione di prodotti di largo consumo, o l’avvio di partnership, tra operatori assicurativi e tecnologici, per la creazione di acceleratori di start-up focalizzati sull’analisi dei dati per il mondo assicurativo.

Con particolare riferimento a quest’ultimo, i principali driver di innovazione saranno, per il 63% degli intervistati, i dispositivi connessi alla rete. Sono numerosi i casi concreti di applicazione che già osserviamo sul mercato: dai dispositivi sulle auto, integrati alle polizze Rca, che allertano le Forze dell’Ordine o inviano richieste di assistenza, a quelli indossabili, abbinati a polizze salute, che consentono la misurazione dei valori vitali e la prevenzione di malattie. Il device abbinato alla polizza crea un prodotto più attraente e completo, in grado di cambiare le regole del marketing assicurativo: da un modello di pura offerta a un modello anche guidato dalla domanda, legato al crescente interesse dei clienti per questi nuovi dispositivi.

L’innovazione sarà non solo di prodotto ma anche di processo, e toccherà persino i servizi a maggiore valore aggiunto: si affacciano sulla scena del risparmio gestito, ad esempio, i robo-advisor, ovvero piattaforme tecnologiche che, attraverso la profilazione del cliente in termini di rischio-rendimento atteso, creano e gestiscono il portafoglio di investimenti più opportuno e a un costo inferiore.

In tale contesto di mercato, caratterizzato da uno sviluppo esponenziale delle tecnologie e da continui cambiamenti del contesto competitivo, risulta determinante un ripensamento attento delle modalità di gestione del capitale umano, per esempio attraverso la capacità di saper attrarre i talenti migliori, fronteggiando la concorrenza non più solo dei competitor del proprio settore ma anche dei nuovi operatori di mercato, e la definizione di percorsi di formazione continua.

Tale vista trova conferma nella survey di Deloitte, dalla quale emerge che secondo il 91% del campione la capacità di saper attrarre e trattenere i talenti è fondamentale per avere una strategia di successo.

Quello che emerge dunque con evidenza dalla voce del Top Management finanziario mondiale è l’imperativo strategico di focalizzare il modello di business sull’innovazione, rendendola un elemento strutturale e naturale nell’ambito sia dei prodotti che dei processi caratteristici dell’impresa, al fine di cogliere qualsiasi occasione di cambiamento e di differenziazione. (riproduzione riservata)

*rispettivamente partner e director, Deloitte