Di Riccardo Tacconi

1) Lunedì 23 giugno, una Giuria federale della Florida, a Palm Beach,  ha condannato la R.J. Reynolds Tobacco Co. (produttrice della Camel e della Pall Mall) a pagare 20 milioni di dollari alla figlia di una fumatrice abituale, morta a causa del fumo. Pur riconoscendo un concorso di colpa del 25% a carico della madre, la Giuria ha liquidato alla figlia 6 milioni di dollari di compensatory damages e 14 milioni di punitive damages.
 
E’ da notare che, in Florida, le case produttrici di sigarette e tabacco sono esposte ad un gran numero di azioni individuali, che , di norma, si concludono con la vittoria del reclamante, in quanto la Corte Suprema della Florida non ha autorizzato una class action (che, alla fin fine, le case produttrici avrebbero preferito, per mettere fine, una volta per tutte, alle vertenze), lasciando aperto il diritto alle cause individuali.
 
Le Case produttrici, in Forida, sono pertanto costrette o ad affrontare cause singole o a rincorrere ogni potenziale danneggiato (i circa 8.000 partecipanti alla Class action non accettata, che prende il nome dal promotore, un pediatra di nome Engle), in quanto anche la Corte Suprema degli Stati Uniti ha confermato la decisione della Corte Suprema della Florida. 

2) Il 21 luglio, a conferma del rischio, una giuria locale (non federale) della Contea di Escambia, sempre in Florida, ha preso una decisione,  che ha fatto scalpore anche in Italia, condannando la stessa ditta a pagare oltre 16 milioni di dollari di risarcimento e 23,6 miliardi di dollari di punitive damages, alla vedova del sig. Johnson, fumatore accanito, morto nel 1996, in quanto lo stesso era diventato dipendente dal fumo, senza che la Reynolds avesse mai informato lui ed latri del rischio legato al consumo di tabacco e di nicotina (rappresentanti della Reynolds avevano giurato, insieme ad altri big del tabacco, davanti al Congresso che, in base alle loro conoscenze, il tabacco non era dannoso).

La decisione, presa dalla giuria locale, va oltre ogni parametro mai seguito nel rapporto fra punitive damages e danno. La Corte Costituzionale ha fissato un rapporto di 4 : 1; molte Corti, anche federali, superano tale limite, ma molto raramente si va oltre un rapporto di 7 o 8 : 1.

Qui il parametro è pari a  1437,5 : 1, il che fa pensare che il ricorso della Reynolds contro tale decisione (nonostante abbia mentito al Congresso ed abbia scientemente tenuto nascoste informazioni importanti ai consumatori) possa essere accolto, ridimensionando la cifra.

Fonti.

Law360

Associated Press.