di Mauro Romano

Crescono i premi di Sace, l’assicuratore del credito controllato dalla Cassa Depositi e Prestiti, ma l’utile netto subisce una frenata a causa del calo dei tassi d’interesse. Ieri il consiglio di amministrazione della compagnia presieduto da Giovanni Castellaneta ha approvato i risultati semestrali. Il bilancio al 30 giugno scorso è stato chiuso, in particolare, con premi lordi pari a 132,2 milioni di euro, in aumento del 13,4% rispetto al primo semestre 2013; mentre i sinistri si sono attestati a 201,9 milioni di euro. Si tratta di mancati pagamenti risultati in forte crescita rispetto ai 95,1 milioni di euro del primo semestre dello scorso esercizio, e riferiti in larga parte a indennizzi corrisposti ad aziende italiane per esportazioni in Iran. Le sanzioni internazionali hanno determinato infatti crescenti difficoltà nel rimborso dei prestiti e questo ha fatto inevitabilmente aumentare i sinistri.

D’altra parte, però, il risultato del conto tecnico di Sace è riuscito comunque a raggiungere quota 388,5 milioni di euro, più che raddoppiati rispetto ai 169,9 milioni registrati al 30 giugno 2013. Un miglioramento dovuto in buona parte all’andamento positivo delle attività di recupero crediti; ma l’utile netto, come detto, è rallentato a 212,4 milioni di euro, in diminuzione del 32%, principalmente per il risultato della gestione finanziaria, su cui hanno influito la riduzione dei tassi d’interesse e l’andamento dei titoli in portafoglio, così come la riduzione del patrimonio netto (da 5,9 a 4,8 miliardi di euro) per effetto del dividendo straordinario di 1 miliardo di euro distribuito all’azionista Cassa Depositi e Prestiti lo scorso dicembre.

Il portafoglio di operazioni assicurate si è attestato a 35,1 miliardi, in crescita del 3,7% rispetto al primo semestre 2013. Si conferma il peso crescente dei mercati avanzati e dei principali emergenti, dove il made in Italy conta su un forte posizionamento. Da segnalare la crescente attenzione verso mercati di più recente esplorazione, tra cui diverse destinazioni africane, come l’Angola, dove lunedì l’amministratore delegato Alessandro Castellano era in missione con il premier Matteo Renzi e dove sono stati firmati contratti per quasi 600 milioni di euro. Ma l’assicuratore del credito punta anche a Mozambico e Kenya. Osservando gli impegni di Sace per settore, la maggior esposizione riguarda i grandi comparti industriali dell’oil & gas, delle infrastrutture e costruzioni e del settore crocieristico, nel cui indotto trovano importanti opportunità un’ampia filiera di imprese di piccola e media dimensione. «La crescita del portafoglio di operazioni assicurate da Sace è un importante attestato del nostro impegno al fianco delle imprese che competono all’estero, in particolare delle pmi», ha dichiarato ieri Castellano.

«Un impegno che rinnoviamo ogni giorno, forti di una redditività positiva in linea con la media degli ultimi dieci anni, registrata nonostante l’incertezza del quadro globale e i significativi indennizzi corrisposti a imprese italiane in aree interessate da sanzioni internazionali». Entro l’estate è atteso intanto il nuovo piano industriale del gruppo, funzionale al processo di privatizzazione annunciato dal governo che potrebbe portare al collocamento sul mercato di una quota di Sace fino al 60% del capitale, oggi al 100% della Cassa Depositi e Prestiti. (riproduzione riservata)